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Russia: i cittadini spiati da tutte le polizie

Il fisco, il ministero dell’Interno, le guardie di frontiera, i servizi di sicurezza parlamentare, i servizi di sicurezza del ministero degli Esteri e il Federal security service, l’ex Kgb - potranno entrare nei computer dei cittadini russi, leggere le loro e-mail, seguire la loro navigazione in Internet.

Questo accadeva nel 2000. Il presidente russo firmava la legge che dava il diritto ai servizi di sicurezza di tenere sotto controllo tutti i tipi di corrispondenza e ogni conversazione telefonica. Il provvedimento di Putin, in realtà elaborato e voluto da Primakov, estende questo diritto a tutto quanto riguarda Internet.

Per permettere alle polizie di entrare nelle e-mail dei cittadini russi gli Internet provider dovrebbero costruire un collegamento tra i loro server e il quartier generale dell’Fsb attraverso un sistema abbastanza costoso. Il che potrebbe portare in breve alla morte dei provider più piccoli e alla concentrazione di tutto il traffico web verso i provider collegati all’Fsb.

Gli attivisti per i diritti umani temono che l’Fsb e gli altri organismi investigativi abusino del grande potere che la nuova legge ha concesso loro e mettano sotto controllo le caselle postali senza chiedere nessuna autorizzazione alla magistratura. "E’ la fine della privacy", ha detto il leader di un gruppo di tutela dei diritti civili di San Pietroburgo.

"Prima erano solo i servizi segreti a poter violare la nostra privacy, ora questo potere è esteso ad altre sette agenzie, e sarà duro lottare contro un mostro a otto teste".


 

Nel 2009, la privacy in Russia è utopia, viene abolita in modo palese.

Infatti, tra pochi giorni, tutta la corrispondenza in epistolare, pacchi compresi, potrà essere controllata.

Non ci sarà nemmeno bisogno dell’autorizzazione giudiziaria: otto strutture di forza del Paese, tra cui servizi segreti, dogana, antidroga potranno compiere ispezioni.

In sostanza è un ritorno all’epoca zarista, o a quella del Kgb sovietico. Iuri Vdoghin, difensore dei diritti umani, porterà alla corte suprema una richiesta per cancellare il decreto.

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