Silvio si è fermato a Tripoli

Era appena un anno fa quando il cavaliere mostrava al colonnello alcune foto di Veronica Lario e dei suoi nipotini su alcune riviste italiane. Un anno dopo Silvio ha cambiato vita, e quelle riviste ingiallite che ostentava con orgoglio, le ha definitivamente cestinate.
Qualcuno dice che forse quest’anno avrà portato con sé qualche book fotografico di qualche anonima letteronza, così tanto per mostrare anche all’estero le bellezze nostrane, cresciute rigorosamente tutte a base di acqua, sapone & tv.
Comunque tant’è che un anno dopo Silvio è ritornato a Tripoli, ed ha portato con sè una settantina di clandestini respinti, un mix di somali ed eritrei. Nonostante per Maroni tutto funzioni alla perfezione, Bruxelles, solita spacca-Maroni (scusate il doppio senso n.d.r.), chiede informazioni. L’amico Gheddafi, un amico da 5 miliardi di dollari (tanto per ricordarlo), da par suo ieri ha chiesto a Silvio solo una visita al nuovo treno della Finmeccanica, l’Ansaldobreda, che si occuperà dei collegamenti Tripoli - Bengasi.
Sembra infatti che oggi, quarantesimo anniversario della rivoluzione che portò al potere il leader libico, Silvio non ci potrà essere: sembra infatti che mentre Francia e Russia disertano volontariamente le celebrazioni, quella vecchia volpe di un premier che ci ritroviamo, per il 1 settembre già aveva preso impegni da 1 pò.
Infatti Berlusconi oggi sarà a Danzica, per festeggiare il 70° anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Ahhhhhhhh festeggiare... Sì, una cosuccia da niente, 60 milioni di persone. Morte ovviamente. Con Silvio oggi ci saranno gli amici di sempre, Vladimir, quello del mitra, e Angela, quella del cucù.
Comunque ritornando all’amico da 5 miliardi, Muammar Gheddafi, con lui veramente ci deve essere un rapporto stupendo. Quando Silvio si occupò dell’organizzazione del G8 a La Maddalena, penso che a lui lo invitò per primo. Senza alcun esitazione.
" Venga al G8 con la sua tenda! " dichiarò il premier. Era il 3 marzo 2009.
Un mese e 3 giorni dopo ci fu il terremoto in Abruzzo. Gheddafi accettò l’invito dell’amico Silvio e venne con la sua tenda al G8, non più alla Maddalena, ma a Coppito, in quel periodo piena zeppa di campeggiatori e tendopoli fuoristagione. Fatto sta che il colonnello si trovò subito a suo agio.
Che Silvio con i suoi proclami avesse già presagito un terremoto, uno qualsiasi, già ne parlai una volta.
Quando dichiarò: "Il risultato è che i padroni di casa possono cominciare da oggi a chiamare i progettisti e a commissionare il lavoro" , stava solo annunciando il Piano-Casa, ma era 5 giorni prima del terremoto. Ma che stesse pensando contemporaneamente anche a creare un habitat naturale al suo amico libico, questo ci fa capire quanto può essere anche imprevedibile.
Comunque ora bisognerebbe capire se è più Gheddafi che porta jella, o se è più Berlusconi che ha doti propiziatorie.
Quando Berlusconi e Gheddafi si incontrarono a Ciampino, il colonnello per dimostrare la sua profonda gratitudine all’Italia che si è umilmente scusata per il passato colonalista, portava sul petto la foto di un eroe anti-italiano, così tanto per ricordare l’acqua passata.
"Per provocare? No, per sdrammatizzare!" Diranno anche i più scettici in seguito.
Quel giorno, per l’occasione, Gheddafi indossava uno strano abbigliamento, tipo re incontrastabile della musica Pop. La storia di oggi ci racconta un Silvio e un Muammar che quel giorno si strinsero forte forte: un abbraccio simbolico per dimostrare a tutto il mondo la forta alleanza che lega oggi le due superpotenze mediterranee per eccellenza.
Era il 10 giugno 2009.
15 giorni dopo, morì Michael Jackson.

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