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Home page > Attualità > Spending Review: caccia a sprechi finanziari e spese inutili

Spending Review: caccia a sprechi finanziari e spese inutili

Invito del Governo: “Puoi  segnalare uno spreco finanziario”. Questo il percorso web: www.governo.it, clicca 'Spending Review', 'Esprimi un'opinione', quindi digita nome, cognome, e-mail, città, l’oggetto e il testo. Un inedito esperimento di democrazia partecipata. Furiosi Partiti e Sindacati.

Prosegue implacabile la sforbiciata del Governo Monti agli sprechi pubblici, assoluta novità in Italia: diminuzione delle consulenze, tagli all'organico, riduzione di stipendi di manager, tagli a voli di stato e auto blu, soppressione di enti inutili, riforma delle Province.
 
Saranno colpite tutte le amministrazioni pubbliche (le agenzie e/o soggetti pubblici) e tutti gli enti locali,  per 2,1 miliardi di euro. Era ora! 
 
Fra 14 giorni Enrico Bondi, commissario per la "Spending review", presenterà il cronoprogramma dei tagli. Poi sarà la volta di Partiti e Sindacati, per i quali Giuliano Amato fornirà dati ed analisi sui relativi finanziamenti pubblici... ed allora verrà il bello!
 
Ps: più in particolare le amministrazioni pubbliche dovranno tagliare gli sprechi ed  i consumi di energia... a chi non è mai capitato di essere inutilmente, sadicamente torturato dai termosifoni roventi di qualche Scuola e/o Ufficio Pubblico, mentre i camini eruttano gas nell’atmosfera?
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.122) 5 maggio 2012 09:24

    sprechi e corruzione sono nelle gare di appalto per la fornitura dei presidi ospedalieri e delle attrezzature sanitarie.sprechi e corruzione che coinvolgono tutti i vari livelli amministrativi e sanitari degli enti ospedalieri.io proporrei una centralizzazione delle scelte ,dai farmaci alle attrezzature,con delle commissioni molto selettive e alla presenza di notai.effettuata l’aggiudicazione a livello nazionale,le varie regioni possono attingere a quest’unico sito nazionale per l’approvvigionamento,previa relazione dettagliata e documentata dei fabbisogni.Insomma io penso che si dovrebbe trovare un modo trasparente per evitare che gli sprechi si moltiplichino esponenzialmente in ogni regione,specie al sud.

    • Di (---.---.---.129) 6 maggio 2012 23:51

      io stò con la leva occupazionele negli ospedali....dove l’operatore sanitario dovrebbe vivere con maggior serenità per trasmetterla al paziente già in stato di ansia e preoccupazione...nn pensi???ciao e buona notte!!!

       

    • Di (---.---.---.105) 17 luglio 2012 18:35

      L’ “INEFFICIENZA” DEI TRIBUNALI MILITARI ALLA LUCE DEL DECRETO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE 148/2011 – di Giovanni Surano

      Con decreto legislativo di attuazione della legge delega 148/2011 il Ministro della Giustizia Paola Severino ha rivoluzionato la geografia giudiziaria italiana, sopprimendo 37 tribunali, 38 procure, 220 sezioni distaccate e 674 sedi di giudici di pace, per un totale di 969 uffici giudiziari. Il provvedimento, abbozzato in un periodo di furore governativo finalizzato all’attuazione di una disciplina di bilancio e revisione della spesa pubblica, a detta del Ministro nulla c’entra con l’opera di risanamento dei conti se non di riflesso ma attua invece una delega ereditata dal precedente governo “che consentiva la riorganizzazione dei tribunali e delle aree giudiziarie, per rendere efficiente giustizia anche attraverso la redistribuzione giudiziaria”.
      Ad ogni modo, tanto che lo si voglia considerare ontologicamente pedissequo alla c.d. spending review o come mera attuazione della legge delega 14.9.2011, n.148 mirata alla razionalizzazione strutturale della macchina giudiziaria italiana, oppure ad entrambe le ipotesi, alcune considerazioni sullo schema di decreto legislativo vale la pena di farle.
      Il primo punto da affrontare è il criterio adottato dal Ministro per decidere quali tribunali tagliare e quali sottrarre alla scure di via Arenula.
      Il criterio è quello dell’efficienza. Cosa vuol dire?
      In sostanza si è deciso che quei tribunali o uffici giudiziari che non rispondono a certi parametri o indicatori c.d. di efficienza sono da considerare dei rami secchi della pubblica amministrazione e come tali da sopprimere.
      Necessita a questo punto capire quali siano questi indicatori che introducono per la prima volta il concetto di efficienza agli uffici giudiziari.
      Si è detto che affinché un tribunale o ufficio giudiziario possa ricevere la patente di efficienza e quindi sopravvivere al processo di razionalizzazione deve rispondere a 5 indicatori i cui valori devono stare al di sopra di quelli convenzionalmente definiti: l’estensione del territorio (2.169 chilometri quadrati), il bacino d’utenza (382.191 – numero abitanti), i magistrati addetti in organico (28), i carichi di lavoro (18.094 carichi sopravvenuti) e le definizioni medie annue per magistrato (638,4). In difetto anche di uno solo dei cinque indicatori il tribunale o l’ufficio giudiziario sarà soppresso.
      Una linea rigida, non c’è che dire, soprattutto quando si volge l’attenzione a quegli uffici giudiziari carenti di uno di quegli indicatori e che insistono in territori ad alto rischio di criminalità organizzata. Se non vi è alcuna difficoltà a credere al Ministro quando afferma che in seguito alla revisione della geografia giudiziaria la giustizia stessa nel suo complesso non ne risentirà, un pensiero sull’impatto emotivo o su messaggi più o meno distorti che come tali possono essere recepiti quando si andrà ad abbassare la saracinesca di alcuni tribunali di frontiera del meridione è lecito averlo. Ma tant’è.
      La premessa era necessaria non per criticare la meritoria opera di questo governo nella sua complessiva azione di razionalizzazione della struttura giudiziaria, tantomeno per confutare i criteri adottati, ma per introdurre il secondo punto del discorso cioè la comparazione in termini di efficienza tra giustizia ordinaria e giustizia militare alla luce del predetto decreto.
      Avendo consapevolezza che le due giustizie rispondono a esigenze ed a dicasteri diversi, una comparazione va fatta, se non altro per tre motivi fondamentali:
      Il processo penale militare è identito, salvo alcune differenze sull’azione penale del PM, a quello ordinario;
      I magistrati militari sono soggetti agli stessi meccanismi di progressione di carriera di quelli ordinari;
      I trattamenti stipendiali dei magistrati militari sono agganciati a quelli dei magistrati ordinari.
      In altri termini, posto che i magistrati militari svolgono lo stesso lavoro di quelli ordinari, godono degli stessi benefici di carriera e dello stesso trattamento economico di quest’ultimi , rimane da vedere se entrambe le categorie sono sovrapponibili anche dal punto di vista della produttività in seguito all’introduzione del concetto di “efficienza” degli uffici giudiziari.
      Il magistrato militare, pagato e gratificato in carriera quanto il magistrato ordinario, produce quanto quest’ultimo?
      E’ agevole rispondere alla domanda prendendo a riferimento i dati del sito internet del Ministero della Difesa www.difesa.it e quelli illustrati nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario militare 2012 del presidente della Corte Militare di appello dott. Vito Nicolò Diana.
      Si apprende da quei dati che gli indicatori di produttività della giustizia militare sono abbondantemente al di sotto di quelli delineati dal Ministro di Giustizia per certificare l’efficienza di un ufficio giudiziario e per giustificarne la sua esistenza.
      Basti pensare che nessun tribunale militare dei tre esistenti (Roma, Napoli, Verona) raggiunge gli standard produttivi indicati dal Ministro, nemmeno se venissero accorpati in un unico ufficio. Tribunali con 10 magistrati in organico tra giudicanti e requirenti (1/3 rispetto all’indicatore di efficienza) che producono mediamente 60-70 sentenze all’anno fanno riflettere al cospetto degli indicatori che hanno decretato la chiusura di 969 uffici giudiziari. Procure militari e uffici del gip/gup che trattano mediamente 600 nuovi procedimenti all’anno (1/30 rispetto all’indicatore di efficienza) e che solo 1/10 di questi si traduce in un rinvio a giudizio danno l’idea dell’esigua mole di lavoro che interessa la magistratura militare se raffrontata con quella ordinaria.
      Tanto per dare qualche altro numero, dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2011 sono pervenuti al Gip-Gup dei tre tribunali militari 1802 fascicoli e ne sono stati esauriti 1727, dei quali 1281 con decreto di archiviazione, 198 con decreto che dispone il giudizio, 9 con decreto di giudizio immediato, 59 con sentenza di non luogo a procedere, 82 con sentenza di applicazione della pena su richiesta, 54 con sentenza a seguito di giudizio abbreviato e 44 con altri provvedimenti.
      Il carico di lavoro dei 3 tribunali militari è stato gestito da circa 31 magistrati tra requirenti e giudicanti, con un numero di definizioni medie annue per magistrato di circa 60 (1/10 rispetto all’indicatore di efficienza).
      Inoltre, tra stucchi e arazzi di Palazzo Cesi (Tribunale militare Roma), di S.M. Degli Angeli a Pizzofalcone (Tribunale militare Napoli) e del comprensorio S. Lucia (Tribunale militare Verona), sempre nell’anno 2011, i 31 magistrati in servizio hanno portato a termine complessivamente 208 procedimenti di primo grado, producendo una media di circa 65 sentenze/anno per ogni tribunale.
      La Corte militare di appello con i suoi 12 magistrati ha inoltre trattato 113 processi, avendone ricevuti 108.
      Ed infine la Procura Generale militare presso la Corte di Cassazione che con i suoi 2 magistrati ha definito 28 processi.
      Non va dimenticato il Tribunale militare di sorveglianza che con i 3 magistrati in organico si occupa dell’esecuzione della pena con i carceri militari praticamente vuoti.
      Un quadro abbastanza esaustivo che oltre ad indicare la facilità con cui si dà corso alle denunce presso le procure militari (1281 archiviazioni a fronte di 1727 procedimenti aperti) anche quando il fatto denunciato rientra in astratto nell’alveo dell’illecito disciplinare, delinea altresì una situazione di “inefficienza” alla luce dell’introduzione di quegli indicatori che hanno consentito la soppressione di importanti uffici giudiziari ordinari sul territorio nazionale.
      Tale quadro, se analizzato in un’ottica di razionalizzazione delle istituzioni e risparmio di risorse pubbliche potrebbe far divenire legittimo auspicio quel grido di allarme con cui il presidente della Corte Militare di appello all’inaugurazione dell’anno giudiziario militare 2012 ha provocatoriamente ed immaginificamente denunciato la marginalità della giustizia militare: “la Giustizia militare è sempre più evanescente, prossima ad uscire di scena per quindi trovare onorata collocazione nel museo degli istituti giuridici non più attuali”.
      D’altro canto è risaputo che l’apparato giudiziario militare si oppone strenuamente alla temuta (o certificata) marginalizzazione profetizzata dal dott. Diana ed iniziative parlamentari a difesa dello status quo ne abbiamo viste tante anche nel corso di questa legislatura (DDL Cirielli), poi fortunatamente abortite. Legittimamente dal loro punto di vista i magistrati militari rivendicano controriforme della giustizia militare che amplino la giurisdizione anche mediante una ridefinizione della geografia giudiziaria, devastata a loro avviso dallo tsunami che è stata la legge finanziaria del 2008. Ma non per questo ci si può sottrarre da riflessioni che portino ad un ripensamento della giustizia militare che vada nel senso contrario rispetto a quello dei legittimi interessi di parte, tanto più oggi alla luce delle nuove misure di razionalizzazione dello strumento giudiziario ordinario.
      E’ lecito domandarsi per quale motivo sono stati soppressi o accorpati importanti uffici giudiziari in aree ad alta densità mafiosa e mantenuti quei 3 tribunali militari che servono a garantire giustizia ad un bacino di circa 300.000 militari (ben al di sotto dell’indicatore di efficienza di 382.191 abitanti previsto per un solo tribunale ordinario )?
      E’ ancora attuale la specialità della giurisdizione per i militari così come è strutturata? O non è forse tempo di ripensare anche questo strumento?
      Si potrebbe ad esempio ipotizzare, se proprio si sentisse la necessità di non rinunciare alla giustizia con le stellette, all’accorpamento dei tre tribunali oggi esistenti in un unico tribunale militare con sede in Roma e portare così a compimento quel piano avviato con la finanziaria del 2008 che ridusse da 9 a 3 i tribunali militari, con considerevoli risparmi economici e utilizzo dei magistrati militari in esubero nella giustizia ordinaria.
      Oppure abolire del tutto la giustizia militare come ha fatto la Germania ed altri paesi europei alla fine della 2^ guerra mondiale, e questo avvicinerebbe senz’altro le forze armate italiane a quelle degli altri paesi della comunità europea e lo Stato italiano alla più virtuosa Germania in materia di spesa pubblica.
      Ad onor del vero va comunque detto che la magistratura militare ha svolto una meritoria opera di giustizia in importanti procedimenti come quelli sui crimini nazisti commessi nel periodo della 2^ guerra mondiale, ovviamente al netto dello scandalo dell’armadio custodito nelle segrete di Palazzo Cesi al cui interno furono rinchiusi, con le ante rivolte verso la parete, centinaia di procedimenti penali a carico di ufficiali delle SS i cui fascicoli furono dolosamente tenuti in barrique per più di 30 anni.
      Esaurito quel filone giudiziario con scandali annessi e connessi, abolita la leva obbligatoria e smilitarizzati alcuni corpi armati dello Stato, oggi la magistratura militare, lasciata fossilizzare in una normativa sostanziale che ignora i nuovi reati (si pensi ai reati della sfera sessuale, ai reati telematici, al peculato d’uso, etc.), si occupa prevalentemente di questioni bagatellari che spesso rasentano il confine dell’illecito disciplinare.
      E tuttavia a meno che non si voglia per legge obbligare ciascun militare a commettere almeno tre o quattro reati all’anno per garantire un sufficiente numero di procedimenti, il carico di lavoro di questa magistratura è davvero esiguo se raffrontato a quello della magistratura penale ordinaria e la prossima riduzione di 30.000 unità di personale delle forze armate accentuerà sempre più detta criticità.
      Il dibattito sulla speciale giurisdizione per i militari non è fatto degli ultimi decenni ma risale ai primi anni dello stato post-unitario e giuristi del calibro di Mario Pagano e Arturo Bruchi hanno dato il loro prezioso contributo per spiegare l’inutilità di quello che già a fine 800 veniva percepito come un anacronistico strumento di giustizia. Cogliere l’occasione della razionalizzazione dello strumento giudiziario ordinario in un contesto di crisi economica e di spending review per definire una volta per tutte il destino da riservarsi alla giurisdizione penale speciale sarebbe un’ottima cosa, resta da vedere cosa ne pensano i ministri Di Paola e Severino, quest’ultimo profondo conoscitore della materia per essere stato nel periodo 1997-2001 vice presidente dell’organo di autogoverno di quella magistratura.
      In onore alla memoria di uno dei due giuristi prima citati, Mario Pagano, è utile rileggere un passaggio di un’opera che scritta nel secolo XIX pare di estrema attualità, nella parte in cui in riferimento alla giustizia militare l’autore scriveva: “Ella è cosa avvertita da’ dotti, che le personali giurisdizioni sono funeste conseguenze del governo de’ barbari presso de’ quali le giurisdizioni furono personali tutte. I Romani non conobbero affatto siffatte perniciose distinzioni. L’uomo cinto di toga e quello armato di spada obbedivano del pari allo impero dello stesso Pretore” (Mario Pagano – Principii del codice penale e considerazioni sul processo criminale, Cap. XXVII).

  • Di (---.---.---.227) 5 maggio 2012 11:45

    RIVOLUZIONE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  • Di (---.---.---.79) 5 maggio 2012 15:00

    LO SAPRESTE BENE COME RIMETTERE I CONTI AL LORO POSTO,GLI SPRECHI LI AVETE SOTTO GLI OCCHI , MA NON LI VEDETE, OPPURE NON LI VOLETE VEDERE?! LA TESTA SOTTO LA SABBIA SONO CAPACI TUTTI A METTERLA, QUANDO L’ECONOMIA PERSONALE FUNZIONA BENE, NON VOLENDO FARE DI TUTTA L’ERBA UN FASCIO, CHIEDEREI MENO DEMAGOGIA E PIU’ REALISTICITA’. SE IL COSTO DEI PRODOTTI CRESCE, PERCHE’ CRESCONO LE TASSE, CREATE RECESSIONE,PERCIO’ IL POTENZIALE IMPRENDITORE CHIUDE, E LA CRESCITA DEL PAESE NON C’E’, E DI CONSEGUENZA IL LAVORO PURE, AUMENTA, LA DISSOCUPAZIONE, AUMENTA LA CRIMINALITA’, IN PRATICA AUMENTA TUTTO CIO’ CHE NON DEVE AUMENTARE E DIMINUISCE TUTTO CIO’ CHE DOVREBBE CRESCERE, COMINCIARE A TOGLIERE LE AUTO BLU’, 15 MILIARDI SPESI INUTILMENTE PER I CACCIA BOMBARDIERI, MENTRE, CHI CHIEDE DEI SERVIZI VEDE VENIRNE MENO, TOGLIETE LE PROVINCE E LE REGIONI CHE SONO SOLO SITUAZIONI DELINEATE A DARE DEI VANTAGGI POLITICI, MENO BUROCRAZIA, PIU’ ELASTICITA’, CERCARE DI CREARE POSTI DI LAVORO,CERCANDO DI INCENTIVARE I DATORI DI LAVORO AD ASSUMERE COME DIPENDENTE A TEMPO INDETERMINATO E NON COME TUTTI QUE CONTRATTI ATIPICI.

  • Di (---.---.---.182) 5 maggio 2012 15:42

    prima di tagliare occorre che in ogni ambito amministrativo-gestionale del settore pubblico (ad esempio:ospedali-scuola-regione-province-comuni etc) si creino " gruppi di lavoro" all’ interno di ogni singola Funzione che risponda non al Capo Funzione ma ad un " Process owner" il quale avrà la responsabilità di "ridisegnare tutto il processo relativo alla Funzione presa in esame. In parole povere, occorre analizzare passo per passo un certo processo amministrativo e-o gestionale, ridisegnarlo per renderlo il più efficiente possibile, e verificare tutte le "non conformità" per eliminarle. E’ evidente che questa "entità di verifica", nella fase progettuale dovrà interagire e combattere con i responsabili di Funzione, i quali dovranno, in relazione ai correttivi da apportare, ridisegnare le attività, ricollocare le responsabilità ed evidenziare il numero delle persone praticamente ridondanti rispetto al nuovo processo. In moltissime multinazionali private, in questi ultimi 10 anni, sono stati sottoposti a revisione (prima di effettuare tagli di spesa e di personale) tutti i processi produttivi e non, con abbattimenti di costi e spese anche superiori al 20-25%. Se non si opererà con metodo, si rischierà di tagliare spese e costi a macchia di leopardo, trascinando nel caos gestionale tutti i processi funzionali, con gravi conseguenze nei servizi (o per mancanza di servizi medesimi o per inadeguatezza ) a discapito dei cittadini. Tagliare qua e la va bene ed è facile dov’ è lampante la "non conformità" ed il relativo spreco, ma la sburocratizzazione non è così semplice da semplificare senza un chiaro progetto quali-quantitativo di riferimento.

    Lombardi Alberico - 
  • Di (---.---.---.221) 5 maggio 2012 18:19

    I NOSTRI POLITICI DOVREBBERO VERGOGNARSI. OGNI VOLTA CHE SI AUMENTANO TASSE AI CITTADINI CON UN SOTTERFUGIO SI AUMENTANO GLI STIPENDI L’ULTIMO AUMENTO CREDO FOSSE D I " SOLE " 700 EURO. PER PRIMA COSA DI DOVREBBERO RIDURRE I PARLAMENTARI. TAGLIARE GLI STIPENDI ,E PORTARLI MASSIMO A 5.000 euro AL MESE. MENO AUTO BLU. MENO SOLDI AI PARTITI. SOPPRESSIONE DI ENTI. INDIVIDUARE GLI SPRECHI ED ELIMINARLI. LA TASSA SULLA CASA POI E’ UNA VERGOGNA! CE LA SIAMO COMPRATA CON MILLE SACRIFICI, RINUNCIANDO A VACANZE VESTITI ECC. ARRIVIAMO (QUANDO CI ARRIVIAMO ) ALLA TANTO SOSPIRATA PENSIONE, E A MALAPENA A FINE MESE , E PER DARCI UNA MANO CI TAGLIANO ANCHE QUELLA. VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA. ANDATE TUTTI A CASA!!



  • Di (---.---.---.141) 6 maggio 2012 07:51

     

    Lotta agli sprechi:

    1 - Le votazioni a un solo turno e solo di domenica.

    2 - Le macchine blu devono essere italiane, e solo per il governo.

    3 - Levare il finanziamento ai partiti. I partiti si devono gestire da soli.

    4 - Le pensione ai politici devono essere come ai lavoratori, sia nei tempi che nelle retribuzioni

     

  • Di pv21 (---.---.---.219) 6 maggio 2012 12:17

    Riscossa >

    Da dicembre il Debito è cresciuto di altri 100 miliardi e sfiora ormai quota 2000. Sono oltre 80 mld all’anno di interessi da pagare.
    La disoccupazione è ormai al 10% e la pressione fiscale supera il 45%.
    Si allunga la lista dei “sacrifici” e non c’è alcun “segno” di inversione.
    Mancando una ricetta “politica” anti-crisi si procede per “tentativi di aggiustamento” in attesa di tempi migliori.

    Cosa fare?
    Bastano 3 mesi, volendo, per dare “corpo” alla spending review, per sistemare la riforma del lavoro, la legge elettorale ed i “rimborsi” ai partiti.
    Resta poi tutto il tempo per tornare alle urne entro ottobre.
    Per i partiti la “chiamata alle urne” è la vera sfida “politica” di capacità progettuali/propositive. E’ il passaggio “obbligato” per la formulazione di strategie di governo incisive e tempestive.
    Basta un semestre per poter “scegliere” ed imboccare, per tempo, una via d’uscita.
    Altrimenti la crisi continuerà ad avvitarsi più che Se fosse stagnazione

  • Di (---.---.---.164) 6 maggio 2012 13:39

    Non so se è stato menzionato il taglio alle scuole private,( molte non formano e vendono solo titoli di studio, per le altre è un ulteriore regalo a chi puo’ tranquillamente pagarsele ), chi vuole usufruirne se le paghi, chi non puo’ vada alle scuole pubbliche, mi sembra elementare, il contrario significa beffa e spreco.

    Ma vorrei soprattutto suggerire il taglio di tutte quelle norme che impediscono di punire chi abusa della propria posizione per vessare e alimentando la corruzione. Insomma se non ci sono introdurre pene severe, ed applicarle, a tuti coloro, dai politici agli amministartori ai cittadini complici, che commettono l’illecito.
    sarebbe un bel passo avanti e , sono sicuro diminuirebbro tantissimi sprechi soprattutto quelli legati agli appalti.
    Magari!!!!!!!!!!
  • Di (---.---.---.162) 6 maggio 2012 14:38

    RESTELLI GIORGIO
    CARONNO PERTUSELLA (VA) - [email protected] - sprechi della pubblica amministrazione.

    La nuova giunta comunale, insediatasi da oltre un anno, ha comunicato alla cittadinanza che si è reso necessario il ritiro del PGT approvato dalla precedente amministrazione, prima della eventuale conferma da parte della provincia, causa inadempienze tali da provocare, a loro giudizio, l’annullamento della delibera relativa ed il ritiro del PGT stesso.

    Si vocifera che il PGT sia costato alle casse comunale parecchie decine di migliaia di euro
    certo è che, alla presentazione, alcuni attuali assessori, avevano sollevato obiezioni su alcuni punti del piano. (ero presente alla riunione) punti discussi con i relatori e dagli stessi chiariti.

    Se la questione delle in "adempienze" riguarda allegati non conformi o addirittura mancanti, come si vocifera, non era più corretto provvedere alla loro sistemazione anche attraverso membri della passata amministrazione ora all’opposizione e non rifare completamente il PGT? In tempi di crisi, gli amministratori buttano al lvento migliaia di euro solo per ordini politici dall’alto? Non si vergognano quando riferiscono di non avere i soldi per costruire una pensilina che protegga dalle intemperie i bambini delle scuole elementari? E quanti altri casi di estrema necessità potrebbero risolvere anzichè lamentarsi dando la colpa al governo centrale?

    E’ sempre la solita storia, tutti parlano di crisi, ma i primi sprechi arrivano da chi dovrebbe adoperarsi per risolverla tanto che i loro privilegi non si toccano VERGOGNAaaaaaa

     

  • Di (---.---.---.25) 6 maggio 2012 16:16

    Non si è ancora sentito da chi governa un minimo accenno alla lotta concreta all’"antistato". Con questo termine, oltre a tutte le mafie che lucrano con il crimine a danno dello Stato e dei cittadini, impiegando omertà, collusione, corruzione , deve essere intesa qualsiasi situazione che crei un conflitto economicamente rilevante tra interessi primari della collettività e interessi privati, tipici della criminalità organizzata, che inevitabilmente si affidano a soggetti pubblici corrotti e compiacenti per porre in essere tutti i loro loschi affari. Per fare un esempio bisogna estirpare una volta per tutte la solidarietà che lega chi evade le tasse ed impiega lavoro nero a quelle strutture pubbliche che impiegando dipendenti corrotti agevolano queste situazioni. Occorre poi dichiarare guerra economica a tutte le mafie che con la loro organizzazione finiscono per impedire il buon andamento costituzionalmente garantito della Pubblica Amministrazione. Estirpare con tutti i mezzi il clientelismo deve essere un obbligo imperativo che deve vedere impegnati tutti. La delazione di comportamenti lesivi dell’interesse pubblico deve divenire un dovere civico e deve essere giuridicamente garantita e tutelata. E poi tutti i patrimoni confiscati alla mafia per legge devono essere affidati ad organismi Sovranazionali che ne devono garantire l’immediata vendita e la destinazione del ricavato al risanamento del debito pubblico.

  • Di (---.---.---.138) 6 maggio 2012 16:58

    nessuna agevolazione ai politici

  • Di (---.---.---.210) 6 maggio 2012 17:50

    lotta all’e

  • Di (---.---.---.210) 6 maggio 2012 17:58

    s dice che il pesce iniza a puzzare dalla testa, per questo a Roma l’aria è irrespirabile. La lotta agli sprechi può essere iniziata in qualsiasi momento, ma non c’è la volonta da parte di chi detiene il potere di rinunciare ai propri privilegie contribuire alla lotta alla semplificazione perchè l’ U.C.A.S. (Ufficio complicazione Affari Semplici) è un datore di lavoro in cui chi è assunto è impossibilitato a lasciare il lavoro, in quanto le sedie parlamentari soni a calamita con alimentzione atomica pressochè inesauribile visto che chi ha la fortuna di sedersi su quelle poltrone, difficilmente se non per motivi di forza maggiore, riesce a staccare il lato B da quei velluti.

  • Di (---.---.---.81) 6 maggio 2012 21:32

    l’articolo, mi sembra un po’ qualunquista...i primi tagli da fare sarebbero quelli relativi alle varie corruzioni esistenti in italia, tagli ai privilegi...ma questi tagli proprio non sono stati fatti fino ad ora...manco che per Monty tali iniquità fossero un tabù...non c’è nulla da rallegrarsi sui tagli al settore pubblico, visto l’andazzo che si è sviluppato fino ad ora ... facili e poco condivisibili entusiasmi quindi, che sanno molto di demagogia...

  • Di (---.---.---.25) 21 maggio 2012 12:57

    Per me un altro speco è quello di tenere aperti i seggi elettorali per 2 giorni. Ne basterebbe uno soltanto. Perchè? Perchè le scuole sedi di seggio elettorale sono chiuse per ben 3 giorni, come quella in cui è iscritto mio figlio e io che lavoro e ho un figlio disabile sono a casa, in quei giorni non lavoro perchè nella città in cui vivo, cioè Taranto, non c’è un’associazione o qualunque cosa essa sia in grado di sostituire la scuola e quindi di occuparsi di mio figlio quando sono al lavoro. Vi pare poco? Dalla fine di Maggio come ogni anno ritornerà il probelma di dove collocare mio figlio nel periodo estivo, tenuto conto che per tutto agosto quì è CHIUSO PER FERIE. Per noi non esistono le ferie!!!!!!!!!

  • Di (---.---.---.172) 5 giugno 2012 12:10

    evviva.il terremoto ha salvato monti e i politici.NON SI RIDUCE IL NR.DEI POLITICI ,NEMMENO GLI STIPENDI.LE PARLAMENTARI VANNO ALL’IKEA CON 3 GORILLA ,non sappiamo se con autista e l’auto blu straniera.Al sud sono sempre poveri e bisogna mantenerli con un buon stipendio statale o regionale che e’ sempre la stessa borsa ,per passare il tempo vanno al mare o a pescare.sono tanto poveri che per racimolare soldi affittano i garage come appartamenti per la stagione estiva a caro prezzo naturalmente in nero.sono tanto poveri che tanti si laureano con CEPU a pagamento.ma lo scandalo e’ solo x i figli di BOSSI.E DI PIETRO dove l’ha comprata’?

  • Di (---.---.---.178) 3 luglio 2013 22:02

    QUESTI POLITICI DI M...... SANNO ESATTAMENTE DOVE TROVARE LE RISORSE PER DIMINUIRE LA TASSAZIONE SU I SOLITI CHE SONO COSTRETTI A PAGARE LE TASSE.

    "TUTTI DOVREBBERO PAGARLE PER PAGARE MENO TUTTI" E’ UNA BALLA DI QUELLE

    ENORMI DETTA A CONFORTO DI QUEI POVERI CITTADINI CHE NON RIESCONO AD

    "EVADERE" O MEGLIO A NON PAGARE QUANTO DOVUTO ALLO STATO SECONDO LE

    LEGGI IN VIGORE. I POVERI CRISTI A CUI MI RIFERISCO SONO TUTTI I LAVORATORI

     DIPENDENTI E I POVERI PENSIONATI CHE CONTINUANO A PAGARE LE TASSE COME

    HANNO SEMPRE FATTO.-

     

  • Di (---.---.---.88) 10 dicembre 2013 14:08

    eliminate le tasse di possesso..... BASTA CON IL BOLLO AUTO E IL CANONE RAI. NON se ne puo’ piu’.... 1000 euro di stipendio. casa in affitto 500 Eu mese poi le bollette. FACCIAMOLA FINITA.

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