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La fine di un re(gno)?

Le indiscrezioni sul caso si susseguono l'un l'altra minuto dopo minuto, stralci di intercettazioni prendono vita dalle copie in formato A4 dei documenti inediti della Procura di Milano e diventano byte e getti d'inchiostro delle varie redazioni giornalistiche, le prove a carico con il passare dei secondi assumono forme sempre più nitide e consistenze sempre più solide, ciò che sembra una bomba atomica un istante diventa una mera scintilla l'istante successivo, soppiantata da un nuovo dettaglio dalla portata mille volte maggiore.

Nel più devastante dei casi, le notizie di queste ore possono costituire la fine di un dominio politico durato, a fasi alterne, ben 17 anni. Nell'ipotesi più leggera, Silvio Berlusconi si trova di fronte ad un nemico inedito: una vicenda legale (oltre che politica) senza vie di fuga, senza ancore di salvataggio quali lodi, legittimi impedimenti, prescrizioni dei tempi e via dicendo. Un avversario del tutto unico in grado di infliggergli una pena detentiva che va dai 5 ai 18 anni.

Nella tarda mattinata di ieri la Camera dei Deputati procedeva alla stampa e alla pubblicazione della richiesta di autorizzazione alle perquisizioni stilata venerdì scorso dalla Procura di Milano e firmata dal Procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Il documento (che nulla ha a che vedere con un'autorizzazione a procedere), di appena 6 pagine e contente un brevissimo sunto dell'indagine in questione, si rende necessario in quanto gli edifici soggetti alla richiesta di perquisizione (l'ufficio di Giuseppe Spinelli a Segrate, in residenza Parco numeri 801 e 802, e l'abitazione di Nicole Minetti a Milano) dovrebbero contenere, a detta degli inquirenti, documenti facenti riferimento a Silvio Berlusconi, membro della Camera dei Deputati e in quanto tale soggetto a tale garanzia.

Nel dettaglio, gli inquirenti ipotizzano di reperire le prove che collegherebbero le presunte prestazioni sessuali godute dal premier con la concessione a titolo gratuito dell'utilizzo dei propri appartamenti in Via Olgettina a Milano.

Ad accompagnare la stringata richiesta, un faldone di quasi 400 pagine contenente tutto il materiale dell'indagine, a partire dalle testimonianze, le intercettazioni e le "numerose prove" raccolte per finire alle decine di mandati di perquisizione emessi. Tra i destinatari del provvedimento, ben 10 tra tutte le ospiti che affollavano, più o meno frequentemente, le residenze del premier, la maggior parte delle quali domiciliate al quarto piano del civico 65 della ormai celebre Via Olgettina, ai confini di Milano 2.
Tra le indagate, le "gemelle De Vivo" Imma e Eleonora, ragazze in cerca di notorietà televisiva e "magicamente" precipitate alcuni anni fa negli studi del programma condotto da Simona Ventura "Quelli che il calcio...", protagoniste di uno scambio di battute telefonico pubblicato in esclusiva su L'Espresso e che sembra lasciare poco spazio alle interpretazioni:

L'ho visto un po' out. Ingrassato. Imbruttito. L'anno scorso stava più in forma. Adesso sta più di là che di qua. E' diventato pure brutto: deve solo sganciare. Speriamo che sia più generoso. Io non gli regalo un cazzo.

In queste ore i 21 membri della Giunta per le Autorizzazioni della Camera sono intenti a visionare, sotto rigorosi vincoli quali il divieto di copia in ogni forma e la visione consentita a due deputati per volta, il faldone allegato alla richiesta dei pm milanesi. Stando a quanto ci è dato sapere, i "fortunati" deputati-lettori hanno riscontrato nella voluminosa documentazione una quantità di prove documentate innumerevole.

Un elemento che tende a corroborare la decisione della Procura di Milano di richiedere per l'imputato Silvio Berlusconi il procedimento del "rito abbreviato".

In queste ore le risposte di Berlusconi e del suo entourage puntano il dito contro "il blitz militare" della Procura di Milano e dimenticano colui che sembra divenire il principale avversario giudiziario di Silvio Berlusconi: Silvio Berlusconi.

Risale al 23 febbraio 2009 il decreto legge a sua firma che introduce, per la prima volta in Italia, il carcere preventivo per gli imputati di sfruttamento della prostituzione minorile, quando emergono gravi indizi di colpevolezza.
E risale all'11 gennaio 2010 l'approvazione in seconda battuta da parte della Camera del disegno di legge del governo numero 2326-B, che ratifica la Convenzione europea di Lanzarote sullo sfruttamento dei minori, raddoppiando le pene per i reati sessuali relativi ai minori d'età.

In queste ore l'interesse della stampa e della pubblica opinione sembra concentrato quasi esclusivamente sull'aspetto sessuale della vicenda che coinvolge il Presidente del Consiglio e le "ospiti" delle sue abitazioni, in particolar modo la celebre "Ruby". Le tre questioni da dimostrare per gli inquirenti (al fine di una condanna per prostituzione minorile) sono la conoscenza della reale minore età di Ruby da parte di Berlusconi, l'avvenuto rapporto sessuale tra i due e l'avvenuto pagamento da parte del premier (o chi per lui) per la prestazione.

Gli stessi tentativi difensivi del premier e dei suoi legali vertono esclusivamente sulla presunta assenza di rapporti sessuali e sulla mancata consapevolezza dell'età reale di Karima El Mahroug, argomenti in queste ore messi in seria difficoltà dalle indiscrezioni sui contenuti delle intercettazioni raccolte dai pm di Milano.

Eppure, ad accompagnare l'accusa di prostituzione minorile, si presenta il capo d'accusa di concussione, ipotesi di reato (con massimale di pena di ben 12 anni di reclusione) del tutto indipendente dai reali rapporti intercorsi tra Silvio Berlusconi e Ruby, per la quale, salvo ulteriori accertamenti giudiziari volti a dimostrarne l'esistenza, Berlusconi sembra essersi assunto con orgoglio, nelle dichiarazioni di alcune settimane fa, la piena "paternità"Una quasi-confessione di reato che la stampa italiana sembra relegare ai margini della cronaca.

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