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Spos* in fuga

Raztinger, il 21 dicembre 2012 aveva commentato così i matrimoni gay: “Un attacco alla pace e alla giustizia”. Papa Francesco sembra voler applicare un vero rinnovamento e quindi ha chiamato i fedeli ad esprimersi con un sondaggio su alcuni temi: contraccezione, coppie di fatto, etero e gay, comunione ai divorziati risposati. Se i tempi sono maturi potremmo davvero essere di fronte ai primi passi della rivoluzione culturale che solo la Chiesa può avviare.

Intanto le coppie omosessuali che vogliono sposarsi devono emigrare. Sul blog “Lei disse sì” gestito da Lorenza ed Ingrid nella sezione “spos* in fuga” sono presenti le foto di coloro che si sono recati all’estero per contrarre matrimonio, infatti si legge: “Anche se questo è il blog del nostro matrimonio abbiamo il desiderio di condividere una pagina con tutte le coppie che per siglare il loro amore hanno dovuto passare la frontiera o che lo faranno nel prossimo futuro, come noi.”

Ingrid spiega: “Volevamo mostrare la naturalità di un gesto comune che in Italia non è concesso a tuttiHo sempre desiderato sposarmi, la nostra vita è scandita da riti e celebrazioni più o meno visibili, il matrimonio con tutti i suoi eccessi e le sue contraddizioni è uno di questi. Per nulla al mondo ci avrei rinunciato.” Il progetto è nato con non poche difficoltà, Lorenza precisa: “In primo luogo dobbiamo fare i conti con la nostra cultura omofobica, mettere a disposizione di tutti i nostri preparativi per il matrimonio non è stato semplice, ma abbiamo pensato che potesse essere un modo per iniziare a cambiare le cose, poter dire al nostro vicino: 'Non è mia sorella, ma è mia moglie'. Il matrimonio è stato un traguardo, è stata una vittoria personale. Il passo successivo è stato la sessione “spos* in fuga” dove abbiamo raccolto le testimonianze di chi come noi è dovuto andare all’estero. Grazie ad un consigliere comunale di Firenze siamo riuscite a far conoscere all’intero consiglio comunale che esistiamo e siamo entrate a far parte, come gruppo informale, della Consulta comunale contro l’omofobia. In questi mesi abbiamo conosciuto tante coppie che hanno contratto matrimonio all’estero, ma una volta tornate in Italia, possono mettere quel pezzo di carta in un cassetto o incorniciarlo. Noi vogliamo andare oltre, suggeriamo a chi si sposa all’estero di chiedere la registrazione dell’atto nel comune di residenza in Italia, per noi, il comune di Firenze ha dovuto rispondere che non esiste una legge italiana che riconosca la legittimità delle nostre nozze, ma almeno esiste un documento in archivio. L’obiettivo è riuscire a realizzare un vero e proprio censimento, soprattutto per le famiglie arcobaleno che oggi hanno come unico appiglio per i loro diritti l’Europa.

Quest’ultima è un’iniziativa importante che potrebbe essere fondamentale per sensibilizzare il legislatore. Il blog vuole anche mettere in pratica il progetto dedicato agli adolescenti (“Le cose cambiano”), rassicurarli sulle loro incertezze, paure che a quindici anni sono normali, ma poi la vita cambia, c’è una speranza.

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