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Rispetto dei lavoratori

Un parlamento serio non dovrebbe calpestare e dimenticare i diritti dei lavoratori, ai quali deve innanzitutto rispetto, con leggi retroattive che tradiscono le loro aspettative...

L’Italia per certi aspetti è sicuramente un paese unico, non si smentisce nemmeno con la problematica delle pensioni. Da quasi vent’anni non c’è governo, parlamento che non abbia provveduto a decretare, legiferare in materia cambiando, con lo straordinario silenzio dei sindacati, le aspettative dei lavoratori, e creando sfiducia, tristezza, ansia e disagi.
 

E oggi nuove voci ci richiamano ai doveri della Comunità Europea vale a dire uniformare l’età pensionabile ai 65 anni, con toni quasi da rimprovero. Giusto l’uniformità europea, ma è altrettanto giusto segnalare che esistono realtà contributive diverse in ogni paese dell’Unione.
 
Quindi non è possibile dimenticare di come si è giunti alla problematica delle pensioni: la legge che consentiva di arrivarci con 14 – 15 anni di contributi, quella dei mestieranti della politica che con una legislatura si assicurano il vitalizio, gli sperperi dei contributi pagati dagli stessi lavoratori solo per citarne alcuni.
 
Un Parlamento serio non dovrebbe calpestare e dimenticare i diritti dei lavoratori, ai quali deve innanzitutto rispetto, con leggi retroattive che tradiscono le loro aspettative. Né si può ridurre il tutto a una questione di numeri trattando con superficialità l’entità, il valore della persona.
 
Eppure basterebbe solo un po’ di buon senso per capire che ogni lavoro è diverso dall’altro e influisce in modo diverso su ogni persona, ricordare che si sono prolungate le aspettative di vita è uno schiaffo alla dignità lavorativa.

 
Oggi sarebbe del tutto “normalmente giusto” che si stabilisse una contribuzione minima, ritengo corretta quella dei 30 anni – per chi desidera accedervi, premiando con una maggiore incremento percentuale coloro che gradiscono continuare a lavorare, ciò permetterebbe il naturale rinnovamento delle idee ed energia nuova, considerando anche che i settori lavorativi sono sempre più tecnologici .
 
Non dimentichiamo che è un dovere lasciare spazio lavorativo ai giovani perché si incamminano verso nuove epoche .
 
 
 
 
 
 

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