• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Renzi, un colpo grosso da maestri

Renzi, un colpo grosso da maestri

Il 29 ottobre del 1929 crollava la Borsa di Wall Street. Quattordici febbraio 2014, crolla la nostra Democrazia. 

Questo fatto passerà ai libri di storia come il più nero del nostro secolo. Non ci saremmo mai aspettati di vedere crollare così miserabilmente un diritto sancito dalla Costituzione che recita testualmente: “L’Italia è una Repubblica parlamentare fondata sul lavoro”. Ma di Repubblica parlamentare è rimasta ben poca roba. Ad osservare i fatti che sono successi, non c’è da stare allegri. Netta è la sensazione che tutto sia calato dall’alto e i giochi di Palazzo talmente forti, da rendere inutile il diritto di votare.

Per ben tre volte, c’è un avvicendamento a palazzo Chigi di un Presidente del Consiglio che ora vedrà coronata la testa di Renzi per dar vita, come egli afferma, ad un governo politico. Ma i governi politici si legittimano con il consenso popolare e non dentro una segreteria di partito. Altro che rivoluzione e rottamazione! Siamo in presenza di una bella restaurazione con tanto di sovrano che incoronerà ancora una volta la testa aristocratica di un prescelto. Ma da chi? Dai poteri finanziari, dai poteri bancari, da una lobby che fino ad ora ha lavorato per arrivare a questo? E come se non bastasse si parla di una legislatura che dovrà avere la durata di quattro anni. Mi chiedo se non si stia andando verso un’esasperazione della politica, per cui questo genere di politico è colui che un bel giorno si alza e decide che è tempo di assaltare il Parlamento.

Affermare inoltre che Renzi è un buon comunicatore, che riesce a capire cosa vuole la gente, è l’equivalente di dire che in Italia c’è un solo partito capace di imporsi sulla scena politica. Eppure a considerare come tutto ciò sia avvenuto, e dai mugugni che ci sono, si ha la netta sensazione che ci troviamo ancora una volta davanti a un colpo gobbo, o colpo grosso, come recitava il titolo di una delle trasmissioni in auge su Canale 5. Colui che ha voglia di cambiare strada e strategia certamente non si comporta come Renzi. Ormai l’Italia rischia davvero di andare sott’acqua come Venezia, lasciata a se stessa per l’incapacità di salvarla dalla furia delle acque. Ogni giorno che passa è come svegliarsi e ritrovarsi in una realtà che è diventata il peggiore incubo per chi non ce la fa più e decide di puntarsi una pistola alla tempia e farla finita. E che non ci sia la voglia di coinvolgere i cittadini in un’opera di cambiamento lo dimostra adesso quest’ennesimo atto di prevaricazione compiuto ai danni di un popolo tradito al quale non rimarrebbe altro che ubbidire.

Intanto tra l’incoronazione e la scelta di una squadra attuata con i metodi di sempre, ci sarà ben poco da sperare. Si parla di mettere mano alla Costituzione, di abolire il Senato, abolire le province, sforbiciare organi dentro ai quali la democrazia finora era di casa. Non è un Renzi con questi modi da prevaricatore che determinerà il cambiamento. Se i metodi e gli uomini sono sempre gli stessi, la scelta sempre uguale, è come dire che in un cesto di mele buone lasci sempre quella marcia capace d’intaccare tutte le altre. Le rivoluzioni non sono i giochi di palazzo, le decisioni imposte, l’ammutinamento delle elezioni. Il consenso bisogna costruirselo in campo e questo non mi pare stia avvenendo. Sarà il caso di dire “Io non mi sento italiana”?

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità