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Sul no alla guerra i governi possono cadere

Sul no alla guerra i governi possono cadere

La Germania ha visto il proprio ministro degli esteri costretto alle dimissioni, dopo il tentativo di coprire le responsabilità delle cinque stellette tedesche in merito alla strage di Kunduz, quando questi chiesero e ottennero l’intervento aereo americano per distruggere due autocisterne della Bundeswehr rubate dai talebani. Peccato che le bombe da 227 chili lanciate dai due F-15 della US Air Force abbiano colpito 142 civili.

Pochi giorni fa, il governo olandese (paese fedelissimo alleato atlantico) è caduto in merito alla questione afghana. E non si è trattato di un franco tiratore, una maggioranza debole appesa a un filo e qualche intransigente parlamentare della sinistra radicale, come ricordano le vicende italiane. La “grande coalizione” olandese si è spaccata dopo il rifiuto da parte dell’intero partito laburista di prorogare la permanenza dei soldati nel teatro di guerra.

Le nuove ammissioni e scuse del goodlooking generale McChrystal in merito alla strage dell’altro ieri, che ha visto i caccia della coalizione fare fuoco su un convoglio con donne e bambini scambiandolo per un gruppo di ribelli nella provincia di Uruzgan, sono solo le ultime di una lunga serie, che riflette il fallimento e la drammaticità del scenario afghano. L’asservimento dell’Alleanza Atlantica al Pentagono è innegabile, mentre appare chiaro come la nuova strategia di “recupero” della fiducia della popolazione (che poi viene bombardata), e riassunta nel vecchio metodo del bastone e la carota (giù duro con i cattivi, pagamento della fedeltà ai talebani “buoni”) faccia acqua da ogni parte. Senza dimenticarci del presidente Nobel che tenta di raddrizzare l’esito della missione con l’invio di nuovi uomini.

L’Olanda dice no alla guerra che massacra civili. L’Italia berlusconiana risponde signorsì programmando l’invio di altri militari e caccia Tornado, che – assicura La Russa – “non sganciano bombe ma hanno solo cannoncini per difendersi”. Se non spareranno, al massimo indicheranno ad altri gli obiettivi contro i quali effettuare il lavoro sporco. Quando la Nato uccide innocenti, siamo corresponsabili.

Pochi anni fa, per scongiurare la tenuta del fragile governo di centro sinistra, i parlamentari che espressero un voto contrario alla missione afgana furono tacciati di estremismo e infantile radicalismo (opinione condivisa, a suo tempo, dal sottoscritto). Ma la decisione dei laburisti olandesi dimostra che il voto sulle missioni internazionali non è affatto scontato. Come disse Gino Strada, “se il Governo dovesse cadere sulla guerra, io brindo”. Ora sono d’accordo, dentro di me ho brindato qualche giorno fa. Peccato che il governo non fosse il mio.

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