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Riforma elettorale: una nuova legge truffa?

Probabilmente non molti sanno che cos’era la “legge truffa”. Era una legge elettorale del 1953, che i suoi oppositori definirono appunto “legge truffa”. Si trattò di una modifica in senso maggioritario della legge proporzionale vigente dal 1946. Ora si potrebbe verificare la situazione opposta: una legge elettorale maggioritaria, seppure con molti limiti e che deve senza dubbio essere modificata ma in meglio e non in peggio, come quelli che contraddistinguono il cosiddetto “porcellum”, potrebbe essere sostituita da una legge che ha una natura proporzionale, anche se i promotori, i segretari di Pd, Pdl e Udc, non lo ammettono esplicitamente (di qui l’ipotesi di “legge truffa”). 

Sarebbe una cambiamento sostanziale perché da molti anni ormai, dal cosiddetto “mattarellum”, in Italia è in vigore una legge elettorale maggioritaria. Contro questa nuova legge elettorale proporzionale si sono schierati 20 parlamentari del Pd e del PdL. Questi parlamentari hanno promosso un appello appunto contro il possibile ritorno al proporzionale. Chi sono questi parlamentari?

I firmatari dell’appello citato sono sono Mario Barbi (Pd), Viviana Becalossi (Pdl), Maurizio Bianconi (Pdl), Renato Cambursano (Misto), Giuseppe Cossiga (Pdl), Sabrina De Camillis (Pdl), Sandro Gozi (Pd), Antonio La Forgia (Pd), Ricardo Levi (Pd), Gennaro Malgieri (Pdl), Antonio Martino (Pdl), Giorgia Meloni (Pdl), Giuseppe Moles (Pdl), Arturo Parisi (Pd), Fabio Rampelli (Pdl), Fausto Recchia (Pd), Gianfranco Rotondi (Pdl), Giulio Santagata (Pd), Albertina Soliani (Pd), Sandra Zampa (Pd).

Che cosa sostengono questi 20 parlamentari? Sergio Cararo su www.contropiano.org ha scritto: 

“No ad ogni modifica normativa che sottragga ai cittadini, oltre alla scelta dei parlamentari, anche la scelta del governo. È questo lo snodo dell’appello contro la proposta di riforma della legge elettorale sulla quale stanno lavorando Bersani, Alfano e Casini.

‘In democrazia – si legge nel testo – un governo è forte solo se può dire di avere alle sue spalle un chiaro mandato dei cittadini fondato su una scelta tra diverse alternative politiche’.

Per questo ‘vogliamo dichiarare tutta la nostra preoccupazione nei riguardi delle soluzioni che sentiamo avanzare in nome della governabilità per quel che riguarda la nuova legge elettorale’.

Nell’appello si afferma in particolare la ferma contrarietà ad ogni modifica normativa che sottragga ai cittadini, oltre alla scelta dei parlamentari, anche la scelta del governo, perchè sarebbe un ‘grave arretramento’ sia se ci fosse in maniera esplicita che ‘attraverso meccanismi che illudessero gli elettori di indicare la guida del governo, sapendo tuttavia che, poichè nessun partito è nelle condizioni di poter conseguire da solo la maggioranza, il governo finirebbe per essere negoziato tra i partiti dopo il voto così come accadeva nella prima stagione della Repubblica’.

I sottoscrittori dell’appello fanno sapere che promuoveranno una campagna di adesioni tra i parlamentari e gli eletti nei territori regionali e annunciano poi una forte azione di contrasto in Parlamento qualora la nuova legge ipotizzata dovesse essere quella anticipata nei giorni scorsi”.

A mio avviso i contenuti dell’appello sono condivisibili. Sono soprattutto d’accordo sulla necessità che debba venir impedita ogni modifica normativa che sottragga ai cittadini, oltre alla scelta dei parlamentari, anche la scelta del governo.

Pertanto spero che i firmatari dell’appello aumentino in misura considerevole e che soprattutto non sia approvata una nuova legge elettorale quale quella che sarebbe il frutto dell’accordo tra i segretari nazionali del Pd, del PdL e dell’Udc.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.205) 12 aprile 2012 18:48

    A me la bozza di legge elettorale prospettata da Violante&co non fa impazzire, se non altro perché non reintroduce le preferenze, ma resta il fatto che nessuno, ad oggi, in Italia ha il diritto di scegliere il governo, eccezion fatta per il Presidente della Repubblica e il Parlamento. L’idea di un sistema parlamentare in cui si possa eleggere con rigore quasi logico-deduttivo il governo esiste solo in Italia, se si eccettua il breve esperimento israeliano, naufragato perché la scelta diretta del premier ingessava il sistema parlamentare, togliendogli elasticità. Se si vuole un sistema che contempli la scelta effettiva del governo (e non come è accaduto negli ultimi vent’anni, ossia con una scelta farlocca) si passi al presidenzialismo all’americana o al semipresidenzialismo alla francese. Se si inizierà a discutere di questo, allora io dirò i motivi per cui non mi piacciono né l’America né la Francia. Fino ad allora, continuerò a dire che, se il timore è quello dell’inciucismo, non è facendo eleggere dai cittadini il governo che ce ne libereremo, mentre la strada da seguire dovrebbe essere quella della trasparenza della politica in generale, come dimostra l’esperienza di altri paesi in cui può essere ragionevolmente predetto, ma senza alcun vincolo e lasciando spazio a emergenze e contingenze vaire, quali saranno premier e coalizione, e in cui allo stesso tempo l’inciucismo è ai minimi. 

  • Di (---.---.---.108) 13 aprile 2012 18:00
    concordo con il commento precedente e dissento dall’articolo

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