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Stiamo tornando al baratto!

Negli anni '60 Che Guevara propose il baratto come forma di scambio, nella Cuba rivoluzionaria, suscitando stupore nel mondo, il quale bollò la sua idea come una assurdità. Oggi la finanza ha gettato il mondo nel tunnel di una crisi apparentemente senza fine. Per uscirne, qualcuno ha pensato di tornare a questa forma di scambio: una osteria in Toscana, ad esempio, contempla il baratto come forma di pagamento accanto al tradizionale con contanti, bancomat e carta di credito.

Anche se sembrerà strano, il baratto è già esistente nella quotidianità, sotto forma di ticket ristoranti, punti delle ricariche telefoniche, carte fedeltà nei supermercati. Ogni giorno utilizziamo questo sistema che ha solo cambiato nome in monete complementari; questo tipo di moneta può rappresentare una nuova opportunità per l'economia, per il mercato e per il territorio.

Di fronte alla crisi economico-finanziaria e alla galoppante disoccupazione stanno aumentando i suoi utilizzatori che ne apprendono i vantaggi come risparmio di costi e di liquidità, maggiore potere d'acquisto, maggiore semplicità e rapidità degli scambi e della distribuzione di beni.

In italia la moneta complementare si chiama “EuroBexB” ed è utilizzata da 2.700 imprese italiane per acquistare prodotti e servizi necessari alla propria attività, pagando con prodotti e servizi propri. L’eurobexb è tecnicamente l’unità di conto che regola il baratto tra le imprese associate al circuito gestito da BexB. Questa “moneta” ha consentito, in dodici anni di attività, più di 200 milioni di euro di transato per circa 70.000 operazioni tra aziende operanti in 160 settori: dall’arredamento all’automotive, dalla chimica alla gomma, dall’edilizia all’elettronica ed elettrotecnica, dall’informatica alla meccanica, dalla pubblicità al turismo.

Proprio in un momento di crisi di liquidità risulta fondamentale sfruttare la leva della moneta complementare sia per acquisire la clientela a scapito della concorrenza sia per trovare nuovi fornitori da cui acquistare senza utilizzare denaro.

Le monete complementari nascono per riportare l’attenzione delle persone sulle risorse, sul lavoro e sulla produzione, tornando a ragionare in termini di economia reale e non più in termini di finanza speculativa.

Come diceva Bernard Lietaer, economista e banchiere, creatore dell’ecu, moneta da cui nacque l’euro: “Il denaro è un anello di ferro che ci siamo messi al naso, abbiamo dimenticato di averlo progettato noi, ed ora è esso che ci trascina”.

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