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 Home page > Tempo Libero > Satira > Renzi e Letta: la guerra degli opportunisti

Renzi e Letta: la guerra degli opportunisti

L’Italia è la posta in palio di un manipolo di incapaci in guerra. È una guerra strana, opportunistica e pericolosa, fatta mistificazioni propagandistiche vuote che speculano senza vergogna sulla vita degli italiani.
 
 
I due principali contendenti sono in apparenza alleati, fanno parte dello stesso partito, dovrebbero condividere gli stessi principi e avere gli stessi scopi, ma in realtà scuoiano la cotenna del Paese con la lama delle ovvietà per ottenere un posto a Palazzo Chigi. Letta e Renzi sono della stessa pasta; se i tempi fossero stati diversi molto probabilmente avrebbero fatto parte della stessa squadra di biliardino dell’oratorio, ma adesso il primo vuole mantenere il posto di Presidente del Consiglio mentre il secondo vuole appropriarsene. Tutto si riduce a questo! Se andiamo a grattare sotto questo strato di muffa non ci troviamo altro, solo il nulla.
 
Enrico, “il timorato di Zio”, è un ottimo gregario, un negoziatore occulto e traffichino che ha saltellato allegramente per vent’anni tra il partito, “les affaires” di famiglia e il Gruppo Bilderberg, ha sempre lavorato nell’ombra ed è uscito allo scoperto solo grazie all’ossessione perenne per le larghe intese di Napolitano. Fa gli interessi dell’Europa bancaria ed è il successore naturale di Monti. Letta è la continuità politica dello sciagurato governo che lo ha preceduto, travalica gli interessi e gli scopi della sua compagine politica, lui è oltre, fa altro, i suoi interessi sono quelli della Bce, e per questo deve esser abilmente fluido, incolore ed insapore. Letta è il primo fulgido esempio di “commissariamento occulto”: una persona da sempre celata ai più, non votata da nessuno per diventare primo ministro, come per incanto viene chiamata a traghettarci fuori dalla crisi, ma in realtà ha avuto il solo compito di rifilare al paese misure di “austerità” camuffate da riforme. Non ha fatto niente, affetto da una sconosciuta e triste patologia che lo ha spinto a cambiar nomi a vecchie tasse, ha ceduto in silenzio ai ricatti di un alleato pregiudicato, ha aumentato l’iva di un punto percentuale ed ha inoltre pressato ulteriormente sul costo del lavoro per le imprese tenendo così in un “ammollo stagnante” tutta l’economia nazionale. Per quanto lucidi gli attributi d’acciaio, Letta è stato sino ad ora di un immobilismo sconcertante, un immobilismo che aveva il solo scopo di chiudere il lavoro iniziato da Monti.
 
Il guaio è che Letta ha iniziato a crederci, il ruolo conferitogli da Napolitano - e da nessun altro – gli piace non poco! Ha iniziato ad accarezzare l’ebbrezza del potere e la cosa non gli è dispiaciuta affatto! Anzi, visto che c’è vuole restare! Il canonico ha ancora tanto da fare e la crisi è un ottimo deterrente per lavorare di fino per tutta la legislatura, lo stato di emergenza è uno sponsor efficace per lavorare di fino e far gli interessi di un’economia continentale che ha tutte le intenzioni di risollevarsi dalle sue sciagure speculative attraverso i soldi dei privati cittadini! Letta non è un uomo di partito, non lo è mai stato, è un semplice funzionario di sistema; certo, per entrare in politica da qualche parte doveva pur stare… così un bel giorno lo zio Gianni gli ha semplicemente detto: “Al mio tre dividiamoci! Io di qua e tu di là!” Le cose “in fondo in fondo” sono sempre semplici.
 
Renzi invece è mosso da altre forze, anzi, è più corretto dire che è stato costruito in un’altra fabbrica. Matteo è politicamente meno capace ma più spendibile sul versante della propaganda. Ridendo e scherzando anche lui è sulla piazza da un paio di lustri abbondanti, ma il lavoro congiunto della diade “Gori-Baricco” è riuscita a far sembrare Matteo un eterno enfant prodige del teatrino politico nazionale. Non è mai stato eletto in parlamento, ma è stato presidente della provincia di Firenze ed ora è sindaco della città (certo, ha bisogno di Google Maps per arrivare quelle rare volte in comune ma è comunque il sindaco e resta incatramato tale fin quando non ha un altro posto sicuro). Anche Renzi - come Letta - è tendenzialmente sciapo, non ha le idee chiare, spesso si contraddice e rimangia quello che dichiara, infatti da questo punto di vista è un fervente allievo della scuola berlusconiana (ne sentivamo la mancanza); ad esempio dichiarò da Fazio di non avere alcuna intenzione di diventare segretario e invece cammina sul cadavere ancora caldo del suo partito per diventarlo, smaltì nell’indifferenziato D’Alema per poi andarlo a ripescare senza problemi nella pattumiera per opporsi a Bersani. Ad aprile sbraitava contro i suoi per favorire le larghe intese ma dopo non ha mai lesinato nel tentare di affossare un esecutivo fantoccio per propagandarsi! La sola ed unica dote di Renzi consiste, dunque, nell’approfittare delle disgrazie altrui (qualità tutt’altro che rara sia in politica che nelle onoranze funebri).
 
Ma dopo l’otto dicembre Matteo spinge ancor di più sull’acceleratore per far cadere Letta. Infatti dopo esser diventato segretario del Pd – in pratica il primo esempio di “condanna ai lavori socialmente futili” –, Renzi affonda ancora di più i denti sul collo di Letta. Prima offre a Grillo un’alleanza tra squilibrati, proponendo addirittura di sfasciare il titolo V della Costituzione; chiedere a gente così incompetente di riformare la nostra carta fondamentale è un po’ come appaltare a Joker i lavori di ristrutturazione della Batcaverna! Poi cerca di imporre a Letta un rimpasto di governo, ma dopo nega ogni cosa in un’intervista televisiva, ed infine copia praticamente “pari pari” il piano sul lavoro del Movimento Cinque Stelle - con la sola “trascurabile” differenza di screditare alla chetichella l’articolo 18 - e lo chiama in perfetto “british style” Job Act! Renzi crede di essere nella Camera dei Comuni, ma in realtà non è altro che il semplice segretario di un partito drammaticamente spaccato ed evanescente. La sua elezione è stata fatta passare come un’ipoteca sul governo del paese, e i media – da sempre proni – hanno lasciato passare questo messaggio errato ed incostituzionale, ed ora la sua segreteria sembra agli occhi di tutti un governo ombra in grado di cambiare le sorti del Paese.
 
Ma la realtà è completamente diversa, Renzi - nonostante il plebiscitucolo delle primarie - è ben consapevole di non essere il segretario di tutti, cerca numeri in parlamento e molti sono ad osteggiarlo. Inoltre non può far passare troppo tempo, ora è in cima ai sondaggi e deve battere l’Enrico finché e caldo; se vuole arrivare a Palazzo Chigi non può far passare troppo tempo e per questo Letta deve cadere!
 
Questi sono i nostri Cesare e Pompeo, una coppia di lobbisti che guerreggiano senza quartiere per le macerie del paese, anche perché la ricostruzione diventerà un affare!
 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.4) 13 gennaio 2014 15:08

    Analisi impietosa ma realista, mi sembra.
    Condivido, e apprezzo la scrittura lineare e diretta.
    Saluti,
    Gottardo

  • Di (---.---.---.215) 13 gennaio 2014 17:19

    Analisi giusta.
    Purtroppo ricorda il liquame e dal liquame ci si può aspettare solo un’ondata di fetore.
    Da questo fetore bisogna starci alla larga. Odio chi va a votare turandosi il naso.
    Persone limpide, pulite, trasparenti esistono da queste bisogna ripartire!

  • Di (---.---.---.209) 13 gennaio 2014 20:07

    Approdo >

    Berlusconi, Grillo e gli altri partiti d’opposizione hanno tutto l’interesse di abbinare nuove elezioni politiche a quelle Europee. Perdurando la crisi è “facile” cavalcare la sfiducia, la delusione e la rabbia di tanti che ne subiscono gli effetti. Bersaglio scontato sono i vincoli della UE ed i limiti del governo in carica.

    Dentro questo scenario si colloca l’iniziativa di Renzi che vuole andare “fino in fondo” nella ricerca del consenso più largo alla sua proposta politica.
    Ecco allora un “pacchetto” che parte dalla Legge elettorale, ma che contiene anche riforme Costituzionali (Senato, province, titolo V°, ecc) di fatto irrealizzabili nell’arco di 2-3 mesi.

    Delle due l’una.
    Con Berlusconi e/o Grillo può ragionare solo di Legge elettorale. Andando al voto a maggio il PD, quale maggior azionista del governo uscente, pagherebbe lo scotto di una crisi non superata.

    Viceversa, se Renzi, con il suo “pacchetto”, vuole “cambiare verso” al paese deve trovare un “punto d’incontro” con gli altri membri dell’attuale maggioranza. Un piano di lavoro “condiviso” che, entro fine anno, segni in modo tangibile l’avvio della ripresa.
    Essere “più decisi, concreti e rapidi” non è dettare il proprio ordine del giorno, così come agire da Premier non è impugnare un “file di Excell”.

    Qui si misurerà la volontà e la capacità di Renzi di dare corpo ed impulso all’azione del governo Letta. Questa è la migliore premessa per poi tornare ad un normale confronto tra offerte politiche diversificate.
    Il tempo non cancella le Voci dentro l’Eclissi esempio di coerenza, impegno …

  • Di (---.---.---.162) 13 gennaio 2014 23:42

    MA SOPRATUTTO AVETE NOTATO CHE SIA RENZI CHE LETTA , venendo da un partito che vive di clientele se ne guardano bene dal mettere al centro il primo è piu grande flagello dell’Italia che ci ha portato al declino

    SVEGLIATEVI

    Dedicato a quegli ita-lioti che ancora continuano a votare per chi ci ha ridotto così, e che ora mandano avanti i loro prestanome per continuare a garantirgli l’impunità

    http://www.lincredibileparlamentoit...

    - Ogni anno il costo della corruzione in Italia, SOLO per i sovracosti della pubblica amministrazione, è di almeno 60-70 miliardi (RECORD D’EUROPA)
    - Il 50 % di tutto il malaffare dell’Unione Europea è in Italia
    - Gli appalti pubblici in Italia costano mediamente il 40% in più della media europea
    - Nella classifica della corruzione di Trasparency International è al 69°posto, alla pari con il Ghana e la Macedonia, con costante calo di investimenti dall’estero.
    - L’Italia è l’unico paese al mondo con 3 mafie presenti sul proprio territorio. Che controllano militarmente intere regioni e che fatturano ogni anno circa 150 miliardi (RECORD MONDIALE)
    - 3 gradi di giudizio per tutti i processi sono UNA ANOMALIA ITALIANA (e il conseguente costo enorme per lo stato e/o elevatissimo numero di prescrizioni per i potenti e i colletti bianchi)
    - L’evasione fiscale è stimata a 120/140 miliardi l’anno, RECORD D’EUROPA
    - Il 50 % della ricchezza privata (che ammontava nel 2011 a circa 8600 mil. di Euro cioè PIU’ DI 4 VOLTE il debito pubblico) è nelle mani del 10 % della popolazione. Senza contare i capitali non tracciabili nè direttamente nè indirettamente
    - L’andamento del PIL italiano negli ultimi 15 anni (da ben prima della crisi) è tra i peggiori del mondo, esclusi i paesi in guerra (dichiarata)
    - Ancora nel 2012 l’OCSE ha ricordato che l’Italia non cresce per l’eccessiva corruzione ed evasione fiscale.
    - E nonostante la pressione fiscale ormai tra le più alte del mondo il debito pubblico continua ad aumentare.
    - Ma di questa mattanza quotidiana sui mass-media italiani non se ne ha percezione
    - Forse perchè sono controllati da LORO...?

    SVEGLIATEVI PORCO DIAZ

  • Di (---.---.---.154) 19 gennaio 2014 20:08

    Specie suina >

    Renzi ha trovato “profonda intesa” con Berlusconi per “favorire” governabilità e bipolarismo.
    Quello che viene annunciato come sistema elettorale spagnolo “corretto” è di fatto una variante del vecchio “porcellum”. Il premio di maggioranza verrà assegnato al partito (coalizione) che raccolga oltre il 35% dei voti espressi. Altrimenti funziona come un proporzionale con soglia di sbarramento.
    Le lunghe liste di “nominati” verranno sostituite da liste più corte e “bloccate”.

    Da notare.
    Berlusconi continua tuttora a ripetere ai suoi che bisogna “convincere” gli italiani a non disperdere il loro voto. Renzi, il tenace paladino delle primarie “aperte”, da Segretario adesso apprezza le liste “bloccate”.

    E’ vero: del maiale non si butta niente.
    Cosa ben diversa è manipolare il valore ed il significato di Parola e Merito

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