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Strage di Bologna, le dichiarazioni shock di Gelli e Fioravanti tra calunnie e depistaggi

18 chilogrammi di nitroglicerina, 5 chilogrammi di Compound B, ovvero T4 e tritolo. 23 chili di esplosivo con innesco, possibilmente di tipo militare, che secondo il “Maestro Venerabile” Licio Gelli sarebbe esploso “accidentalmente” a causa di un mozzicone di sigaretta lanciato nella sala d’attesa della stazione di Bologna, quella mattina del 2 agosto di 32 anni fa:

“Io credo sia stato un mozzicone di sigaretta che è stata lanciata, c'è stato un surriscaldamento ed è esploso, perché la bomba, se c'era la bomba... ma qualche frammento si sarebbe trovato, no?"

85 morti e più di 200 feriti per un mozzicone ed un “surriscaldamento”. Non è una novità, non è neppure una notizia. È un’assurdità che Licio Gelli, capo della Loggia segreta P2, ha sempre sostenuto. Negli anni il gran maestro massonico ha anche ricevuto il sostegno, per la sua ricostruzione, di un altro grande vecchio della politica italiana: Francesco Cossiga. Qualche anno fa era arrivata l’ennesima picconata dell’ex Presidente:

Credo che non scopriremo mai la verità... Credo che lì fosse in atto, da parte di terroristi del Medioriente, un trasporto di esplosivo; che loro sono scesi dal treno e gli sia scoppiata la valigia con l’esplosivo che c’era dentro.” 

Sono ricostruzioni (ma sarebbe meglio chiamarle intossicazioni), quelle di Gelli e di Cossiga, che offendono l'intelligenza degli italiani, infangano la memoria delle vittime e suonano come l'ennesima beffa alle orecchie dei loro familiari, che da più di trent’anni attendono giustizia.

Il terrorista venezuelano Carlos (LEGGI L'INTERVISTA ad AgoraVox), tirato in ballo nell’ambito della cosiddetta “pista palestinese” dagli zelanti investigatori della Commissione Mitrokhin (la stessa commissione parlamentare che mirava a screditare l’allora governo Prodi con delle originali accuse sulla presunta complicità dei politici di centrosinistra con agenti del KGB sovietico) ha smentito categoricamente la tesi di un’esplosione accidentale:

“Conosco bene quel tritolo, non suda, non si muove... per farlo saltare serve per forza l'innesco”

Gelli, dal canto suo, è stato condannato in via definitiva a 10 anni di carcere per i depistaggi su quella strage (leggasi calunnia aggravata per finalità di terrorismo). È un fatto provato da una sentenza definitiva: la P2 operò attivamente per depistare le indagini sulle responsabilità del massacro. Un esempio su tutti: il 13 gennaio 1981, sul treno Taranto-Milano viene ritrovata una strana valigetta, contenente due mitra MAB, cariche di esplosivo dello stesso tipo utilizzato alla stazione di Bologna, nonché due biglietti aerei per Monaco e Parigi intestati ad altrettanti cittadini tedeschi e francesi. Il ritrovamento si rivelerà una colossale operazione di depistaggio (la cosiddetta campagna “terrore sui treni”).

Un’ala del SISMI, il servizio segreto militare italiano, capitanata dal faccendiere Francesco Pazienza (anch'egli condannato insieme a Gelli), intendeva indirizzare le indagini verso il terrorismo internazionale mentre la Procura stava già battendo la pista neofascista. I terroristi neri Giuseppe Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini sono stati condannati in via definitiva in quanto esecutori materiali della strage.

L’altra dichiarazione shock, in questa settimana di vigilia alle celebrazioni del 2 agosto, verrebbe dallo stesso Fioravanti.

"Paolo Bolognesi, (il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Ndr) ha perso solo la suocera e, come dice un mio amico, la suocera non è una vera perdita (…) A noi è andata di lusso. L'ho sempre detto e ringrazio i bolognesi perché hanno esagerato talmente tanto che alla fine veniamo chiamati a rendere conto solo di una cosa che non abbiamo fatto e non di quelle che abbiamo commesso veramente, quindi veniamo perdonati per le cose che abbiamo fatto davvero perché nessuno in fondo ci pensa e discutiamo invece all'infinito di un'altra cosa, è un paradosso"

È stato presentato oggi il documentario di Matteo Pasi “Un solo errore”, che contiene questa ed altre frasi attribuite a “Giusva”. L’intervista è stata registrata nel 2010, afferma il regista, nella sede di “Nessuno Tocchi Caino” (l’associazione radicale contro la pena di morte nella quale lavorano Fioravanti e la Mambro, attualmente a piede libero nonostante i numerosi ergastoli), ma nel video l’ex militante Nar non compare “per una scelta registica”. Le frasi incriminate vengono recitate da un attore.

Ascoltato da Repubblica, Fioravanti dice di non ricordarsi di aver pronunciato quelle parole e di non aver rilasciato nessuna intervista. “Io penso che il dolore c’entri molto poco, penso che si faccia molta politica, molta polemica e che non c’entrino affatto i sentimenti”, ha comunque affermato Fioravanti parlando di Bolognesi. “Secci (il primo presidente dell’associazione, ndr) aveva perso un figlio quindi era in qualche modo giustificato”, Bolognesi invece sarebbe “una persona alla quale semplicemente qualche anno dopo la strage, per i postumi del dolore e dello stress, è venuta meno la suocera” e che non parlerebbe quindi “in nome di un dolore incontrollabile”, ma per un accanimento ideologico

"La democrazia è una sigaretta che sta finendo", ha detto una volta Gelli. Le polemiche sulla strage di Bologna, invece, paiono destinate a bruciare ancora a lungo. 

LEGGI ANCHE: Intervista a Carlos lo Sciacallo sulle stragi di Bologna e Ustica

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