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Storie ravennati: ai calcinelli era zona di goduria

I postriboli nella città romagnola "rivisitati" nei racconti di due ex frequentatori di queste case del sesso a pagamento.

Ravenna- Quando 50 anni fa le case chiuse divennero veramente tali, cioè furono chiuse per sempre, la professoressa (del piacere..) Bianchi stava già da lungo tempo con la zia Noemi, ribattezzata Nomian, «perché era l’unica cosa buona che avevo, lei amava solo me e io amavo solo lei». Parole di Giorgio Masetto, studente universitario a Bologna, ma originario del Veneto.Veneta era anche la senatrice socialista Lina Merlin e proprio quegli studenti universitari felsinei vennero sotto le sue finestre a bruciare simbolicamente una vecchia befana di carta e stracci con su scritto nel grambiule della vecchia "Lina nemica delle marchette".

«Dovreste essere intellettuali, invece siete imbecilli nati», urlò la senatrice da un balconcino e li mandò a farsi friggere, la combattiva parlamentare ed ex partigiana, che non tollerava la tolleranza. Da Padova a Ravenna la strada era ancora quella chiamata "La Reale" ossia la vecchia SS: Adriatica, eppure in quegli anni la zona Calcinelli del già quartiere San Vittore, che ospita tra l’altro un convento di suore di clausura, appena distante cento, al massimo duecento metri, dalla zona dei bordelli, meglio definita "i Calcinelli". Il punto esatto è quello su cui è sorto il nuovo parcheggio a pagamento voluto dal Comune di Ravenna negli orti dell’ex stabilimento conserviero Colombani, anch’esso dismesso.

"Ad onorare questa memoria al godimento - ci dice Vincenzo Bollai di anni 84 da Sant’Alberto, una frazione del Comune bizantino - si veniva qua in bicicletta e si faceva il volatone per passare primi a Porta Serrata - continua il Bollai -... chi passava per primo sotto la storica porta ravennate vinceva la marchetta, la quale veniva suddivisa tra i 5 o 6 amici che partecipavamo settimanalmente al sabato sera a questa gara con annessa goduria gratuita per chi passava primo sotto la storica porta". Le tariffe di questi luoghi di piacere erano diverse: variavano da Lire 1,5 per una "semplice", fino ad arrivare a 7,20 lire per un’oretta di piacere...- sono sempre le sue parole..- restavano da aggiungere lire 0,5 per asciugamano e sapone...obbligatori per la Regia Sanità". Paragonata ai nostri tempi questa ultima voce rappresentava quella che ogni meccanico scrive in fondo alla fattura dopo avere riparato il veicolo "spese per materiali d’uso e.. consumo."


Infine sentite questa, raccontataci da un amico dell’ottantenne sig. Ezio a quei tempi imbianchino della zona e giovane baldanzoso tutt’ora vivente nei pressi degli ex postriboli dei Calcinelli "Questi locali poichè dovevano essere imbiancati con calce bianca, a scopo profilattico, almeno due volte l’anno, l’amico Ezio si faceva pagare la sua prestazione artigianale...sempre in natura".

Così è se vi pare, ma era proprio così a quei tempi, che tanti rimpiangono e che con un’aappropriatata e moderna legge, potrebbero essere ripristinati.



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