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’Soltanto per loro’ di Leonardo Caffo

Leonardo Caffo, classe 1988, fa parte di quella declinazione di giovani che sta plasmando il proprio destino nel delicato equilibrio tra studi, mestieri intellettuali e ricerche d’un proprio spazio in cui essere, esprimersi e proseguire percorsi.
 
Catanese, attualmente vive a Milano, ha studiato logica e filosofia della scienza poi etica. Dirige la Rivista Italiana di Filosofia Analitica ed è redattore di Inkoj, rivista dell’Università degli Studi di Milano e del Centro di Studi Linguistici per l’Europa dedicata ai linguaggi artificiali.
 
Il suo secondo saggio, Soltanto per loro – Un manifesto per l’animalità attraverso la politica e la filosofia – è stato pubblicato da Aracne nel marzo 2011 (pag.136 a nove euro).
Si tratta di un progetto ambizioso, questo libro.
Articolato in cinque capitoli a loro volta divisi in parti, si conclude con setta pagine di bibliografia.
 
Iniziando da ‘Cos’è la questione animale?’, Caffo affronta diverse tematiche avvalendosi di un approccio preciso e strutturato, a richiamare filosofi e studiosi senza dimenticare la proprio voce, una guida ad accompagnare il lettore in un viaggio per certi versi lineare, non semplice.
 
Caffo non fa mancare argomenti, logiche, tesi e ribaltamenti con cipiglio deciso, consapevole e fermo su posizioni, ragionamenti articolati quanto incastri di conoscenze.
 
Non si tratta di un linguaggio complesso, quello di Caffo, la difficoltà sta nel seguirne i percorsi senza avere (non necessariamente è così automatico per tutti) specifiche conoscenze delle tematiche affrontate quanto dei pensieri filosofici proposti ed analizzati.
 
Si era detto che obiettivo di questa sezione è quello di comprendere come le nozioni di corpo, espressione e morte costituiscano il nucleo intrinseco di ciò che include, l’animalità tutta, nella sfera della moralità.
In una prima fase dell’animalismo sono stati isolati alcuni punti che dovrebbero rendere gli animali degni di una considerazione morale. Vediamo quali sono.
 
a) Il dolore è negativo, dove per dolore si intende qualsiasi genere di sofferenza sia fisica che psicologica, a prescindere da chi lo provi (sia esso un animale o un umano).
b) Gli esseri umani non sono gli unici capaci di provare sofferenza o dolore, queste condizioni appartengono anche alla maggior parte degli animali non umani, molti dei quali sono in grado di provare anche forme di sofferenza che vanno al di là di quella fisica.
c) Nel valutare utilitaristicamente la gravità dell’atto di togliere una vita, bisogna prescindere da: razza, sesso, specie, ma analizzare altre caratteristiche dell’essere che verrebbe ucciso: suo desiderio di continuare o meno a vivere, qualità della vita che sarebbe in grado di condurre.
Questi tre punti costituiscono un fondamentale traguardo nel pensiero filosofico.
(pag.38)
 
Preciso, metodico, Caffo spiega ogni passaggio, riepiloga, segnala riferimenti e ricerche.
 
Le tematiche, nonché la macro tematica ovvero “la questione degli animali”, non sono nuove nelle trattazioni saggistiche quanto nella narrativa contemporanea. Lo stesso Caffo lo riconosce, pur rivendicando la necessità di impostare questo libro a sviscerare ciò ‘che manca’ o che, fin ora, è stato meno chiarito, meno focalizzato non solo nell’immaginario del cittadino quanto del fruitore di contenuti e perfino dello studioso.
 
Questa sezione fa da specchio a quella su argomenti diretti e indiretti del capitolo precedente. Da Singer in poi, ma in realtà la tradizione ha una storia lunga come quella dell’uomo, gli animali hanno (ri)cominciato a popolare i nostri pensieri e, di conseguenza, i nostri libri.
Ma esiste una profonda differenza tra scrivere sugli animali e scrivere riguardo la questione animale e per gli animali, ossia non al loro posto, ma davanti a loro. La letteratura è piena di storie dove sono presenti animali edipici — tipicamente cani e gatti —, che «ci trascinano in una contemplazione narcisistica», che offrono una riflessione su noi stessi piuttosto che sull’animalità.
 
Quello che, da teorici antispecisti, dobbiamo auspicare, cominciando noi stessi ad instaurare e consolidare questa tradizione, è seguire un leitmotiv che sia costituito, non più da questo o quell’altro animale più o meno edipico, ma sulla questione animale nella sua interezza e gravità.
Come gli argomenti indiretti vanno respinti nella formazione del dibattito preliminare al cambiamento che abbiamo auspicato così libri parziali e strumentali sugli animali, vanno respinti come strumento teorico autenticamente utile alla questione. Anche in ambito scientifico e non filosofico e letterario, seppur con estrema difficoltà e lentezza, dobbiamo cercare di imporre una riflessione sugli animali che provi a mettersi nei loro panni, lasciando che ci dicano da sé, della
loro cultura, del loro linguaggio, di ciò che ritengono significativo nel mondo per il loro essere-nel-mondo.
(pag.70-71)
 
Caffo cerca di riportare gli animali entro una precisa dimensione che ormai l’umano pare negargli, o forse semplicemente trascurare, dimenticare, ignorare. La dimensione di creatura. È dunque recuperando le basi della conoscenza, come l’incontro, che l’uomo può recuperare percezioni e consapevolezze. Empatie, aggiungo io. Ci sono diverse dinamiche che ormai sono entrate nel quotidiano di molti, come le macellerie, le pelli e ogni altro derivato animale che ci circonda e che ormai non vengono più contestualizzati, come ‘derivati animali’ bensì come cose, oggetti, prodotti da comprare o meno, desiderare o meno, indici di mode, abitudini alimentari quanto accessori che partecipano alla definizione di ciò che è chi li possiede.
 

La “liberazione animale” è dunque possibile e Caffo cerca con questo breve saggio di mostrare con gradualità come avvicinarcisi evitando vincoli politici, culturali, e sociali. Un testo ambizioso, per l’appunto ma efficace, che non è possibile ‘spiegare’ ma chiede un po’ di pazienza e una lettura aperta al dialogo asincrono con un autore che ha molto da dire e sta cercando il modo di farlo senza rinunciare a battaglie (che in molti definiscono già da tempo ‘perse’) guardandosi attorno senza perdersi.

 
Link
La scheda del libro sul sito dell’editore.

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