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Rumore autodromo: nessun segnale dalla ASL del Mugello

Risale al 4 agosto scorso il primo appello inviato dall’associazione di volontariato Idra al responsabile dell’igiene e sanità pubblica dell’Azienda Sanitaria in Mugello, dr. Vincenzo Cordella, sul tema dell’inquinamento acustico ai danni di chi abita e lavora intorno all’autodromo del Mugello.
 
“Le condizioni di esistenza della famiglia Pietracito-Vermeer – scriveva il responsabile dell’Associazione - sono davvero molto, molto difficili, e non si hanno apparentemente segnali di cura o attenzione nei loro confronti da parte dell’Amministrazione comunale. Anzi! Nessun intervento di mitigazione con barriere - nonostante l’elevatissimo rumore di fondo - a fronte dell’evidente danno alla salute che deriva a questi cittadini dalle attività necessariamente all’aperto in quanto lavoratori di un’azienda biologica (frutteto; allevamento). Costretti in alternativa a stare tappati in casa anche d’estate, con 45 decibel ammessi e anch’essi superati, neppure in grado di programmare il riposo pomeridiano giacché non viene comunicato loro il calendario delle ore di pausa. Deroghe e fasce orarie di inquinamento acustico sempre più generose. A questo vanno aggiunti tutti i gravissimi disagi di ogni tipo che i Pietracito hanno subìto per anni e anni dalla massacrante cantierizzazione TAV: inquinamento chimico e acustico diurno e notturno, dissesto idrogeologico, prosciugamento di sorgenti, danni alla produzione, "ripristini" con materiali di scarto... Una condizione esistenziale che ci sembra francamente al limite della tollerabilità umana, e comunque ben oltre le soglie di attenzione che dovrebbero essere salvaguardate - riteniamo - per ogni cittadino”. L’associazione chiedeva al responsabile ASL di “recarsi di persona sul luogo a verificare in quali condizioni questa famiglia (e altre: non è la sola) è costretta a vivere”: questo, concludeva, “rappresenterebbe già un primo apprezzatissimo elemento di conforto per loro”. Non risulta però che la visita richiesta abbia avuto luogo.

Il 1 settembre Idra trasmetteva al medesimo responsabile tre ulteriori segnalazioni (corredate da nuova documentazione audio) sull’inquinamento aggiuntivo che proveniva dall’autodromo del Mugello, questa volta in virtù dell’autorizzazione a svolgervi una manifestazione ’musicale’, monotonamente assordante, che aveva disturbato o reso impossibile il sonno nelle ultime due notti a parecchia gente intorno a quel circuito. Sulla questione-autodromo Idra chiedeva al dr. Cordella: Forse le ASL non dispongono degli strumenti di intervento necessari in circostanze del genere? Forse l’ordinanza emessa l’11 novembre 2005 dal giudice della quarta sezione civile del Tribunale di Milano, Marco Manunta, che ha dato ragione ai cittadini rivoltisi a lui per chiedere un provvedimento che assicurasse loro in una situazione analoga condizioni di vita dignitose, il cui testo Le abbiamo trasmesso in allegato il 4 agosto, è priva di valore e di possibile efficacia nel nostro contesto? La prevalenza costituzionale del diritto alla salute su ogni altro interesse commerciale è forse un lusso un po’ ardito da esigere da queste parti? Se così fosse, gentile dott. Cordella, Le chiederemmo almeno di farcelo sapere, così da poter consigliare ai nostri cittadini di mettersi l’animo in pace. O invece magari esistono altre sedi istituzionali presso le quali noi possiamo rivendicare la tutela del diritto alla qualità della vita e alla salute: e in questo caso Le saremmo grati se il Suo Servizio potesse indicarcele”.

Anche in questo caso, nessuna risposta. Il responsabile di Idra ha telefonato allora al dr. Cordella, e solo in questo modo ha ricevuto alcune prime notizie, per niente confortanti. Per ovvie esigenze di correttezza informativa, Idra ha chiesto che l’ASL fornisse una risposta circostanziata scritta ai diversi quesiti posti nelle due richieste del 4 agosto e del 1 settembre. Il 3 settembre sono arrivate dal responsabile della ASL all’Associazione queste poche righe di riscontro, relative peraltro al solo evento “musicale”: “Ho inoltrato questo esposto, insieme ad altri esposti analoghi pervenuti a questa U.f., al Comune di Scarperia, naturale destinatario dell’esposto. Considerato che l’evento è ormai terminato, penso sia utile far conoscere al Comune i disagi provocati ai cittadini per tenerne conto in caso di richieste future”.

Idra ha ripreso allora carta e penna, lo stesso 3 settembre: “Gradiremmo che fossero esplicitati i motivi per cui l’ASL non ritiene di poter intervenire nelle materie proposte alla sua attenzione”, e ha chiesto di avere conferma formale di alcune circostanze nuove apprese per telefono.

La prima, quella relativa a un supposto “parere contrario espresso dalla ASL rispetto alla richiesta (del Comune di Scarperia? della Direzione dell’Autodromo? di entrambi?) di prolungamento oltre le ore 24 della manifestazione musicale in programma nell’Autodromo sabato e domenica scorsi”. Al testo di questo parere, qualora ne fosse confermata l’esistenza, Idra ha chiesto di avere accesso ai sensi della L. 241/90.

In secondo luogo, il responsabile della ASL aveva riferito di aver partecipato il 27 agosto scorso a una conferenza di servizi sui problemi dell’inquinamento acustico proveniente dall’autodromo, alla quale la famiglia Pietracito-Vermeer non sarebbe intervenuta benché invitata. Idra ha chiesto di essere informata sulle modalità con cui la ASL era stata convocata a quell’incontro istituzionale, e cioè se per lettera raccomandata o meno. La famiglia in questione aveva fatto sapere all’Associazione infatti di non avere mai ricevuto quell’invito, e di avere ricevuto anzi solo la comunicazione – a conferenza ormai chiusa - delle decisioni assunte in quella sede ("Decreto n. 14/AG del 27.8.2008" del Comune di Scarperia, Settore Affari generali). “Sarebbe singolare, scriveva Idra, che una Conferenza di servizi venisse convocata senza che il soggetto responsabile del procedimento sia in grado di documentare l’avvenuta comunicazione”.

Sono trascorse altre due settimane, ma nessuna replica o documento è pervenuto dalla ASL.

Commenti all'articolo

  • Di e633 (---.---.---.131) 17 settembre 2008 21:52

    Ma si chiudiamo tutto! Autodromi, aeroporti e autostrade! Tanto la ruota è sempre stata un’invenzione demoniaca: ha portato solo inquinamento e incidenti; per non parlare poi dei problemi di salute derivanti dal conseguente scarso utilizzo delle gambe!

    • Di Associazione di volontariato Idra (---.---.---.117) 18 settembre 2008 07:44

      Forse "e633" non scriverebbe così se si trovasse ad avere esperienza diretta, concreta, quotidiana e continuata delle dolci musiche di un autodromo (gli garantiamo che siamo andati lì a verificarli di persona). Suggeriremmo di riflettere su quello che ha scritto il giudice della quarta sezione civile del Tribunale di Milano, Marco Manunta, quando ha dato ragione ai cittadini che si sono rivolti a lui per chiedere un provvedimento che assicurasse loro condizioni di vita dignitose. E lo ha fatto evidenziando la prevalenza costituzionale del diritto alla salute su ogni altro interesse commerciale. Nell’ordinanza emessa l’11 novembre 2005, il giudice Manunta rileva [nostri i grassetti]: “E’ appena il caso di osservare che, in base ai dati di comune esperienza e alle acquisizioni indiscusse sul piano medico-legale, l’esposizione prolungata a fonti di rumore eccedenti la normale tollerabilità, oltre a menomare il diritto al benessere
      Quanto agli aeroporti e alle autostrade, ce ne sono già abbastanza per uno stile di vita che - fra impermeabilizzazione del territorio su cui camminiamo, inquinamento dell’aria che respiriamo e pericolosità degli ambienti che frequentiamo - non lascerà molto spazio alle generazioni future. Possiamo dire che i nostri bambini siano felici, oggi, ridotti come sono a non poter più giocare su un prato selvatico ma a dover baloccarsi con le immagini irradiate da questo o quell’apparecchio elettronico?
      e alla piena estrinsecazione delle facoltà personali (protetti dall’art. 2 della Costituzione), è concretamente suscettibile di causare danni, anche irreversibili, alla salute. E’, pertanto, evidente che le attuali immissioni rumorose non possono protrarsi nel tempo, pena la lesione di interessi, e anzi, di diritti individuali costituzionalmente tutelati”
      . E aggiunge: “Non è superfluo ricordare che i diritti individuali in esame, una volta lesi, non possono essere risarciti né in forma specifica, né per equivalente, in quanto la liquidazione di una somma di danaro non offre al danneggiato la possibilità di procurarsi, neppure in via mediata, la soddisfazione dell’interesse pregiudicato, ma fornisce solo un’utilità del tutto diversa (patrimoniale) di carattere meramente indennitario e che non può avere mai contenuto restitutorio del diritto pregiudicato. In tal senso, quindi, la situazione di pericolo dedotta dai ricorrenti delinea un pregiudizio tipicamente irreparabile ai sensi e per gli effetti dell’art. 700 c.p.c.”. In ogni caso, osserva il giudice, “va considerato che nella specie le esigenze della “produzione” si traducono nell’esercizio di un’attività assolutamente voluttuaria (gare motoristiche), pericolosa, priva di utilità sociale e con un pesante impatto ambientale; caratteristiche che rendono l’attività stessa legittima e lecita solo ove non vengano pregiudicati interessi giuridici di maggiore dignità, quali quelli di cui sono portatori gli odierni ricorrenti”.

  • Di Associazione di volontariato Idra (---.---.---.117) 18 settembre 2008 07:57
    Chiedo scusa. Nella precedente risposta al messaggio di "e633" sono risultati mescolati, per evidente incapacità elettronica di chi scrive, il testo dell’ordinanza del giudice Manunta e le considerazioni aggiuntive di chi qui scrive.
    Spero che quello che ri-incollo qui sotto risulti corretto. Il testo dell’ordinanza è, ovviamente, quello che viene riportato in corsivo, dopo i due punti e fra virgolette.
    ______________________________________________________________________ ______________

    Forse "e633" non scriverebbe così se si trovasse ad avere esperienza diretta, concreta, quotidiana e continuata delle dolci musiche di un autodromo (gli garantiamo che siamo andati lì a verificarli di persona). Suggeriremmo di riflettere su quello che ha scritto il giudice della quarta sezione civile del Tribunale di Milano, Marco Manunta, quando ha dato ragione ai cittadini che si sono rivolti a lui per chiedere un provvedimento che assicurasse loro condizioni di vita dignitose. E lo ha fatto evidenziando la prevalenza costituzionale del diritto alla salute su ogni altro interesse commerciale. Nell’ordinanza emessa l’11 novembre 2005, il giudice Manunta rileva [nostri i grassetti]: “E’ appena il caso di osservare che, in base ai dati di comune esperienza e alle acquisizioni indiscusse sul piano medico-legale, l’esposizione prolungata a fonti di rumore eccedenti la normale tollerabilità, oltre a menomare il
    diritto al benessere
     e alla piena estrinsecazione delle facoltà personali (protetti dall’art. 2 della Costituzione), è concretamente suscettibile di causare danni, anche irreversibili, alla salute. E’, pertanto, evidente che le attuali immissioni rumorose non possono protrarsi nel tempo, pena la lesione di interessi, e anzi, di diritti individuali costituzionalmente tutelati”. E aggiunge: “Non è superfluo ricordare che i diritti individuali in esame, una volta lesi, non possono essere risarciti né in forma specifica, né per equivalente, in quanto la liquidazione di una somma di danaro non offre al danneggiato la possibilità di procurarsi, neppure in via mediata, la soddisfazione dell’interesse pregiudicato, ma fornisce solo un’utilità del tutto diversa (patrimoniale) di carattere meramente indennitario e che non può avere mai contenuto restitutorio del diritto pregiudicato. In tal senso, quindi, la situazione di pericolo dedotta dai ricorrenti delinea un pregiudizio tipicamente irreparabile ai sensi e per gli effetti dell’art. 700 c.p.c.”. In ogni caso, osserva il giudice, “va considerato che nella specie le esigenze della “produzione” si traducono nell’esercizio di un’attività assolutamente voluttuaria (gare motoristiche), pericolosa, priva di utilità sociale e con un pesante impatto ambientale; caratteristiche che rendono l’attività stessa legittima e lecita solo ove non vengano pregiudicati interessi giuridici di maggiore dignità, quali quelli di cui sono portatori gli odierni ricorrenti”.

    Quanto agli aeroporti e alle autostrade, ce ne sono già abbastanza per uno stile di vita che - fra impermeabilizzazione del territorio su cui camminiamo, inquinamento dell’aria che respiriamo e pericolosità degli ambienti che frequentiamo - non lascerà molto spazio alle generazioni future. Possiamo dire che i nostri bambini siano felici, oggi, ridotti come sono a non poter più giocare su un prato selvatico ma a dover baloccarsi con le immagini irradiate da questo o quell’apparecchio elettronico?

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