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Rinnovo della giunta regionale abruzzese: il paradosso dei due gelatai

La campagna per il rinnovo della Giunta Regionale scalda i motori. Sta rullando sulla pista di decollo dei vari social network. Un tweet ammiccante, un post promozionale su Facebook.

Inventare storie, raccontare ciò che non è mai accaduto. Cosa succede nella mente di chi ha contribuito ai mutamenti culturali attraverso le proprie straordinarie intuizioni? A che cosa si ridurrebbe l'essere umano se non prestasse attenzione all'irragionevolezza delle voci di dentro? Basterebbe ripensare alle visioni mentali di Michelangelo che ha trovato la sua "Pietà" in un blocco di pietra piuttosto che alla manipolazione intellettiva avvenuta fra le granitiche montagne abruzzesi dove si è voluta riscrivere la comunicazione del monitoraggio, la manutenzione e la gestione del camoscio in Rovere di Rocca di Mezzo e Fontecchi, in conformità all’universo di consulenti e collaboratori gravitanti intorno agli enti pubblici italici per un costo totale sulla collettività pari a 1,3 miliardi di euro?

Si sa che i politici sono grandi conoscitori del “paradosso del mentitore”. Epimenide di Creta, sentenziò: “Tutti i cretesi sono bugiardi” e duecento anni dopo, prendendosela con molta calma, Eubulide di Mileto, visto che non aveva niente di meglio di che pensare, riformulò l'affermazione, però senza generalizzare e sparare nel mucchio come aveva fatto quel pettegolo di Epimenide, aggiustando il tiro in questo modo: “Io sto mentendo”. Cioè, quello che sto dicendo adesso è una menzogna.

Due punti di vista distanti secoli tra loro eppure distinguibili perfettamente in epoca moderna se li si volesse uno dei due affibbiarli agli opportunisti di mestiere. Molti tifano per il tizio di Mileto. I sadici, prediligono il paradosso dei “due gelatai”. Liberamente tratto dal “modello di Hotelling”, si disserta di venditori di gelato che dopo essersi divisa una fetta di mercato di comune accordo, credendosi l'uno più furbo dell'altro, se la sottraggono poi a vicenda, inficiando gli introiti di entrambi. Praticamente, è ciò che accade puntualmente nelle votazioni, tra le coalizioni di partiti, in un sistema elettorale bipolare.

La campagna per il rinnovo della Giunta Regionale scalda i motori. Sta rullando sulla pista di decollo dei vari social network. Un tweet ammiccante, un post promozionale su Facebook. In volo, alla conquista della rete. Quale potrebbe essere il cavallo di battaglia per i candidati? Un problema assai sensibile all'elettorato: la sanità pubblica. Il presidente Chiodi si è speso molto per dissuadere i suoi detrattori politici che insistono sui presunti tagli nella sanità abruzzese, ribadendo che non c'è stato nessun taglio monetario ma una diversa allocazione della spesa. Sono stati ridotti privilegi e rendite, non di certo i servizi. E anche per il ministero, i livelli essenziali di assistenza sono migliorati. “Ancora una volta la Regione Abruzzo ha dimostrato di essere virtuosa e di aver compiuto scelte politiche responsabili e lungimiranti in un comparto delicato come quello sanitario. Una buona organizzazione, un'attenta valutazione degli obiettivi, una governance efficiente e un utilizzo ottimale delle risorse hanno determinato una straordinaria operazione di risanamento nel comparto sanitario e il raggiungimento di conti in ordine per tre anni consecutivi”, queste sono le parole della senatrice Federica Chiavaroli (PDL) al Sanit-Forum. 

L'eco del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, già deputata rieletta nel 2013 nelle le fila del PDL, non si è fatta attendere. Un rimbalzo sonoro dall'efficacia assordante. Il ministro ha parlato di una "operazione di risanamento straordinaria" portata avanti dal presidente Chiodi. "I numeri parlano da soli. Ora dobbiamo continuare a supportare l'Abruzzo nell'organizzazione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza".

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (Art. 32 della Costituzione). Santo e benedetto, verrebbe da dire. Ma una volta appurato lo slogan in voga alla ministra Lorenzin, “l’universalità mitigata”, le parole della Costituzione rischiano di confondersi nella polvere portata dal vento. "È finito il tempo del 'tutto a tutti' in sanità". Secondo quanto si apprende dai giornali, per la Lorenzin siamo passati da un’universalità forte e incondizionata a un’universalità mitigata per garantire le prestazioni necessarie e appropriate solo a chi ne abbia effettivamente bisogno.

"Povere a chije 'rmane, ché chije 'sse more, mo come mo, a sa salvate lu cule!"

(Povero a chi rimane, ché chi muore, di questi tempi, s'è salvato il culo!)

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