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Sri Lanka: il figlio del capo delle Tigri Tamil fu trucidato per volere del governo

Nel maggio 2009, in Sri Lanka, mentre si trascinavano stanchi i residui di 26 anni di guerra civile, le autorità cingalesi attaccarono l'ultima roccaforte delle Tigri Tamil, il gruppo terroristico indipendentista che chiede la separazione dal governo centrale, e - secondo la versione ufficiale dei fatti - durante lo scontro a fuoco perse la vita Balachandran Prabhakaran, il figlio del principale leader del movimento.

Ma i reporter Callum Macrae e Zoe Sale, che a marzo presenteranno al Geneva Human Rights Film Festival "No Fire Zone: The Killing Fields of Sri Lanka", un docufilm sul genocidio della minoranza Tamil che il governo cingalese attuò per arginare le ribellioni del Nord Est separatista, ci mostrano che le cose andarono diversamente.

I due filmmaker inglesi infatti, servendosi di materiale fornito dalle vittime o da archivi governativi, hanno realizzato un collage di fotografie, video di cellulari e telecamere non professionali, registrazioni audio, per condensare in pellicola più di due decenni di lotte civili. Ne è venuto fuori un agghiacciante affresco di violenza, stupri, sangue, sadismo, nel quale si scoprono crude verità sulla morte del piccolo Balachandran.

Due delle fotografie recuperate per la realizzazione del film ritraggono il dodicenne seduto con in mano uno snack, o intento a guardare fuori dal bunker. In un'altra immagine, invece, appare il corpo esanime e il petto perforato dai proiettili del ragazzino, che indossa gli stessi vestiti. Analisi digitali hanno chiarito che la foto del cadavere è stata scattata con la stessa macchina delle precedenti, a due ore di distanza.




E appare chiaro come la giovane vittima fu catturata viva durante il blitz, per poi essere brutalmente uccisa in un momento successivo. Come Macrae ha scritto sul The Hindu, "Le nuove fotografie assumono un'importanza fondamentale, perché sono la prova che Balachandran non fu ucciso nella lotta armata, la sua morte fu deliberata e calcolata".

A far rabbrividire, osservando le immagini del ragazzino in vita, paffutello e dall'aria buffa, è il pensare alla totale impunità con la quale delle autorità governative hanno sacrificato il tassello innocente di un sistema del quale suo malgrado era parte. Jayalalithaa Jayaram, ministro capo della regione indiana del Tamil Nadu, a OneIndiaNews ha condannato con forza l'omicidio: "È un atto inumano. Era solo un bambino". Ha poi ribadito che il caso deve essere considerato crimine di guerra e trattato dalla Corte Internazionale.

Dopo gli appelli dei giorni scorsi di Navanethem Pillay, Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, riguardo la necessità di approfondire con indagini internazionali i crimini di guerra del governo cingalese, c'è da sperare che il film, pronto ad essere presentato al Geneva Human Rights Film Festival in occasione del ventiduesimo Concilio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, serva a mettere pressione sui tribunali internazionali affinché procedano a un intervento.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.252) 17 aprile 2013 11:01

    UNa guerra durata 26 anni perpetrata da un’associazione terroristica a letteralmente prosciugato il raziocinio di un’intera popolazione , il 12 enne era una vittima innocente come lo erano state tutte le altre vittime civili fatte fuori dalle tigri tamil , sconfitto il nemico spero che il raziocinio torni nlle menti di chi da soldato ha esaurito la sua voglia di vivere per troppi anni

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