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Sigilli all’ospedale di Agrigento, non dimentichiamo i malati

Rimbalza sulla prima pagina del Corriere.it il sequestro della struttura dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio di Agrigento.

Nutro la speranza, che oltre ai titoli ricchi di enfasi, si possa passare ad un ragionamento che permetta di valutare realisticamente la situazione e quindi nutro la speranza che si tratti di un polverone.

Infatti, se fosse un polverone potremmo continuare, dopo le verifiche del caso, ad utilizzare la struttura dell’ospedale. Ci avremmo perso ancora una volta in immagine, ma i nostri malati non saranno costretti a viaggiare per aver assicurato il diritto alla salute. La speranza di quanto scrivo è posta in un’immagine, non nella presunzione di innocenza degli indagati. La mappa sismica italiana dimostra che la nostra provincia è, tra quelle italiane, dove minore sarebbe l’effetto di un terremoto. Il nesso, quindi, dell’ospedale pericoloso perchè non conforme alla normativa sismica sarebbe da verificare attentamente.


Non vorrei far intendere che dobbiamo utilizzare, o meglio accontentarci, di un ospedale traballante. Vorrei che gli allarmi siano stati ben correlati alla realtà.

Lo spero, prima di tutto, per i nostri malati. E’ facile chiedere rivolte, arresti, la chiusura dell’ospedale… ai malati chi ci pensa? Dei familiari che dovranno fare decine di chilometri per assisterli in un paese vicino chi si prenderà cura? Mentre la folla sta in piazza a protestare i malati saranno soli, soprattutto perchè un nuovo ospedale non si costruisce in due giorni. E trascorsa la fase della protesta, e sopita tutta la rabbia torneremmo alle nostre occupazioni, lasciando i pazienti ed i loro familiari soli.

Sacrosanto chiedere giustizia, ma non sarebbe vera Giustizia ottenerla sulla pelle di chi soffre.

Per il resto fa bene la magistratura ad indagare, in fondo protegge i cittadini dalla presunta incuria di certuni, ma spero proprio, per il bene dei pazienti, che siano tutti innocenti.

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