Se si votasse oggi col Rosatellum? Simulazione YouTrend – Cattaneo Zanetto & Co
Maggioranza al centrodestra, ai giallorossi o a nessuno schieramento: questi i 3 scenari che emergono a seconda della composizione delle coalizioni

Alle prossime elezioni politiche, previste entro il 2023, ci saranno due sostanziali novità rispetto alla precedente tornata: la riduzione del numero dei parlamentari e l’abbassamento dell’età minima per eleggere il Senato da 25 a 18 anni.
Nello specifico, la riduzione dei parlamentari ha inevitabilmente comportato delle modifiche al Rosatellum, il sistema elettorale attualmente in vigore. La riduzione dei deputati da 630 a 400 e dei senatori elettivi da 315 a 200, infatti, ha imposto un ridisegno dei collegi elettorali – sia di quelli plurinominali, sia di quelli uninominali – previsti da tale sistema. In un precedente articolo vi avevamo già mostrato le mappe interattive dei nuovi collegi post-taglio, che un anno fa sono diventati ufficiali.
Ma cosa accadrebbe se oggi si tenessero le elezioni politiche e si votasse col Rosatellum? Per scoprirlo YouTrend ha condotto, insieme a Cattaneo Zanetto & Co, 3 simulazioni, ognuna basata su un diverso schema di coalizioni tra i principali partiti. Nel Rosatellum, infatti, oltre un terzo dei parlamentari viene eletto, sia alla Camera che al Senato, in collegi uninominali, nei quali i partiti si possono alleare presentando candidati unitari col supporto di tutta la coalizione: proprio per questo motivo le coalizioni pre-elettorali sono determinanti nel Rosatellum.
Per simulare la distribuzione dei partiti nei nuovi collegi abbiamo innanzitutto considerato le intenzioni di voto attuali per come delineate dalla Supermedia YouTrend del 2 dicembre. Le percentuali di ogni partito in ciascun collegio sono state poi calcolate sommando al risultato di quel partito in quel collegio alle europee 2019 il suo swing nazionale, calcolato come la media fra la differenza assoluta e relativa a livello nazionale tra le europee e oggi. Sono altresì stati utilizzati dati di sondaggio macro-regionali dalla banca dati YouTrend per perfezionare la stima del risultato locale.
Ad esempio, ipotizziamo che il partito A avesse ottenuto il 10% nazionale alle europee e ora sia stimato al 15% nell’ultima Supermedia YouTrend. In questo caso, la sua differenza assoluta sarebbe +5% (15%-10% = 5%), mentre la differenza percentuale sarebbe +50% (5%/10% = 50%). Se nei comuni del collegio uninominale X alle europee la sua percentuale fosse stata del 20%, il suo risultato proiettato ad oggi sarebbe la media fra 25% (20% + 5% = 25%) e 30% (20% + 20%x50% = 30%), quindi il 27,5%. In pratica, a fronte di una crescita nazionale ipotizziamo che la percentuale di un partito cresca un po’ di più nelle sue zone di maggiore forza rispetto a quelle in cui in passato era meno radicato.
I tre scenari
Di seguito sono illustrati i tre scenari che abbiamo provato a simulare. Si tenga presente che dalle simulazioni sono stati esclusi i seggi riservati alla Circoscrizione Estero (8 su 400 alla Camera e 4 su 200 al Senato).
Scenario A
Coalizioni:
- CSX-M5S (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Articolo 1-MDP, Europa Verde)
- Centro largo (Azione, Italia Viva, +Europa, Forza Italia, Coraggio Italia)
- CDX sovranista (Fratelli d’Italia, Lega)
In questo scenario nenessuna coalizione avrebbe numeri sufficienti per governare in autonomia: i giallo-rossi avrebbero sì, con 100 seggi, la maggioranza assoluta in Senato (se si escludono i senatori a vita e i 4 eletti all’estero, la soglia è pari a 99 su 196), ma alla Camera si fermerebbero alla maggioranza relativa con 194 seggi (a fronte di una soglia di maggioranza assoluta fissata, senza considerare gli 8 eletti all’estero, a 197 su 392).
L’asse PD-5 Stelle conquisterebbe 88 collegi alla Camera su 147 contro i 57 della destra, mentre al Senato il rapporto sarebbe 46-26, su un totale di 74 seggi uninominali. Nessun collegio vedrebbe un’affermazione della coalizione centrista.
La coalizione Lega-FdI sarebbe ampiamente favorita in buona parte dei collegi del Nord (in particolare Lombardia e Veneto) e del Lazio, con l’eccezione delle aree metropolitane di Roma, Milano e Torino. Risulterebbe invece molto staccata in quasi tutto il Sud e nel triangolo centro-settentrionale compreso tra Liguria, Emilia-Romagna e Toscana.
Scenario B
Coalizioni:
- CSX-M5S (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Articolo 1-MDP, Europa Verde)
- Centro riformista (Azione, Italia Viva, +Europa)
- CDX unito (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Coraggio Italia)
In questo scenario sarebbe il centrodestra a vincere, ottenendo 202 seggi alla Camera e 101 al Senato.
La coalizione tra Lega, FdI, FI e Coraggio Italia sarebbe favorita in 83 collegi alla Camera su 147, contro i 62 dell’asse giallo-rosso. Al Senato, invece, il centrodestra sarebbe in vantaggio in 41 collegi e il centrosinistra in 31, su un totale di 74 uninominali in palio. Anche qui, come nello scenario precedente, lo schieramento centrista non riuscirebbe a vincere alcun collegio uninominale.
Il centrodestra unito risulterebbe ampiamente favorito in quasi tutto il Nord, compresi settori dell’Emilia, della Romagna e della Toscana, ma anche in circa metà dei collegi dell’Italia centro-meridionale, dall’Abruzzo alla Sicilia.
Lo schieramento PD-5 Stelle conserverebbe buona parte degli uninominali di Emilia-Romagna e Toscana, quelli sardi e una parte di quelli della Campania.
Scenario C
Coalizioni:
- Alleanza larga CSX-M5S (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Articolo 1-MDP, Europa Verde, Azione, Italia Viva, +Europa)
- CDX unito (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Coraggio Italia)
A vincere in questo contesto sarebbe l’alleanza larga CSX-M5S, che potrebbe contare su 210 seggi alla Camera e 107 al Senato.
Nella quota maggioritaria il centrodestra vincerebbe 60 collegi uninominali alla Camera e 27 al Senato, mentre lo schieramento opposto composto da centrosinistra e M5S in “campo largo” ne vincerebbe 85 alla Camera e 45 al Senato.
Il centrodestra sarebbe favorito in quasi tutti i collegi del Nord e in buona parte di quelli della fascia centrale del Paese che va dal Lazio all’Abruzzo, mentre numerosi seggi del Sud risulterebbero in bilico, in particolare tra Puglia e Sicilia.
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