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Sfiduciato con 1314 voti il dg RAI Mauro Masi. La replica: “Un tentativo di intimorirmi"

Milletrecentoquattordici voti contro settantasette è il rapporto tra i giornalisti che non vogliono la permanenza di Mauro Masi alla carica di direttore generale Rai e chi l’appoggia, su 1.878 aventi diritto. Un po’ pochino come fiducia per un direttore d’azienda, neanche Marchionne ha ottenuto così poco “affetto” a Pomigliano.
 
Più di mille giornalisti del sindacato USIGRAI hanno espresso la loro riprovazione attraverso il referendum chiedendo di fatto le dimissioni di Masi, quello che, solo nell’ultimo periodo, è riuscito a sospendere Annozero per un “vaffanbicchiere” e ad incassare la sospensione della sospensione da Santoro; quello che non voleva mandare in onda su Raitre “Vieni via con me”, la trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano, che poi ha totalizzato il successo RAI più ampio di pubblico degli ultimi 10 anni, con punte del 30% di share.
 
Masi, forse leggermente risentito, ha dichiarato dopo l’esito del voto: “non c'era certo bisogno di questo costoso evento per sapere come è schierata politicamente Usigrai e soprattutto, ci vuole ben altro e ben altri personaggi per provare solo ad intimorirmi. Anzitutto ciò non può che far rafforzare il mio impegno per una Rai autenticamente pluralista e con i conti in ordine e ciò anche per tutelare il lavoro e i posti di lavoro dei giornalisti dell'azienda".
 
Diciamo che a Sanremo e a X Factor, con il voto delle giurie popolari o con il televoto da casa, ma anche con un’elezione tra i dipendenti RAI, Masi non potrebbe più essere direttore generale. Ma tanto è nominato, per cui perché dovrebbe dimettersi?
 
Da oggi il direttore generale della Rai è l'uomo più sfiduciato della storia del servizio pubblico. Difficile immaginare, per una persona normale, che si possa far finta di niente dopo la valanga di voti contro. In ben più di 1.400 hanno partecipato al referendum promosso dal sindacato dei giornalisti della Rai rispondendo alla domanda: 'Alla luce delle politiche aziendali fin qui perseguite, esprimi fiducia nel direttore generale della Rai Mauro Masi? Davanti a tutti quei 'no' un qualunque super dirigente con il senso di responsabilità non avrebbe dubbi: rassegnerebbe il mandato” dice Carlo Rognoni, esponente del PD che aggiunge: “Peccato che Masi avesse dichiarato - prima del referendum - che lui non avrebbe dato nessuna importanza al risultato. E oggi lo conferma. Non resta che augurarsi che chi lo ha voluto in quel posto di capo azienda sia più sensibile e più responsabile".
 
Anche perché Masi sta per battere un altro suo personalissimo record: dopo Santoro, Saviano e Fazio, anche i politici, in primis Bersani e Fini, stanno iniziando ad ignorarlo. Che sia l’inizio della fine “masiana”? Ai posteri l’ardua sentenza.

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