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 Home page > Attualità > Cultura > Scendo. Buon proseguimento [libere annotazioni] - parte I

Scendo. Buon proseguimento [libere annotazioni] - parte I

Da: Titti
A: Letizia
Data: 25 Marzo 2010 00:53
 
Oggetto: Novità.
 
Carissima Letizia,
non sto neanche a scusarmi per la mia produzione epistolare attuale scarsissima in confronto a quella passata, cosa di cui mi sono resa conto scorrendo il libro che Alice ha preparato sgobbando come un bianco (visto che non si può più dire «negro»)
Era arrivata a mettere insieme 500 pagine […] sono stati tagliati, con sentenza quasi salomonica, tutti gli interventi degli interlocutori e molti dei miei, ingiungendomi però di scrivere una mail nuova di zecca sia per rendere l’end più happy sia per annunciare la grande novità: Alice si sposa!
Ciò avverrà alla fine di luglio, il che vuol dire che dovrò resistere fino a quella data, quando già mi apprestavo ad abbandonarmi alla fine del mio ciclo vitale. […]
Ti manderò in anteprima, certa di farti piacere ma vergognandomi un po’, la prefazione di Vito Mancuso, che tu mi insegnasti a conoscere.
Quell’uomo o è un santo o è un pazzo. Comunque è il primo che mi attribuisce un’anima.
(Friggeremo all’inferno insieme?)
 
[…]
 
Da: Titti
A: Alice
Data: 27 Marzo 2010 22:03
 
Oggetto: W gli sposi!
 
Carissima Alice alla tradizionale torta millefoglie,
dunque parlavi sul serio.[…] Se ricordo bene è proprio la Speranza a rimanere in fondo al vaso di Pandora dopo che tutti i mali se ne sono scappati via, a infettare il mondo. Dunque, acchiappiamola questa speranza preziosa, ma con delicatezza, come si prende una bellissima farfalla variopinta, altrimenti ci lascerà solo una polvere d’oro fra le dita. Io stessa, che non posso avere speranze, mi sento rinfrancata: uscirà il mio libro e sarà bello (se Elido non me l’avrà evirato troppo), ho già il riconoscimento di persone che stimo molto (a proposito, posso avere l’indirizzo di Mancuso?) e ho deciso di vivere almeno fino a luglio.
E allora che la festa cominci!
[…]
Mamma
 
Ps: Questa può andare bene come chiusa?
 
[pag.430-431, Scendo. Buon proseguimento di Cesarina Vighy, 30 aprile 2010, Fazi]
 
 
 
Gli stralci sopra riportati sono esattamente parti della fine di Scendo. Buon proseguimento.
Stralci riportati volutamente in questo modo per far saggiare la scrittura della Vighy senza commenti in sottofondo o brusii accondiscendenti. Ciò che c’è stato prima, ciò che l’autrice ha scritto, a chi l’ha scritto e in che modo, da questi brevi assaggi non lo si può intuire. Ed è la struttura stessa del libro a impedirlo.
 
Ogni mail è un microcosmo indipendente che lentamente, con pazienza unisce nomi, pensieri, luoghi e riflessioni. Molto lentamente. Sono veramente poche le corrispondenze che, se lette all’improvviso senza un ‘prima’ e un ‘dopo’ si fatica a comprenderle. Pochissime. Le persone-personaggi, certo, hanno ruoli precisi, negli affetti della Vighy quanto nell’insieme che è questo vivere gocciolante che il lettore percepisce con vivide intensità da una forma narrativa indiretta, ma efficace.
 
Dagli stralci di cui sopra la lucidità, l’acutezza, l’ironia dell’autrice non mancano di centrare il bersaglio. Basta leggerli ascoltandoli.
Scendo. Buon proseguimento non è un romanzo. Non ci sono morti, assassini da scovare. Non c’è il serial killer la cui mente è il peggior rebus dell’ultimo secolo. Gli omini verdi se c’erano, se ne sono andati prima che iniziasse il testo. Non appaiono eroi, magie, avventure, inseguimenti. I buoni e i cattivi, in questo libro, restano variabili sguscianti tra le mani del lettore, alla Vighy non interessa l’etica, se ne frega delle catalogazioni, di etichette e colori standard.
 
Cesarina Vighy scrive. Scrive a qualcuno.
Di questo si tratta, in sostanza.
Di un testo composto da matrioske epistolari.
 
Che l’autrice abbia scritto queste mail per la pubblicazione, o che ci siano finite in fase di ragionamenti editoriali, cosa importa? Cesarina Vighy non inventa nulla di così sorprendente o eclatante. Non è la prima autrice che tira fuori il proprio male scrivendone, e che lo fa da ‘dentro’, partendo dal proprio vissuto che poi si mescola al narrare e muta in forme e risultati. Non è né la prima né suppongo sarà l’ultima.
Certo.
 
Cesarina Vighy sin dall’esordio dell’anno scorso ha chiaramente fatto capire che si trattava di ‘malattia’ e di ‘morte’. O meglio: di una malattia degenerativa (la Sla, nel caso specifico) che porta inevitabilmente alla morte, dunque anche alla sua. E altrettanto chiaramente ha scritto con insistenza che non intendeva attenersi ad alcuna regola, di morale, buoncostume, tradizione, fede, politica, psicologia o sociologia che sia, di nessuna regola in particolare si è mai curata eccetto di una sorta di trasparenza imperfetta, un dire sporcando il detto, un registrare ciò che è, misero o puzzolente che appaia, egoistico quanto crudele, menefreghista e feroce.
 
 
Cesarina Vighy è morta il primo maggio 2010.
E non è un ‘happy end’. Non lo è esattamente come lei stessa, forse con più garbo, quasi sussurrandolo rispetto a pagine precedenti, lo fa notare a Letizia.
Cesarina Vighy era malata. Ora è morta.
 
Quando uscì L’ultima estate, l’attenzione di media, critica e lettori si è dimostrata variegata. Combattuta. Perché l’autrice era ancora viva. Dunque c’erano, aleggiavano ancora, pensieri in chi se ne occupava, legati alla vita che resiste, al dolore, alla Speranza (è davvero un caso che la Vighy ne scriva nell’ultima mail del libro? Non credo).
Di morte, un anno fa, si è scritto e detto ma in punta di piedi, quasi lo si pensasse di pessimo auspicio, il nominarla. Anche se, in onestà, l’anno scorso come oggi, c’era-c’è la consapevolezza che non si trattava di alcuna premura del genere.
 
In Italia non c’è – forse – tabù peggiore della morte, del morire.
E, per diretto collegamento: la malattia, quella grave, che può avere un solo epilogo, e l’essere malato, non-sano, incapace di qualcosa (più facilmente più d’uno) per difettosità di carne o mente.
 
Ora, oggi, a maggio 2010 Cesarina Vighy è morta.
E Scendo. Buon proseguimento è entrato nei circuiti distributivi, tra librerie, vetrine e web, con un giorno di vantaggio sulla morte della sua autrice.
Cosa c’entra tutto questo con il libro, la scrittura, gli eventuali messaggi, trama, sviluppi…?
In teoria nulla.
In pratica tutto.
 
 
[segue giovedì 6 maggio nella rubrica (In)ter(per)culturando.]
 
 
Fonti
 
Scheda de ‘L’ultima estate’ dal sito dell’editore.
Scheda di ‘Scendo. Buon proseguimento’ dal sito dell’editore.
L’anticipazione all’uscita, su AgoraVox.

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