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Tassa sulle comunicazioni dei cellulari

La “Tassa sulle comunicazioni via satellite” potrebbe essere un modo sia per attirare l’attenzione in modo provocatorio su un aspetto critico del cittadino italiano, sia per trovare fondi per tappare i "vari buchi di bilancio", o soprattutto per investire risorse in ricerca e formazione (quindi in interessanti e innovative opportunità di lavoro per i giovani disoccupati, e/o sottooccupati) in maniera da apportare continui miglioramenti socio-economici al nostro paese e quindi col tempo garantire anche una crescita economica costante (i soliti tagli agli investimenti garantiscono invece la decrescita costante che verifichiamo di anno in anno in Italia).

Se si prendono in esame la varie statistiche internazionali veniamo a sapere che l’italiano è una delle persone che passa più tempo a parlare di sé, degli amici e conoscenti insieme agli altri, molto spesso per rinsaldare le relazioni, spesso per gli scopi meno costruttivi, anzi per diffondere notizie futili sulle altre persone. Di questi tempi quest’attività si svolge spesso telefonicamente e via satellite, con un grosso spreco di risorse economiche, visto che si tratta letteralmente di denaro buttato al vento, cioè consumato nell’aria. In genere più tempo si passa al telefono più cavolate si dicono e alcune ricerche affermano che circa i 2/3 delle comunicazioni sono inutili pettegolezzi e gossip più o meno infantile.

Un modo per limitare il fenomeno delle telefonate inutili (e far guadagnare denaro da investire in attività socialmente utili), potrebbe essere quella di mettere una ritenuta secca del 10% sul traffico telefonico(come quella sui carburanti), specialmente quello dei cellulari che sicuramente rappresenta un vero e proprio "vizio italiano" (naturalmente dovrebbe essere a carico delle società telefoniche che gestiscono una della attività più lucrative dell’economia di oggi).

Inoltre è una maniera per colpire almeno in parte tutte le attività delle economie sommerse, il lavoro nero, che richiede comunque un’attività telefonica privata.

C’è poi valutare la tassazione del traffico di SMS e di suonerie e servizi vari, che rende alle compagnie telefoniche guadagni da capogiro.

Chi si può permettersi il lusso di sprecare tanto tempo e denaro in attività e discorsi inutili è giusto che finanzi altri a fare attività più utili per tutti.

La gente imparerebbe così pian piano ad ottimizzare le proprie comunicazioni rendendole più efficienti ed efficaci, e avendo così più tempo e denaro da dedicare ad attività molto più adatte alla crescita personale (come la lettura).

Quest’iniziativa potrebbe essere gestita da un team di lavoro giovane, composto da persone con esperienze di lavoro all’estero (meglio se con doppia cittadinanza) questo per avere un’impronta culturale di ampio respiro per consentire un certo distacco e molta professionalità nel gestire un’operazione molto innovativa che non deve ricadere nei soliti giochi, vizi e intrallazzi della politica italiana.

Dovrebbe quindi diventare un’operazione di stampo europeo, per farci riguadagnare un po’ di stima a livello internazionale.

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