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Sindaci napoletani, tra cui Rosa Russo Iervolino, indagati per epidemia

Torna a farsi strada la – giustizia ad orologeria.

Numerosi sindaci di comuni della provincia di Napoli, tra cui il primo cittadino partenopeo, Rosa Russo Iervolino, stanno ricevendo avvisi di chiusura indagine per epidemia colposa e omissione in atti di ufficio per l'emergenza rifiuti del 2008. Gli avvisi sono stati emessi dal pm Francesco Curcio, della sezione Reati contro la pubblica amministrazione, e notificati dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Napoli.

Siamo nel 2010, in piena emergenza, stiamo al fronte da mesi: da due anni si invitano procure e magistrati ad intervenire, a liberare i faldoni nei loro archivi, a fare giustizia e cosa fanno?

Inviano avvisi di chiusura indagine per qualcosa accaduto oltre due anni fa.

Gli avvisi sono di chiusura indagine, quindi gli stessi primi cittadini avrebbero dovuto aver ricevuto in passato degli avvisi di garanzia, ma quando?

La faccenda non è chiara e sembrerebbe dar adito a quelle indiscrezioni sussurrate nei corridori e che parlavano di minacce, nemmeno tante velate, da parte del governo ai sindaci impegnati a fronteggiare nuovamente l'emergenza rifiuti. Una domanda su tutte muore sulle labbra: se da venti anni la gestione rifiuti è stata terra di conquista da parte di enti e aziende direttamente collegate al governo nazionale, i sindaci, cosa c'entrano? E cosa c'entrano i sindaci sull'aumento delle malattie in Campania? Forse il pm Curcio avrebbe dovuto indagare su chi gestiva le cave, gli impianti, le discariche, come quella di Terzigno, Chiaiano, Giugliano.

Forse c'è da chiedersi se anche questa ennesima notizia non serva a coprire i veri mandanti ed esecutori. Del resto ci sono le prove del disastro ambientale, ci sono i certificati scomparsi, ci sono le pagine con le trascrizioni delle intercettazioni. Cosa occorre di più? Forse l'onestà di chi è chiamato a far giustizia?

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