Renzi e Grillo: con Calderoli contro Napoli e il Sud
La senatrice Segre certamente non sa che a Napoli c’è chi lavora da tempo con buona parte delle forze di opposizione, PD e M5S e Rifondazione anzitutto, alla costruzione di un fronte unito contro il rischio di una svolta autoritaria che non è difficile cogliere dietro le proposte del Governo sull’Autonomia differenziata e sul Premierato forte.
Non lo sa, eppure, chiamando a raccolta gli antifascisti, invitandoli a far quadrato attorno alla Costituzione minacciata, è stata chiarissima e ha dato sicuramente una mano a chi si adopera
perché nasca un fronte unito dai valori dell’antifascismo.
Io mi batterò con tutte le mie forze contro il premierato forte, ha detto la Segre. Lo farò, se necessario, anche da domani. Ascoltandola, noi meridionali, noi napoletani in particolare, ci siamo accorti che la senatrice a vita ci stava chiamando in causa direttamente? Noi, che pure l’abbiamo applaudita e ammirata, che stiamo facendo in concreto per prendere posto in trincea accanto sa lei e non lasciarla sola?
Domande retoriche? Tutt’altro. Domande che dovrebbero farci riflettere attentamente su alcuni avvenimenti che in questi giorni hanno avuto un fortissimo impatto sull’iniziativa unitaria che qui a Napoli stava facendo passi da gigante ed era ad un passo dal raccogliere i primi frutti di un anno di lavoro.
In questa iniziativa Italia Viva non c’era e non ha mai chiesto di esserci. Al momento opportuno, però, non ha fatto fatica a picconare violentemente l’iniziativa unitaria. Quella napoletana, come tutte le altre che si vanno realizzando ovunque nel Paese ci sia consapevolezza della gravità del momento. Gli è bastato proporsi come collante tra le forze impegnate a costruire un fronte comune contro il governo e immediatamente ha ottenuto lo scopo: rendere difficile il dialogo. Non unire, come racconta a chi vuole credergli, ma dividere come ha sempre fatto.
Renzi sì? Renzi no? Il dilemma ha determinato subito la paralisi.
Renzi però non è solo in questa sua azione di esperto guastatore. Contemporaneamente, infatti, Grillo s’è svegliato da un lungo letargo. In apparenza un intervento banale su questioni interne al M5S: ma che fa Conte, cambia il volto del movimento?
Banale o no, l’intervento di Grillo è diventato subito l’epicentro di un terremoto e a questo punto una domanda è d’obbligo: a chi era diretto il colpo? A Conte o all’unità che faticosamente si sta cercando?
Quale che sia la direzione che Grillo intendeva dare alla sua sortita, non c’è dubbio: il colpo, diritto e pericoloso, è andato direttamente al cuore di tutte le iniziative unitarie.
Mentre ci si prepara a un referendum vitale per il Sud e per Napoli, in particolare, Renzi e Grillo hanno di fatto sparato a zero su una difficile ma indispensabile unità. Noi meridionali dovremmo fare attorno a questi due ambigui personaggi tutto il vuoto possibile. E farlo subito. Per quale loro scopo lo facciamo non è chiaro, tuttavia, non c’è dubbio: lavorano entrambi per Calderoli.
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