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S. Nicodemo da Sikròs, narrazione della mutata storia sulle sue origini

Di S. Nicodemo era risaputo che fosse nativo di Cirò (KR), credenza vissuta nel territorio dal 1696, anno in cui viene proclamato Santo Patrono e Protettore, anche perché il Santo, appunto, era creduto nativo della cittadina che da allora custodisce sue Sacre Reliquie.

Lo studio di fonti mette in luce come spesso, nel passato, errate interpretazioni o affermazioni approssimative, abbiano indotto molti studiosi in errori che, poi, si sono tramandati nel tempo, condizionando una più autentica lettura della storia.

Nell’approfondire l’argomento s. Nicodemo, fonti hanno evidenziato l’acclarato errore di attribuzione del luogo di nascita a Cirò. È stato necessario presa d’atto, per onestà intellettuale, non silenziabile. Forse è questo lo scandalo, la pietra scartata è diventata pietra angolare (Sal. 118, 22-23), che sprona a rinnovare un sistema improbo, divenuto abituale, tramutandosi in pietra viva nell’agire. Ne è generato un libro, frutto di ricerca di dati che storici medievisti, studiosi del monachesimo hanno da anni sviluppato, e che ho potuto apprezzare nell’assemblare, restituendo così chiarezza alla narrazione dello studio, arricchendolo del contesto storico legato al fascino e fioritura del monachesimo italogreco.

Apollinare Agresta, autore da cui nasce l’errore storico, non poteva conoscere l’originale del bios, piuttosto la sua già avvenuta trascrizione, di cui, tra l’altro, non tenne conto di quanto in esso riportato, preferendo attingere a tradizioni orali o fantasie. Va da sé che il bios di Nicodemo, trascritto dall’originale del 1060-65 dal monaco Daniele nel 1307, è l’unica fonte esistente, possiamo definirlo il primo testo che tratta della vita di S. Nicodemo. Dallo stesso conosciamo il luogo di nascita: Sikròs, che non è Cirò in cui, quindi, non esiste una casa natale, tanto meno una mai menzionata in alcun testo, fontana, frutto solo di fantasie. Nel bios viene altresì riportata la data di morte del Santo, 12 marzo all’età di 70 anni, mentre non si fa menzione di alcuna data di nascita. La studiosa Melina Arco Magrì colloca la data di nascita di S. Nicodemo, tra il 950 e il 955, e quella di morte a poco dopo il 1020. Uno studio più recente della Follieri e Perria, evidenzia come la trascrizione dell’indizione del 1020 deve essere corretta riportandola al 1010/1012 e così la data di nascita deve arretrare verso il 940.

Da dove l’Agresta apprese la notizia che S. Nicodemo fosse nativo di Cirò? Consultò il bios di S. Nicodemo, trascritto dal calligrafo Daniele. Nell’antico manoscritto, Agresta apprese che S. Nicodemo nacque nelle saline (en salinais), in un villaggio denominato Sikròs. Cirò, in tempo antico, era suddivisa in più frazioni, una delle quali veniva indicata con l’appellativo Ipsycrò o Psycrò; era noto che non lontano da tale cittadina, esistevano le saline del fiume Neto; d’altra parte non si avevano notizie del villaggio di Sikròs. In questo stato di cose l’Agresta, in perfetta buona fede, ma forse con un pò di approssimazione, fu indotto a identificare Sikròs con Psycrò. E, circa le saline, si tratta di un territorio geograficamente molto articolato, che include la costa, con centri portuali come Taurianum, la pianura, Piana di Gioia Tauro, la montagna, Aspromonte, e i fiumi, tra cui il Metauro-Petrace. Nel 1954 Giuseppe Schirò tradusse dal greco e pubblicò la Vita di S. Luca, vescovo di Isola Capo Rizzuto, il cui manoscritto, composto fra il 1116 e il 1120, si conserva nel codice 29 della biblioteca universitaria di Messina. Vi si legge precisa indicazione sull’ubicazione del territorio delle saline: “Nella regione calabra delle Saline (Chora Salinòn) vi è un paese chiamato Melicuccà”, cioè la patria di S. Luca; quindi le Saline si trovavano nell’attuale provincia di Reggio Calabria, nel versante del mar Tirreno. Nel 1962, anno in cui Giuseppe Rossi Taibbi pubblicò il testo greco del Bios di S. Elia il Giovane, che costituisce una pietra miliare nel campo dell’agiografia bizantina. L’autore dopo aver esaminato le varie fonti storiche in cui è menzionata la regione delle Saline - Vita di S. Elia il Giovane, Vita di S. Luca d’Isola, Vita di S. Filareto, Vita di S. Nicodemo, Vita di S. Elia lo Speleota, Le cronache di Goffredo Malaterra, un cronista normanno del secolo XI -, conclude che il territorio delle Saline corrispondeva al circondario di Palmi, per cui il villaggio di Sikròs, ricorrente pure in due passi della Vita di S. Elia lo Speleota, non può essere identificato con Cirò. Giungono a supporto 47 pergamene greche del periodo 1050-1065, relative alla diocesi di Oppido, pubblicate dallo storico francese André Guillou nel 1972: in esse figurano cinque atti di donazione riguardanti beni situati nel villaggio di Sikròs, nella regione delle Saline (eparchia Salinòn); tale regione, in linea di massima, corrisponde all’area geografica - circondario di Palmi - proposta da Rossi Taibbi, desunta dal confronto delle cartine geografiche pubblicate dai due studiosi. Ne deriva che S. Nicodemo è originario di Sikròs.

La Storia che cambia la storia. La ricostruzione dell’Agresta presenta diverse lacune storiche. Egli fa riferimento per il luogo di nascita a Psycrò, definendolo ‘attuale Zirò’, ma la denominazione Cirò era già riscontrabile nel 1579, e ricordo che il testo di Agresta, Vita di S. Nicodemo, viene stampato nel 1677. Non è dato sapere altresì, da dove l’Agresta abbia preso i nomi dei genitori, a suo dire Theofano e Panta. Nel bios non sono riportati, tanto meno il cognome, e, a riguardo, occorre ricordare per l’uso del cognome, che il periodo di origine consegue all’applicazione dei decreti del Concilio di Trento nel 1564. È evidente che, con S. Nicodemo, siamo in un tempo assai diverso, per cui è pura fantasia attribuirgli cognome, come fantasia è il precettore Galatone, di cui non c’è alcuna menzione nel bios.

Ma chi è Nicodemo da Sikròs? Monaco eremita, giovane discepolo di S. Fantino il Vecchio, conosciuto come il Cavallaro - entrò nella sua comunità legata alla tradizione monastica bizantina, successivamente indicata come basiliana. Fu fondatore del monastero di Kellarana, sul monte Limina, e qui visse. S. Nicodemo, figlio di Calabria, ne fu genuino germoglio. Educatore saggio e paterno, ha saputo rendersi fecondo in spirito, alto in virtù umana, protettore dei giusti, vincitore della moltitudine degli spiriti maligni, delle iniquità. Nello stesso Bios si riscontrano segni che narrano le alte qualità spirituali che di fatto esprimono la potenza morale del giusto, virtù che fanno la differenza, identificandosi con ciò che noi percepiamo come miracoli. Leggiamo nel suo Bios: una luce accese il viso di Nicodemo quando si consegnò al Signore. Auspico che questa stessa luce si faccia potente faro di speranza per i nostri tempi, capace di illuminare spiritualmente ogni percorso umano alla comprensione del sommo bene.

Cf.:San Nicodemo monaco di Calabria. Fuoco manifesto di magnanimità, Rivista di Ascetica e Mistica - 1/2018, Ed. Nerbini, Firenze, pp. 87-120. S. NICODEMO DA SIKRÒS – Monaco eremita del Kellarana, Ed. IlTestoEditor, 2021.

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