Tamurriata Sinistra e Mutilatina

Sembrava un terremoto, dicono certe testimonianze: “Edifici ridotti a fumo e macerie, una popolazione sconvolta che conta le sue vittime”. La scena reale si è svolta a Baghdad, il 25 ottobre 2009 di mattina: "132 i morti e più di 500 le persone rimaste ferite in una strage che ha colpito in mattinata la capitale irachena”. Al Telegiornale delle 13:30, Rai Uno, non è passata neanche la notizia, negli altri Due e Tre, era l’ultima, di striscio.
Qui si attende il verdetto “primario”, poi si parlerà dei risultati, delle nuove elezioni a marzo, con relativo spargimento di soldi e veleni. Anche in Iraq ci saranno le Elezioni, col nuovo anno. Anche in Afghanistan si ri-vota, dati i brogli. Anche in Guinea si vota col nuovo anno, anche lì l’annucio è stato dato, con 157 morti, il 28 settembre 2009: la notizia impegnò alcuni Media per una manciata di secondi, poi mutilata. Riportavo il 29 settembre un link da Euronews con un video eloquente. Non c’ è più nemmeno quello, è stato ritirato dall’Archivio. Vago in cerca di notizie e mi spingo su Internazionale, aprendo la finestra dei link – giornali collegati con l’Africa, la Guinea neanche esiste. In compenso si può venire a sapere che il 17 ottobre “Haile Menkerios, alto funzionario Onu, è in Guinea per discutere dell’inchiesta sulla strage di sostenitori dell’opposizione compiuta durante una manifestazione nello stadio della capitale il 28 settembre scorso: 157 persone vennero uccise dalle forze di sicurezza che aprirono il fuoco contro la folla di 50mila dimostranti circa riuniti per protestare contro una candidatura del leader della giunta, il capitano Moussa Dadis Camara, alle presidenziali del gennaio 2010″.
Pendono nel mio paese, già i fili predisposti nei giorni scorsi per le Feste di Natale, ancora senza luce ma pronti all’accoglienza. E’ a cuore della Chiesa l’Africa, la Pace e Don Gnocchi, in questa domenica autunnale, il beato atteso a Milano da migliaia di fedeli, “iniziò nel 1946 a dedicarsi agli orfani di guerra, ai “mutilatini”, ai “mulattini” (i figli delle violenze sessuali in tempo di guerra)”.
La storia non mi convince del tutto, trovo Felice Scotti che ne racconta un’altra, di sentimenti: “Il nome, un augurio… Felice sorride e sfoglia l’album della propria infanzia. “Sì, sono… felice. E lo devo a un sacerdote che mi accolse, che mi fece da padre e che mi regalò una famiglia. Erano anni difficili, e solo una persona “santa” come lo era don Carlo poteva prendere a cuore le sorti di noi mulattini… Non gli sarò mai abbastanza riconoscente”. Felice Scotti oggi abita con moglie e figli a Lomazzo, nel comasco. Ed è stato tra i primi mulattini – i cosiddetti “figli della guerra” – ad essere accolto da don Gnocchi a conflitto finito. Lo scorso settembre, nel corso della commemorazione ufficiale in occasione del centenario della nascita di don Carlo, ha ricevuto a Milano dalle mani del ministro della Salute Girolamo Sirchia la medaglia coniata per l’occasione. Dietro di lui, lo schermo della sala proiettava un’immagine sbiadita, in bianco e nero: la foto di un ragazzino dalla pelle scura e dall’aria vispa accanto a un prete pallido, magro e dagli occhi sereni. “La mia – racconta Felice – è la storia di tanti altri ragazzini come me, venuti al mondo subito dopo la fine della guerra. In quegli anni, le Forze alleate non si ritirarono subito dalle basi militari allestite nel nostro Paese, preferendo piuttosto mantenere alcuni presidi per ragioni di sicurezza, in Italia come in Europa. E questo fino al 1947″. Una di queste basi, completa di spaccio, deposito carburanti per gli aerei e tutto quanto serviva alla vita di quei militari ancora lontani dalla propria Patria, si trovava a Manfredonia, in terra di Puglia. “In quegli anni, molti dei soldati italiani partiti per il fronte non erano ancora tornati a casa – prosegue Scotti -. Molti erano rinchiusi in campi di prigionia, altri dispersi… Poteva così accadere che tra i militari di quelle basi e le donne del posto nascesse un sentimento…”.E fu così che alle ore 18 del 21 ottobre 1947, in una casa privata, venne alla luce un bimbetto maschio, mulatto”.
Cerco di capire meglio, come la storia ricorda i mutilatini e meno i mulattini: “un’Italia che rinasceva stentava a riconoscere il debito contratto con le vittime più indifese del suo passato: gli orfani e i mutilati di guerra, quando ancora per molti anni gli ordigni disseminati sul terreno continuavano ad esplodere tra le mani di bambini ignari – 15.000 in Italia i bambini devastati nel corpo – ; i mulattini, figli di nessuno, lasciati come “dono” dall’esercito di liberazione alleato: “E’ nata ‘na criatura, è nata nira…”, si cantava nel dopoguerra a Napoli sulla musica della Tamburriata nera... “
Nel nuovo secolo: "secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i conflitti armati e l’instabilità politica sono oggi responsabili per la presenza di ben 4 milioni di bambini mutilati o disabili. In Afghanistan i minori con questi problemi sono almeno 100.000. Inoltre, solo il 3% dei bambini e degli adolescenti mutilati o disabili che vivono nei Paesi in via di sviluppo riceve cure riabilitative adeguate, in quanto il costo è troppo elevato”.
Mon dieu, mi dico, ma siamo in guerra, tante sono le violenze oggi? E giunge il Lancio dalla Vigna del Signore: “Benedetto XVI ha lanciato un forte messaggio alla Chiesa africana: “Coraggio, alzati! – ha esortato – Chiesa in Africa, famiglia di Dio, perché ti chiama il Padre celeste che i tuoi antenati invocavano”.
Tale Saramago, Nobel per la pace nel 1998, sulla Pace e la Chiesa commenta con parole terribili: “La Chiesa cattolica scatena nuovi odii alimentando rancore…il Dio della Bibbia è vendicativo, rancoroso, cattivo e indegno di fiducia”.
E di voto in voto, arrivano le Feste. Quella Nostra, più vicina, è il 4 novembre, giacchè il 2 dello stesso mese, c’è da piangere solo i cari estinti e magari accoglierli con dolcetti e scherzetti, quei fantasmi, dopo la notte di Ognissanti, beninteso, Hallowen se più vi piace. Le Forze Politiche, convergeranno nelle Forze Armate per celebrare la fine della prima Guerra Mondiale e l’ Inizio di quella Infinita.
Per un Patto Contro la Guerra che abbiamo fatto, distribuiremo volantini in alcune città, a partire da Roma, Piazza Navona dalle 15 alle 19, il 4 novembre, dove spero di esserci con altre ed altri per questa e altre iniziative, vivi e non mutilati, malgrado le cure di tanti, a Destra e a Sinistra, passando per il Centro.
“Io nun capisco ‘e vvote che succede…, / e chello ca se vede / nun se crede / nun se crede! ”
Tamurriata Nera
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox