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Spending review. Tagliamo la spesa delle amministrazioni locali

Il governo tecnivo va a ripetizione, di solito ci vanno gli studenti, ma ora ci vanno i professori. La spending review, ovvero "revisione della spesa", autorizza la deresponsabilizzazione degli amministratori locali ed inoltre fomenta quella che è la più grande truffa mediatica, cioè che tagli di alcuni punti percentuali di spesa pubblica portano alla macelleria sociale. Serve modificare questo approccio, tagli del 3-5% della spesa pubblica, se indirizzati verso gli sprechi, non fanno macelleria sociale e non hanno effetti regressivi, vedi la pista di sci ad Ostia.

Il governo Monti va a ripetizione, inizia con l’inglese, non bastava dire revisione della spesa ci serviva il termine in inglese perché fa più effetto.

Di solito si va a ripetizione quando si hanno delle lacune di preparazione che i normali corsi scolastici non riesco a colmare. Con tutti i professori che abbiamo al governo ne abbiamo assunto altri tre (Giavazzi, Amato, Bondi), ma la cosa strana è che questa volta ad essere bocciati non sono gli studenti (cittadini), bensì i professori.

Se proprio si voleva fare questo cambio in corsa potevamo sostituire direttamente i ministri Passera, Giarda & co., impalpabili fino ad ora. Ma vediamo i nuovi arrivati. Sulla nomina del professor Giavazzi ho qualche dubbio, non sulle idee con cui mi trovo abbastanza d’accordo, ma sul modus operandi del suo arruolamento. Mi sembra quasi un “visto che mi stai martellando di critiche, vieni, provaci tu a cambiare qualcosa, visto che sei tanto bravo”, ma spero di sbagliarmi.

Un commissario per la spending review mi sembra la cosa più sbagliata per una serie di motivi. Come ho già spiegato in un altro post, attualmente le entrate dello stato ammontano a circa 750 miliardi contro i circa 800 di spesa; quindi la riduzione dovrebbe essere di circa 50, con 4,2 ci fai ben poco. Ma poi è proprio l’idea del commissario che non mi convince perché si toglie responsabilità agli amministratori locali, i quali si nasconderanno dietro la scusa di Bondi "il tagliatore" per giustificare la riduzione degli interventi a livello locale.

Questa è la più grande balla che ogni volta dobbiamo sentire dai nostri politici. Prendiamo ad esempio il comune di Roma, in cui vivo, se si prospetta un taglio del 5% del budget comunale, subito si lanciano gridi di allarme: “Non potremmo più aprire gli asili nido; non potremmo più assicurare l’assistenza agli anziani “ e via discorrendo. Questa è la più grande truffa mediatica che ogni volta ci propinano. Siccome il bilancio di un comune è fatto di tante voci, se ti riducono le entrate del 5%, badate non del 50%, significa che devi tagliare il superfluo e non gli asili nido che sicuramente non prendono tutto il bilancio comunale, anzi forse non arrivano neanche all’1%.

Certo, se poi per il comune di Roma è prioritaria la pista di sci ad Ostia, un milione e mezzo di euro stanziato nell’ultimo bilancio, allora è tutto un altro discorso. Se non si capisce questo e non si responsabilizzano gli amministratori locali, i commissari servono a poco. Enrico Bondi lo avrei visto meglio alla Rai, sarebbe stato un ottimo Direttore Generale. E infine, ma Giuliano Amato non era in pensione? O forse è il primo esodato a cui è stata trovata una nuova occupazione per maturare l’età pensionabile?

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