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 Home page > Attualità > Politica > Sciopero virtuale? Preferisco il Lavoro Virtuale

Sciopero virtuale? Preferisco il Lavoro Virtuale

Prima le cose sembravano fatte con un certo garbo.
Voglio dire, uno se lavora lavora.
Se uno sciopera, sciopera. Non è che lavora scioperando.

Prima ancora le cose erano ancora più chiare: uno lavorava e basta.

Ad oggi la macchina dell’Ufficio Complicazione Affari Semplici sembra andare a piena velocità, gonfio di carburante, spinge al massimo sull’acceleratore per creare più confusione possibile.

Ad oggi, nel mondo dei trasporti almeno, si sciopera lavorando.
Sarebbe come dire mangiare digiunando.

Siamo d’accordo che in Italia si scioperi per una qualsiasi cosa, siamo concordi sul fatto che gli italiani un poco esagerino, e che in molti, purtroppo, utilizzino l’arma della protesta solo per godersi un caffè al bar o una mattinata più lunga a poltrire nel letto.

Talvolta le motivazioni sono futili, così che si è finiti per confondere le manifestazioni serie con quelle poco serie, lo sciopero dei condomini di via della repubblica per la mancanza di condizionatori, con quello degli immigrati per migliori condizioni di lavoro.
Un bel caos.

Dire, però, che è necessario normalizzare, trovare una regola, sembra alquanto strano. Se uno sciopero non causa effetti, non otterrà la minima risonanza, per cui non avrà alcun successo da poter dimostrare sul tavolo contrattuale.

Così si legga per il nuovo, geniale, sciopero virtuale. Uno si mette una fascia al braccio, come nell’est, decide a chi donare il valore economico che produrrà durante la giornata, e si può dire scioperante. No. Si può dire che ha deciso di fare beneficienza, ma non era necessaria la fascia.


Io ho un’altra idea.
Ho un cervello matematico, si sa.
Ho una certa facilità nell’abusare della proprietà commutativa.

Se è possibile scioperare virtualmente,
sarà possibile anche lavorare virtualmente.

Ovvero, per proprietà commutativa, io mi alzo, mi metto una fascia al braccio, non faccio nulla per tutta la mattina e non subisco alcuna detrazione dalla busta paga. Del resto, siamo nati per il cazzeggio, come diceva Kurt Vonnegut.

Non male, come idea.
I matematici mi sono sempre rimasti simpatici.

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