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Stravince la Lega Ticinese: "Padani fora da’ ’i ball’"

“C'è sempre qualcuno più a nord di te che ti può trattare da meridions”.

La Lega del Ticino ha clamorosamente vinto le elezioni cantonali facendo crescere la propria presenza nell'esecutivo cantonale (Consiglio di Stato) raddoppiando da un ministro a due in un esecutivo che ha solo cinque dicasteri.

Giuliano Bignasca, personaggio sulla falsa riga di Borghezio, ha subito annunciato le priorità assolute, già cavalli di battaglia elettorale. Il Bignasca da sempre critica gli accordi Svizzeri con l'UE e la presenza di lavoratori stranieri in particolar modo di frontalieri italiani, infatti, lo slogan vincente del partito è “via gli italiani dalla Svizzera”.

Ancora una volta, i 45 mila lavoratori delle provincie di Como, Varese, Verbania rischiano di saltare nonostante siano scampati a ben due referendum. Questa vittoria ha battuto il partito liberal radicale di centro che a questo punto rimane con un solo ministro. Democratici e socialisti sono riusciti a conservare, nonostante la perdita importante di voti, un ministero a testa.

A questo punto, la lega dei ticinesi è il maggior partito cantonale con il 29,78% che vanta una crescita di + 7,57. Perdite ingenti per il PS che passa a 16,27% (-5,08), mentre il PLR scende a 24,95% (-3,07). Meno inflazionato il PPD/GG che resta fermo al 19,86% (-1,95), mentre i Verdi, riscuotono un buon successo salendo a 6,12% (+3,97).

L'assurdo leader della Lega del cantone italiano Bignasca usa le stesse argomentazioni della lega italiana contro gli stranieri accusati come “ladri” di lavoro a tradimento. Mesi fa, Chiasso fu tappezzata da manifesti che rappresentavano topi italiani in procinto di rubare il formaggio svizzero; appunto intitolato “i ratt italiani” (i ratti italiani), che in questo caso sono i padani.
Il movimento politico estremista, nato nel 1991, come la Lega Nord di Bossi, è contro l'Europa e rifiuta categoricamente ogni tipo di integrazione o naturalizzazione di migranti.

La politica delle Leghe si sta avvitando su se stessa. Moltissimi lombardi sono leghisti e ogni mattina passano il confine per lavorare nel Ticino. Sono gli stessi leghisti che gridano slogan contro immigrati e meridionali mafiosi.
Ma passato il confine, essi stessi sono oggetto di denigrazione da parte di una lega più nordica. I toni gravi e razziali spesso subiti dai lavoratori italiani, sono la metafora di una politica a “pin pong” rivolta al sig. Bossi. Così la lega ticinese risponde: “padani, fora dai ball”.

In questo momento 45 mila frontalieri italiani temono seriamente di restare senza lavoro, in quanto, il sig. Bignasca ha annunciato un giro di vite, quantificato in meno 18 mila lavoratori. Per quanto si voglia far credere, la ricca Lombardia vanta da sempre un considerevole numero di persone costrette a espatriare per lavorare; forse la regione numero uno d'Italia non è così ricca come si celebra.

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