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Salvini e le donne

Ho una forte sensazione che Matteo Salvini farà la fine di Matteo Renzi. Sono molti i fattori che li caratterizzano a parte il nome e l’età, sono politicanti di lunghissimo corso, non hanno fatto altro nella loro vita, conoscono tutti gli imbrogli e le ruberie dei propri partiti, le sparano grosse aiutati da tutto il regime mediatico che hanno usato e usano con enorme prepotenza.

 Come Renzi fu asfaltato dal risultato del Referendum 4 dicembre 2016, credo che ieri, 30 marzo 2019, a Verona, partecipando alla lugubre manifestazione oscurantista dell’Isis ultracattolica, la resistibile ascesa di Salvini si sia interrotta, in quanto si è messo contro la maggior parte della società civile e in particolare le donne, la cui incazzatura è parecchio temibile e prolungata nel tempo.

Se finora Salvini ha goduto di un progressivo consenso, almeno nei sondaggi più o meno pilotati, lo si deve al fatto che ha ottenuto risultati innegabili nel contenimento della immigrazione e sulla legittima difesa, che hanno soddisfatto una parte importante del suo elettorato e dell’opinione pubblica attirando consensi anche a spese di altri partiti.

Credo però che la sua presenza a fianco di fanatici che agitavano feti di plastica e che pretendono di cancellare conquiste civili ottenute in decenni di lotte e impegno politico, segnerà l’inizio della sua decadenza e sicuramente la fine di quella squallida ambiguità di tenere il piede in due staffe: sempre pronto a riabbracciare Berlusconi e a mettere i bastoni tra le ruote del programma concordato con i 5 stelle, allo scopo di mostrarne la debolezza e l’inconcludenza.

Questa è vecchissima politica e solo una nuova legge elettorale, che preveda che il partito con più consensi governi con un premio di maggioranza e che vieti le coalizioni, può farci uscire da questa situazione di perenne scontro che blocca l’azione di governo e trasforma l’attività parlamentare in una eterna campagna elettorale.

Paolo De Gregorio

Foto: Radio Alfa/Flickr

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