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Respinte ancora - e a ragione - le dimissioni della senatrice Giovanna Mangili

La senatrice Giovanna Mangili, del M5S, questa volta si è presentata all’assemblea del Senato e ha letto un testo per spiegare le ragioni della sua scelta. Tutti i gruppi, tranne i cinquestellati, si sono espressi contro l’accoglimento delle dimissioni. La richiesta, infatti, ha ottenuto 57 voti a favore, 8 astenuti e 180 contrari.

Il capogruppo dei senatori M5S Vito Crimi si dichiara perplesso:

Sono costernato dalla crudeltà dimostrata in questa aula nei confronti di una persona che sta cercando di esercitare un suo diritto, quello di rinunciare a un mandato. Giovanna Mangili ha dichiarato sin dall’inizio l’intenzione di rinunciare. Non capisco questo atteggiamento. È venuta in quest’aula per spiegare ed evidentemente ha parlato sentendosi emozionata. Evidentemente non siete abituati a persone che decidono di lasciare un posto perché non se la sentono. Le persone che non rispettano le istituzioni sono quelle che hanno 3-5 poltrone insieme e non vi vogliono rinunciare”.

La costernazione non dovrebbe essere riferita alla crudeltà dimostrata dal Senato, bensì lo sarebbe stata l’esatto opposto. Appare del tutto chiaro che le dimissioni della Mangili sono lacunose di una motivazione valida ed efficace.



Non si corre per le parlamentarie, come sono state chiamate le primarie del M5S, per poi dimettersi il primo giorno dell’insediamento ufficiale. Fino al 15 marzo la senatrice Giovanna Mangili si è messa in lista alle parlamentarie del movimento, poi ha fatto in modo di essere votata dagli iscritti, ha presenziato ai banchetti in giro per le piazze d’Italia raccogliendo firme e adesioni, ha partecipato alla campagna elettorale ed è risultata ufficialmente eletta il 26 febbraio 2013. Fino al 15 marzo, nessun problema personale sembrava preoccupare la senatrice Mangili, poi il buio.

Se è vero, come è vero, che chi viene eletto rappresenta l’istanza del popolo, quest’ultimo va sempre rispettato e le dimissioni di un senatore, di qualsiasi gruppo sia espressione, vanno motivate in maniera chiara e intellegibile. Strano che proprio Crimi, colui che dice di fare parte di un gruppo che fa della trasparenza virtù, non voglia la stessa e medesima cosa. Almeno questa volta, a mio avviso, il Senato ha dato una lezione di serietà politico-istituzionale. Invece, le dimissioni ”strane e confuse”, possono solo contribuire a pensare che tale operazione sia di tutt’altro genere che non questioni personali.

Chi vuole insegnare agli altri, prima dovrebbe imparare un po’ da tutti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.240) 18 aprile 2013 10:55

    va bè che le motivazioni non sono convincenti, ma c’è almeno un sospetto su quali potrebbero essere quelle vere?

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.26) 18 aprile 2013 13:05

    Ma c’è un video o un testo relativo alle motivazioni addotte dalla senatrice Mangili?

    • Di Carlo Santi (---.---.---.250) 18 aprile 2013 13:36
      Carlo Santi

      Io ho visto la seduta in diretta, non so se c’è un video. Le motivazioni della senatrice sono state lette con un comunicato: questioni personali, non si sente all’altezza. Da lì il sospetto che siano "pilotate".

      Comunque, pilotate o meno, è ragionevole il sospetto, un senatore è personaggio pubblico, quindi, le SUE cose personali riguardano l’Italia intera e se ci fossero state pressioni, queste andrebbero denunciate. 
      Non si può, da un lato, inorridire di fronte alle "vendite" dei parlamentari e, dall’altro lato, non tentare di evitare il precedente di eventuali pressioni per dimettersi da una carica così delicata. Le due cose sono orrende in egual misura.
    • Di (---.---.---.26) 18 aprile 2013 14:52

      Non ho visto la seduta ma la supposizione che le dimissioni siano "pilotate" fa il palio con il sospetto che si voglia fare un dispetto al M5S che, eventualmente, avrebbe un senatore in meno, nel caso in cui, nonostante il respingimento delle sue dimissioni, la senatrice in questione disertasse di fatto l’aula.


      In generale, le dimissioni di un deputato vengono accolte, anche se le motivazioni alla base delle stesse sono di carattere personale. Non penso che il problema delle democrazia sia la sostituzione della Mangili, a meno che non si trovi qualcosa di più del sospetto che sia in qualche modo spinta a andarsene.

      Certo, fa un po’ tristezza vedere che un’eletta getti la spugna una volta arrivata in Senato, dopo essersi candidata e aver partecipato a una campagna elettorale. Ma in questo caso, i dubbi sono sulla qualità della persona e non sul M5S. 

    • Di Carlo Santi (---.---.---.250) 18 aprile 2013 17:01
      Carlo Santi

      Niente contro il M5S, ma non è "normale" che a volere le dimissioni siano solo i cinquestellati mentre il resto del Senato chiede di comprendere le vere ragioni e non delle generiche motivazioni. Comunque, è la mia personale opinione, e non ho mai la verità in tasca.

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