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Romania: verso la formazione di un nuovo governo

Bucarest - Domani il leader socialista Victor Ponta presenta la lista dei Ministri del nuovo governo romeno. Il precedente governo Ungureanu era stato sfiduciato in Parlamento venerdì con 4 voti in più della maggioranza richiesta.

“Sono intenzionato ad arrivare alle elezioni politiche generali di novembre con questo gabinetto ben sapendo che l’unica alternativa ad esso sono le Politiche anticipate”.

Queste sono state le parole espresse l'altro ieri dal leader del Partito Socialdemocratico romeno, alleato di Liberali e Conservatori, Victor Ponta non appena ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo romeno dalle mani del Presidente Traian Basescu, liberal- democratico appartenente cioè ad un partito oggi all’opposizione.

Giova ricordare ancora una volta che la Romania è una repubblica semi- presidenziale nel cui esecutivo, dunque, il Presidente Basescu ricopre una funzione non certo meramente notarile; oggi per la prima volta nella sua storia la nazione neo-comunitaria si trova a far i conti con la cosiddetta “coabitazione”. Così successe a Mitterand o a Chirac nella Francia degli ultimi decenni del novecento. Il precedente gabinetto, capeggiato da Mihai Razvan Ungureanu, era infatti inciampato nella mattinata di venerdì scorso in una fatale mozione di censura, promossa ovviamente da liberali e socialdemocratici, cioè dall’Unione social-liberale, che ne ha bocciato la politica di austerità.

235 i voti contrari ad Ungureanu (appartenente allo stesso Partito Liberal-Democratico di Basescu), quattro in più della maggioranza richiesta. Dal momento però che l’Usl ed il Partito Conservatore sommati non raggiungono detta maggioranza, ci si è posti a lungo la domanda su chi, tra i favorevoli al precedente governo, avesse tradito.

Sicuramente tutti i singoli Parlamentari sciolti rappresentanti delle varie nazionalità minoritarie che compongono il mosaico romeno, tra di esse pure un deputato italiano, quasi certamente alcuni trafughi dal Pdl.

Il partito sinora al potere infatti sta franando: al suo interno è in atto uno scontro generazionale che vede gli anziani messi sotto accusa dai più giovani. L’ex premier Boc, per esempio, da molti è stato invitato a tornare a fare il Sindaco di Cluj- Napoca. Sinora tre o quattro Parlamentari del Pdl già hanno fatto fagotto emigrando verso il Partito Liberale. Momenti drammatici tra i banchi liberal- democratici si sono vissuti quando la giovane senatrice Sorina Placenta, intenzionata a votare la sfiducia ad Ungureanu, ha avuto una drammatica discussione con la fedelissima del Presidente Basescu, quella Ministra Elena Udrea considerata pure da molti degli stessi liberal-democratici come un personaggio attratto solamente dal potere ma senza alcuna capacità politica.

In questo clima di tutti contro tutti, mentre il partito che raccoglie i favori della minoranza magiara, cioè l’Udmr, finora al governo, continua a chiedere le elezioni anticipate, Victor Ponta ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo. Sarà sostenuto da una maggioranza debole numericamente in predicato di cadere da un momento all’altro. Confida però, facendo appello al senso di responsabilità nazionale, di mantenersi in sella sino alla scadenza normale della Legislatura, cioè sino a novembre.

Limitato, per forza di cose, il programma: Ponta intende restituire ai dipendenti pubblici la parte di stipendio (il 25%) tagliata due anni fa in occasione del varo della draconiana manovra anti-crisi di Emil Boc; avviare finalmente un serio programma di privatizzazioni delle società pubbliche; combattere la corruzione e rivalutare le pensioni sociali, oggi veramente da fame.

Domani Ponta presenterà al Presidente Basescu la lista dei ministri. Il 10 giugno, comunque, in Romania già si vota per il rinnovo delle Amministrazioni locali: da come andranno, si capiranno molte cose sul futuro politico dell’alleanza tra il social-democratico Ponta ed il liberale Antonescu. Sempre che il nuovo Gabinetto, che avrà 7 ministri socialdemocratici, 7 liberali e 2 conservatori, non tiri le cuoia prima. Il Pdl già pregusta la rivincita.

 

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