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Storia della carta: dalle origini ai giorni nostri

Siamo nell’epoca dell’e-book dove il libro si legge ormai su un supporto informatico, ma in materia di libri vecchi e rari è ancora piacevole leggerli, sfogliarli e sentire il “profumo dell’antico manoscritto”. Ma qual è l’origine della carta? 

La carta è nata in Cina con il sorgere della nostra era ed ha impiegato più di quindici secoli per diffondersi in tutto il mondo. Il disegno della filigrana della carta, ci fa conoscere l’origine ed il percorso da essa fatta, così come la vicinanza di una città, la materia prima e l’esistenza dell’acqua favoriscono il nascere di alcune cartiere in determinati luoghi.

In Cina queste tre condizioni si ebbero a partire dal primo secolo d.C. mentre in Europa tutto ciò arriverà per gradi dal XII al XVI secolo. Condizione essenziale il flusso uniforme dell’acqua, ma soprattutto la sua purezza. In Europa si riteneva determinante per l’apertura di una cartiera, luoghi dove da tempo si esercitava già l’industria tessile, i cascami fornivano così materia prima per la carta, la vicinanza di un porto, dove fosse determinante lo scambio di merci il sorgere di un centro commerciale, polo di attrazione di sicuro interesse per il nascere della cartiera.

Anche la Chiesa ed i suoi monasteri contribuirono a lungo al monopolio della cultura medievale e la grandi Università di Bologna e Parigi favoriscono il nascere dell’industria cartaria. In Cina la carta non subirà la concorrenza di altri prodotti, mentre in Europa invece a partire dal XIV secolo, verrà introdotta la pergamena, un supporto assai più soddisfacente della prima carta. I libri antichi dell’epoca hanno infatti le pagine in pergamena. La pergamena ebbe quindi mano mano il sopravvento sulla carta, considerata all’inizio una materia delicata, cedendo il passo all’arte tipografica. L’industria della carta fu “boigottata” dall’Occidente Cristiano, a causa della sua provenienza araba o giudaica. Solo con l’invenzione dalla stampa, la nascita dei primi libri antichi, ed lo sviluppo dei torchi, furono possibili nuovi sbocchi.

Nascita della carta in Cina.

In Cina a partire dal II secolo d.c. si trovano iscrizioni arcaiche su carta. Ci riferiscono che la carta venne inventata dell’anno 105. Nello stesso anno l’eunuco Ts’ai Lun, facente parte della corte, presentò agli imperatori i primi fogli di carta ed ebbe numerosi elogi. Fu poi un giovane contemporaneo, Tso Tsui-yi a perfezionare la carta che venne usata nei secoli venire per molteplici usi: carta per ornare case e templi, carta per scrivere libri e cronache, carta da involucro, tovaglioli di carta e per finire carta igienica.

Nel VII Secolo comparve la carta moneta. In Cina venivano prodotti così i più svariati tipi di carta (con la canapa, con il bambù, con il giunco, con muschio e licheni, con paglia di grano e riso, con bozzoli del baco da seta), ma la maggiore produzione derivava dagli stracci. Erano quindi svariate le produzioni che via via vennero perfezionate nel tempo.

La Carta si diffuse così in tutto l’impero, ma rimase un segreto della Cina sino al VIII secolo, quando in seguito ad una battaglia giunse dell’Islam.

La carta del mondo arabo.

Il mondo islamico dopo la conquista della Siria e dell’Egitto, favorì lo studio delle scienze e della chimica. Sorsero così grandi università e biblioteche. Per questo si stimolò il consumo della carta, grazie anche all’espansione geografica e culturale e di civilizzazione rispetto all’Occidente. Nel 751, durante una spedizione militare, verso le frontiere della Cina, il governatore generale del Califfato di Bagdat catturò a Samarcanda due fabbricanti di carta cinesi.

Avvalendosi del loro aiuto, impiantò in questa città una cartiera, località privilegiata dalla presenza di acqua, campi di irrigazione di lino e di canapa. Nacquero così le manifatture di Samarcanda. Una carta in prevalenza fatta di stracci, molto meglio di quella cinese.

Per diversi secoli la produzione rimase segreta a Samarcanda, che per svariati secoli divenne un centro cartario d’eccellenza. Nel 793 anche a Bagdad, si cominciò a fabbricare la carta, e da qui l’industria cartaria si diffuse in tutto il territorio delle provincie mussulmane.

La Carta di Damasco già conosciuta dal 985, divenne molto nota in Occidente. Altri centri importanti L’Armenia la Persia. In Egitto dove da millenni si coltiva il lino, le carte acquistarono notorietà a partire dalla fine del X secolo, sia per i libri antichi che per gli usi comuni. Dal Cairo e da Alessandria D’Egitto, la carta giunse in Tripolitania ed in Tunisia. Una ramificazione della carta, giunse da Tunisi sino a Palermo, difatti alcuni scrittori hanno attribuito l’origine della carta di Fabriano a questo ceppo palermitano.

Infine si giunge a Fez, nell’Africa del Nord, qui la via della carta, alla pari di Bagdad e di Damasco diverrà uno dei centri cartari più importanti, che alla fine del XII secolo, possedeva 400 cartiere. Da Fez, la carta penetrò in Spagna, dove sorge la prima cartiera dell’Europa. Si deve agli arabi il perfezionamento dell’uso della carta, non solo per la composizione del materiale, ma anche a nuove tecniche idrauliche. Si passò dal moto circolare alternato continuo, al moto alternato grazie alla ruota dentata ed al peso di una molla o di un utensile. Si applicò così la forza idraulica nelle industrie e nei mulini da carta. 

La Spagna subì l’invasione degli Arabi sin dal 711, e fu la prima regione Europea dove vennero utilizzate le nuove tecniche, di cui beneficiò dopo, tutta l’Europa. Il primo manoscritto cartaceo (libro antico), di cui si ha notizia, è un codice della Biblioteca Universitaria di Leida scritto nel 866, in cui si parla delle parole rare e curiose presenti nelle sentenze di Maometto.

La carta in Italia ed i libri Antichi.

In Italia già nel XIII secolo vi era un uso diffuso della carta. La carta di provenienza Araba e Spagnola, derivava dai commerci che genovesi e veneziani intrecciavano con Barcellona e Valenza. Le prime cartiere sorsero in Liguria sin dal 1235. Dalla seconda metà del 1200 si svilupparono a Fabriano (1276), Colle Val d’Elsa, Salò ed Amalfi. La penisola alla fine del Medioevo era la maggior produttrice di carta. La produzione si diffuse, poi a seguire a Bologna, Padova Genova, poi la Toscana, in Piemonte, nel Veneto e nella Valle del Toscolano (Brescia).

Fabriano mantenne a lungo la supremazia grazie anche ad alcuni tecniche di perfezionamento.

I cartari italiani, furono i primi a utilizzare filigrane per contrassegnare la propria carta, cosa sconosciuta ai cinesi e agli arabi. Questa marca divenne così il mezzo di identificazione della cartiera d’origine, del titolare dell’attività, nonché della qualità e formato del prodotto. Per circa 200 anni l’Italia dominò il mercato della carta sostituendosi alla Spagna ed a Damasco. Nel XIV Secolo la carta italiana aveva una supremazia incontrastata sui mercati di Francia, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Moscovia e nel bacino del Mediterraneo. Poiché la domanda sulla carta cresceva più in fretta dell’offerta, per lungo tempo resto una materia costosa. Due secoli dopo l’introduzione in Italia, era ancora il supporto fondamentale della scrittura, della stampa e dei libri antichi. Nel XVII secolo a causa dell’epidemia della peste, la floridezza del settore cartaceo cessò di colpo.

Ci fu un blocco della produzione, per la paura del contagio, che fermarono la raccolta e la circolazione delle materie prime. Passata la peste si risentì a lungo della grande mortalità. Con la ripresa demografica nella seconda metà del secolo si ebbe di nuovo sollievo nel settore. Ma ci furono altri due elementi che impedirono il superamento dell’emergenza peste: l’introduzione dei dazi e la concorrenza straniera. I dazi significavano rallentamento sui mercati oltremare, sul mercato interno, e rendere difficile e caro il rifornimento di stracci.

Tra il XII ed il XVIII secolo fu introdotto il cilindro olandese. L’operazione di triturazione risultava essere più veloce e semplice, abolendo il passaggio della macerazione. Si ottenne così carta raffinata in tempi più brevi. Agli inizi del 1700 i Mercanti e produttori di Libri antichi subirono i contraccolpi degli eserciti imperiali, impegnati nella contesa del trono spagnolo. Si ebbe un blocco della carta per un lungo periodo, crebbero i prezzi che scorggiarono gli investimenti. Peggiorò di conseguenza la qualità della carta. Fu l’impero ottomano a ridurre le tariffe doganali interne, ad introdurre un servizio di navi capaci di contrastare e tenere a bada i corsari. Si deve a Nicolas Louìs Robert nel 1799 la la nascita della prima macchina continua, fu costruita e brevettata in Francia ed in seguito perfezionata in Gran Bretagna. La prima in Italia fu inventata nel 1807 da Paolo Andrea Molina, nella sua fabbrica di Borgosesia.  La macchina rivoluziona così il ciclo produttivo dei Libri Antichi, meccanizza la fabbricazione del foglio, introduce l’asciugatura, ma richiede nuovi spazi essendo una macchina di notevoli dimensioni. La carta viene prodotta dagli alberi a partire dal 1800. A determinare l'affermazione dell'industria cartaria per i Libri Antichi nella sua forma attuale contribuì anche l'importantissima scoperta di Federico Gottlob Keller che nel 1844 ottenne la pasta di legno meccanica sfibrando per la prima volta il legno con mole di pietra.

Al 1882 risale il procedimento Ritte-Kellner e al 1883 quello di Dahl, che aprì la via alla cellulosa e al solfato per la produzione di carta per i Libri Antichi.

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