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Scandalo Ruby: dopo la legge anti-pm, le due leggi "ammazza-premier". Tutte firmate PDL

Spesso si pensa che il grado di attenzione che un governo ripone su un determinato problema politico sia direttamente proporzionale alle possibilità che ha tale "inconveniente" di mettere del tutto in ginocchio gli uomini politici al vertice delle istituzioni.
Se questo corrisponde a realtà, le fibrillazioni di questi giorni nelle stanze di Palazzo Chigi mostrano una realtà inconfutabile: il "caso Ruby" non è storia di breve corso. E Silvio Berlusconi ed il suo esecutivo, per la prima volta, sembrano nutrire timori senza precedenti.

A dimostrazione di questa irrequietezza spinta da apparente paura, l'ultima ricetta ipotizzata, senza troppa convinzione, dal capogruppo del Popolo delle Libertà alla Camera, Fabrizio Cicchitto: l'abbassamento legale della maggiore età dai 18 ai 16 anni.
La ricetta, extrema ratio per strappare dalle mani della procura almeno uno dei due capi d'accusa imputati a Silvio Berlusconi (la prostituzione minorile), non solo collocherebbe l'Italia al pari di pochissimi paesi quali Cuba, Kyrgyzistan, Turkmenistan e Uzbekistan, ma di fatto non cambierebbe nulla in relazione al processo che vede coinvolto il Presidente del Consiglio.
Difatti, la legge che l'8 marzo 1975 ha abbassato il limite della maggiore età dai 21 ai 18 anni nulla ha a che fare con l'ordinamento penale italiano, dove la distinzione tra minorenni e maggiorenni è fondata sulla "soglia 18" sin dal 1930 (anno di entrata in vigore del "Codice Rocco"). Lo stesso reato di prostituzione minorile contestato a Silvio Berlusconi (comma 2 dell'articolo 600-bis) fissa esplicitamente a 18 anni l'età al di sotto della quale si configura il reato di prostituzione minorile.

A mettere altra carne sul fuoco, sopraggiunge la recente scoperta fatta dagli organi della stampa nazionale del disegno di legge firmato Luigi Vitali (PDL), per mezzo del quale si desidera introdurre nell'ordinamento giudiziario italiano il diritto ad un risarcimento economico fissato a 100 mila euro per gli indagati sottoposti a intercettazioni in relazioni a processi archiviati o chiusi con assoluzione dell'imputato e, dall'altra, un provvedimento disciplinare nei confronti dei magistrati responsabili.
La proposta di legge, datata 28 ottobre 2010 (segnale impietoso del ritardo di quasi 3 mesi da parte della stampa nazionale di scovare notizie di dominio pubblico), è stata subito interpretata come una mossa in anticipo da parte del PDL per intimorire i giudici di Milano impegnati sul caso Ruby. In realtà, il DDL non ha alcuna attinenza con l'indagine in corso (ben lontana dall'essere un processo terminato per sempre con assoluzione o archiviazione), ma va bensì a garantire allo stesso Berlusconi una quasi-certa fonte di guadagno grazie alle intercettazioni relative ai casi "Rai-Saccà", "Berlusconi-AGCOM" e "D'Addario".

Ciò che invece va a costituire un pericolo "mortale" per Silvio Berlusconi sono ben due proposte di legge che giacciono in parlamento da molti mesi. Il secondo disegno di legge è più recente (risale all'8 aprile del 2010) e può essere definito in un solo modo: un amaro scherzo del destino. Il contenuto del provvedimento (la modifica di un solo comma del codice penale) è racchiuso in un unico articolo, che sembra costruito apposta per portare ad una condanna rapida e dolorossissima del premier.



«Chi commette uno dei delitti di cui al presente articolo (600-bis, prostituzione minorile, ndr) non può invocare, a propria scusa, l'ignoranza dell'età della persona offesa».


Due proposte di legge, due modifiche al codice penale ideate, scritte e pubblicate quando Ruby non aveva ancora mai messo piede (almeno per quanto ci è dato sapere) nelle (poco) segrete stanze del premier e che oggi assumono i connotati di proposte politiche al limite della chiaroveggenza.
Ma a giocare questo "tiro sinistro" a Silvio Berlusconi non sono state alcunefattucchiere del Partito Democratico o alcuni maghi giustizialisti dell'Italia dei Valori.

Gli autori di questi due provvedimenti legislativi "ammazza-premier" hanno firme insospettabili. Si chiamano Baccini, Cassinelli, Catone, Divella, Papa, Torrisi, e via dicendo. Nomi che non dicono molto, ma che hanno uno strano elemento in comune.
Sono tutti parlamentari del PDL.


LEGGI: Intercettazioni, ecco la legge anti-pm

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.98) 25 gennaio 2011 15:02
    Damiano Mazzotti


    A me risulta la maggiore età a 16 anni anche nella civilissima Austria...

    O forse c’è solo il diritto di votoa a 16 anni... 

  • Di ALESSANDRA FIORE SALVATORI (---.---.---.106) 25 gennaio 2011 17:08
    ALESSANDRA FIORE SALVATORI

     Non si muovano le asticelle a proprio comodo e retroattivamente... a seconda di chi é l’esecutivo di una Nazione... 

    ;;; VIVA LA COSTITUZIONE !
  • Di Claudio Cilli (---.---.---.162) 25 gennaio 2011 22:25
    Claudio Cilli

    Premesso che l’articolo spiega bene la situazione, e cioè che la maggiore età stabilita dalla legge è relativa al godimento dei diritti politici e civili (es.: diritto di voto, possesso della patente di guida, ottenimento del passaporto senza consenso di esercita la patria potestà, ecc.), mentre quella al sotto della quale si configurano i reati aventi per oggetto minori è fissa ed è stabilita a 18 anni, la vera tragedia per il nostro popolo è che il Governo e il Parlamento non pensano ad altro che a legiferare o decretare per salvare loro stessi e il Premier mentre l’Italia va a rotoli. E ciò che sconcerta di più è che gli italiani accettano divertiti tutto questo, senza alcuna preoccupazione. Non il Governo e Berlusconi, ma i nostri concittadini sembrano i passeggeri del Titanic che ballavano mentre la nave affondava. Che tristezza.

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