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Siria: uccisi due giornalisti. Chi erano

Si chiamava Remi Ochlik il fotografo ucciso oggi ad Homs in Siria insieme alla giornalista statunitense Marie Colvin, è arrivata da poco la conferma da parte delle autorità francesi. Assieme a loro sono stati feriti 27 civili. La Reuters riporta che secondo un testimone “l'abitazione dove i due si trovavano è stata colpita da proiettili d'artiglieria, e che i giornalisti sono stati poi centrati da un razzo mentre fuggivano”.

Non c’è pace, insomma, per i giornalisti inviati in Siria. Pochi giorni fa un altro giornalista, Anthony Shadid, corrispondente del New York Times e vincitore di due Pulitzer, era morto a causa, sembra, di un forte attacco d'asma, mentre stava rientrando in Turchia dalla Siria.
 
Per la Francia non è la prima vittima: a gennaio, infatti, il giornalista Gilles Jacquier era rimasto ucciso in un attacco durante una visita organizzata dal governo di Damasco, mentre lo scorso novembre era morto il cameraman freelance Ferzat Jarban, mentre un altro cameraman, Basil al-Sayed, era morto alla fine di dicembre.
 
All'inizio di febbraio è invece morto sempre a Homs un giovane giornalista freelance locale che lavorava per il Guardian, l'Afp e altre testate, di nome Mazhar Tayyara.

Marie lavorava per il Sunday Times, aveva 55 anni, negli ultimi 20 era sempre stata in prima linea in paesi ad alto rischio (Iraq, Cecenia, Palestina, Sri Lanka...), specialista del mondo arabo, collaborava anche con la trasmissione "Anderson Cooper 360^" per testimoniare la realtà in Libia e Siria; una delle sue più toccanti testimonianze è stato proprio il racconto della morte di un bambino ad Homs.

Nel 2001 aveva perso un'occhio in seguito ad un'attentato, nello stesso anno fu insignita della stampa inglese dell'ambito premio "Inviato estero dell'anno".

Aveva vinto molti altri premi, grazie alle sue inchieste ed ai suoi documentari su personaggi celebri qual Yasser Arafat e Martha Gellhorn, una dei più celebri corrispondenti di guerra, celebre per i suoi reportage nella guerra civile spagnola

Qui, un'intervista data il 21 febbraio alla BBC.

Remi Ochlik, che di anni ne aveva solo 28, lavorava per diverse testate, sia francesi che internazionali (Le Monde, Paris Match, Time Magazine, The Wall Street Journal...). 

Originario di Thionville, aveva studiato fotografia all'Icart-Photo, una scuola di fotografia parigina.Nel 2005 assieme a Christophe Bertolin et Grégory Boissy fonda la sua Agezia stampa, la Ip3 Press che si occupa di attualità politica, sociale ed economica. Lo scorso anno aveva fotografato le primavere arabe in Tunisia, Egitto e Libia. Grazie ai suoi reportage, sempre nel 2011, aveva vinto il Gran Prix Photo Jean-Louis Calderon per per i seguenti tre lavori: 'La caduta di Tripoli', 'Egitto piazza Tahrir' e 'La rivoluzione dei gelsomini' (le foto si trovano sul sito del fotografo).

Neanche due settimane fa, il 10 febbraio scorso, Remi Ochlik aveva vinto l'ambito premio World Press Photo (equivalente di un'Oscar per il fotogiornalismo); questa la foto che gli valse il riconoscimento:

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