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 Home page > Attualità > Media > Report la banda del buco

Report la banda del buco

Dopo aver letto che Report si sarebbe occupato del business delle cave, mi sono chiesto cosa ci poetesse essere di interessante da scoprire, dietro cave e smistatori.
 
Invece, l'inchiesta di Bernardo Iovene ha raccontato un'altra volta di un pezzo di Italia che non funziona: le cave sono di propriertà dei comuni e dunque dei cittadini italiani. Le società di estrazione pagano delle concessioni per estrarre marmo (dalle cave a Carrara) o ghiaia e sabbia (nel casertano come nel bresciano): peccato però che gli oneri siano troppo bassi rispetto ai ricavi, spesso le società non pagano nemmeno. La legge che regola il settore è del 1927, ma lascia fuori Carrara, e ogni regione fa di testa sua.
 
Iovene ha girtato l'Italia per vedere cosa succede.
 
A Carrara succede che le polveri inquinanti per il trasporto del marmo sui camion sono di tutti, e un arricchimento per pochi.
 
Camion che dovrebbero girare coperti, per evitare l'inquinamento e che invece girano per le strade dei paesi senza rispettare le ordinanze comunali: "siamo tutti soccombenti al ricatto del lavoro" risponde il sindaco: le imprese di estrazione hanno rifiutato l'intervista (come in altre regioni) e parlano tramite l'associazione industriali. Che tira fuori gli estensi, le vecchie concessioni perenni: sono le stesse famiglie che da anni si passano le concessioni rinnovate automaticamente ogni 29 anni. Queste guadagano 2000 euro a tonnellata, pagando il comune tra 7 e 13 euro e mezzo a tonnellata.
 
Basterebbe alzare il canone, per guadagnare qualcosa di più, sono soldi che farebbero comodo in un periodo di tagli. Senza parlare delle dismissioni delle cave: una volta chiuse, le cave andrebbero sistemate, invece si lascia lo scempio a vista. "A queste cose sono più sensibili gli ambientalisti" ammette con un sorriso il pres. dell'associazione industriali.

Campania.

In Campania, specie nel casertano, sono state sequestrate 400 cave abusive, parte integrante di un sistema criminale basato sul cemento e sulle costruzioni abusive. Anche qui, a Giuliano, come in altri comuni, le polveri delle cave, dai cementifici, si posano sugli alberi, sulle case, nei polmoni. Con dei casi di tumore, che andrebbero monitorati. Ma chi controlla le cave, chi controlla le imprese di estrazione: il magistrato Donato Ceglie, della procura di S Maria Capua Vetere spiegava che questi reati non solo ambientali sono avvenuti sotto gli occhi complici dei controllori della Regione. Come del genio civile: dal 2006, c'è un piano cave in Regione, ma le multe sono irrisorie ripetto alle cifre che girano, e che nemmeno vengono pagate.

Anche qui le cave non sono state dismesse e, alcune, di queste sono pure state riempite con i rifiuti e tramutate in discariche (come del resto è avvenuto a Brescia, in Lombardia). Succede allora che la Cementir di Caltagirone, dopo aver sventrato una parete della montagna, ora si sia spostata all'altro versante. Per tenersi buono il comune l'impresa ha pensato ad un "cementir day" nella piazza di Maddaloni. Del resto, come in altre parti del paese, cosa può fare il comune, se è vittima del ricatto del lavoro?

Caltagirone è finanziatore dell'UDC (ad insaputa del presidente della Cementir), come anche dell'UDC il Presidente della Provincia. Di Caltagirone è anche il giornale Il mattino che sulla vicenda ha scritto un solo articolo per dire che va tutto bene. Come per altre cave, la procura sta indagando sul progetto per gli scarichi dai fumaioli.

L'Emilia Romagna si segnala come la regione più virtuosa: si estrae sono ciò che serve, su indicazione del comune. E, a fine vita della discarica, i cavatori sono costretti a pagare di tasca loro il ripristono e per questo, qui i comuni chiedono una fideiussione di 1 milione di euro. Allo stesso modo però, gli oneri pagato sono ancora troppo bassi e il presidente Errani ha potuto solo promettere di rivedere le tariffe.

La Lombardia.
Sorprende la situazione lombarda, perché mostra come il tanto odiato centralismo romano odiato dalla Lega, qui sia stato sostituito dal centralismo della Regione che decide per provincie e comuni che non possono opporsi ai progetto di nuove cave.

Edoardo Corongiu Assessore all'ambiente di Castegnato (Brescia).
C’è la volontà delle Regione Lombardia, che passa sopra i cittadini di Castegnato e decide alla faccia del federalismo fiscale, che dovrebbe demandare ai cittadini di scegliere cosa fare del proprio territorio, decidono di passare sopra la volontà dei cittadini di Castegnato e decida la Regione Lombardia ovviamente di fare una discarica.

Succede a Brescia, dove il giornalista di Report ha potuto raccogliere le lamentele dei cittadini di Rovato, Montichiari, Castegnato. Che non solo non vorrebbero tutte queste cave, ma nemmeno accettano che poi, a fine estrazione, siano trasformate in discariche (anzichè fare il ripristino e restituire il territorio alle persone). Si domandano, poiché questa è zona dove si fa la differenziata, da dove vengano questi rifiuti (anche di amianto)?

Stefano Dotti – Assessore Attività Estrattive della Provincia di Brescia

Il problema è questo, in Italia ed in Lombardia. Che i rifiuti vengono prodotti e noi chiaramente troviamo una soluzione che sia quella più idonea, non possiamo lasciare i rifiuti per strada, quindi questo è un aspetto che va chiarito, non è che ci dobbiamo scandalizzare.

Iovene - E avete scelto la provincia di Brescia come discarica?

Dotti - No. Noi non abbiamo scelto la provincia di Brescia. La provincia di Brescia…

Iovene - Intanto ad ogni cava corrisponde una discarica.

Dotti - Be' no, non è esattamente così. Sta citando degli ambiti estrattivi all’interno dei quali sono state realizzate le discariche. Cioè, ecco io non voglio che questa intervista venga interpretata come una volontà dell’assessore, o della Provincia di Brescia, diciamo così di assentire, in qualche modo, favorire o agevolare in provincia di Brescia la realizzazioni di discariche. Da quando mi sono insediato, io ho detto anche qualche no e abbiamo detto qualche no.

Elena Zanoia – Sindaco di Montichiari
C’è chi vuole le discariche e chi le ha ostacolate. Mi scusi lei non ha idea della lotta che abbiamo fatto, guardi che mi hanno espulso dalla Lega per le discariche… Sì, perché non ho voluto fare l’accordo con il Pdl perché Forza Italia ha portato tutte le discariche a Montichiari e io l’accordo con il Pdl non l’ho fatto e… sono fuori dalla Lega.

Iovene - Ah, lei è stata espulsa dalla Lega?ù

Zanoia - Sì.

Iovene fuoricampo - L’assessore competente delle cave in Regione è del Pdl. Ci scrive che ha apprezzato il nostro invito per un’intervista, ma non ritiene di aderire, eppure è in Consiglio Regionale che aumentano i metri cubi da scavare. Forse l'assessore in Provincia non era abituato alle domande di un giornalista giornalista, se alla fine sbotta chiedendo "ma lei chi l'ha chiamata?".

Milena Gabanelli in studio - Ci hanno chiamato i cittadini e i sindaci perché non se li fila nessuno, e si chiedono come mai dopo essersi fatti carico del disagio prodotto da camion, polveri, rumore senza aver avuto in cambio alcun beneficio, adesso si devono beccare anche il degrado eterno, perché ai cavatori che non hanno più nulla da tirar su, viene concesso di trasformarsi in gestore di discariche.
E’ vero che ai rifiuti bisogna trovare una soluzione, ma da dove arrivano visto che da quelle parti si differenzia molto? gli abitanti del posto ci dicono che la provincia di Brescia si fa carico dei rifiuti normali, speciali e pericolosi che vengono anche da altre parti. Allora, assessore Raimondi della Regione Lombardia, le domande sono due: perché la provincia stabilisce quanti volumi servono, e la Regione che sta fuori dal territorio, ne autorizza di più, e perché non vengono rispettate le convenzioni, che prevedono che i buchi non vengano chiusi con i rifiuti ma vengano tappati con qualche albero o un prato. Non rispondere a noi, vuol dire non rispondere a centinaia di migliaia di vostri cittadini. Noi possiamo solo pensare che i volumi in eccesso vengono venduti agli svizzeri, che invece al loro territorio ci tengono e siamo in provincia di Varese.

A Varese, la stessa impresa che è stata multata per un cava abusiva, oggi ha l'appalto per il suo ripristino: la Italinerti, di proprietà di Nidoli Sara, assessore (con sponsor politico) alla provincia di Varese.

Stessa situazione, per le cave trasformate in discariche, in Piemonte, nelle provincie di Vercelli e Biella. Alla fine, alla fine del servizio, il titolo "la banda del buco" pare quanto mai azzeccato.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.143) 8 aprile 2011 00:46
    Renzo Riva

    Pubblicato dal quotidiano "Messaggero Veneto" in data 12 Agosto 2010
    nella rubrica delle lettere a pagina XVII.
    Dicevo cose analoghe a "Report" ma non suscitarono alcun commento.

    La raccolta differenziata?
    Una stupidaggine che ci costa cara

    UDINE
    Riciclaggio
    insensato

    Ci sarebbe da complimentarsi con il corpo elettorale, per non aver permesso ai Verdi e ai Comunisti di essere presenti in parlamento, se non fosse che loro stessi hanno prima lasciato fare troppi danni al Paese per le insensate politiche ispirate dal catastrofismo ambientalista.

    Una di queste politiche fu quella della raccolta differenziata, alla quale si accodarono ben presto gli "intelligenti" del cdx che non volevano essere da meno dei sinistri.

    Ricordo l’azione belluina dei sinistri bassoliniani che portarono, insieme al campano ministro all’ambiente Verde, all’emergenza dei rifiuti dopo aver speso in vent’anni 20’000 miliardi di Lire.

    Si è in attesa dell’operato della magistratura locale per sapere qualcosa delle malversazioni degli ecologisti ideologici.

    Il riciclo è quanto di più insensato potessero concepire certe mele, bacate a tal punto da bacare tutto il bigoncio politico.

    Che senso ha recuperare la carta, la plastica ed altri materiali combustibili quando poi con le centrali a biomassa si bruciano materiali legnosi e cartacei? Le plastiche sono un derivato diretto del petrolio, per cui è opportuno bruciarle e produrre energia nei termovalorizzatori piuttosto che bruciare combustibili derivati del petrolio stesso.

    Nel mio comune, Buja, abbiamo dovuto subire l’onta del riciclo, proposto ed attuato da una amministrazione di cdx; se hanno ancora senso queste categorie politiche, omologate nel perseguire le stesse insensatezze.

    Molti bujesi sono insoddisfatti di questa "innovazione"; che però ha giovato al suo sindaco, che ora siede nel consiglio di amministrazione della Net.

    Nessuno dei consiglieri ha niente da dire sui futuri aumenti della relativa tassa, che subiremo tutti, per questa nuova "moda" anche quando il 95% dei rifiuti differenziatamente raccolti saranno portati in discarica? Tanto valeva portarceli prima!

    A margine dirò che il mercato della riciclata praticamente non esiste e per commercializzarla viene offerta sul mercato a prezzi stracciati, che non pagano nemmeno il ciclo industriale per la sua raccolta e produzione. Le cartiere del Nord Europa, che hanno boschi regimati, acqua ed energia elettronucleare a prezzi stracciati, riescono a fornire carta pregiata a costi concorrenziali.

    Basta citare la cartiera Romanello, che fu fatta chiudere per inquinamento e poi riaperta per non aggravare la situazione occupazionale dei lavoratori diretti e degli indotti nella filiera economica della raccolta differenziata.

    Poi, siccome al peggio non c’è mai fine, quella carta, che nessuno vuole neanche gratis, sarà bruciata come qualsiasi biomassa se non finirà direttamente in discarica.

    In tutta Europa i rifiuti solidi urbani vengono termovalorizzati; un dato per tutti: la Danimarca ne brucia oltre il 50%.

    Chi ha visto l’inceneritore di Vienna sa come le altre Nazioni affrontano e risolvono i problemi, invece delle inutili e dannose discariche che, dando luogo a commistioni fra interessi pubblici e privati, meriterebbero qualche interessamento giudiziario per vedere chiaro nelle concessioni delle cave, che saranno poi trasformate in discariche.

    Politici indecenti e cittadini deleganti sempre più "sotans".

    Chi si fa pecora il lupo lo mangia; ma non a Trieste, città dotata d’inceneritore.

    Renzo Riva

    P.L.I. F-VG
    Energia e Ambiente

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.215) 10 aprile 2011 08:26
    Damiano Mazzotti


    Il problema delle cave spiega molte anomalie italiane relative alle discariche, che a mio parere sono molto più pericolose dei temuti termovalorizzatori. Le discariche concentrano gli agenti inquinanti e prima o poi li convogliano in canali e fiumi poichè i sistemi di contenimento sono destinati a trattenere l’acqua infiltrata fino a che questa travasa e contamina tutto l’ambiente circostante... A mio parere per i prossimi 20 anni, bruciare i rifiuti è il male minore, anche perchè si recupera molto energia e produrre energia con carbone o derivati del petrolio è molto inquinante... 

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