• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Rai Mediaset Informazione In Culo alla Balena

Rai Mediaset Informazione In Culo alla Balena

Bagliori di Rai. Nel 1996 ho conosciuto Michele Santoro, a Via Teulada. Stavo dentro alla Rai, come dipendente Comit, quella che ancora era la Banca Commerciale Italiana, privatizzata, a fare il "borsino". Lui, Michele Santoro, aveva appena preso la decisione di andare fuori dalla Rai.

Rai Mediaset Informazione In Culo alla Balena

Lo raggiunsi al bar di via Teulada, non ci avevo mai parlato, chiedendogli perché dovesse chiudere anche il conto con noi, sportello interno ed esterno alla Rai. Fu così che iniziò la relazione “bancaria” che prescinde sempre dagli Affari, malgrado passi attraverso i soldi: vicende private e nel caso pubbliche. Nel suo sito leggo un passaggio a proposito del 1996. Michele Santoro pubblica un libro: Michele chi? Lo conservo ancora, con la sua dedica. Poi due righe asettiche: "Nello stesso anno ha lasciato la Rai per Mediaset come direttore della testata Moby Dick, che ha prodotto anche Moby’s”. Su wikipedia la riga di una pagina, a suo nome, diventa questa nel 1996:

“Nello stesso anno ha lasciato la RAI per passare a Mediaset come direttore della testata Moby Dick e poi Moby’s su Italia 1″.

Alla prima puntata di Moby Dick fu invitato tutto il personale del piccolo sportello Comit nella Rai. Fu raggelante, non era la Grande Famiglia Rai già visitata dalla Moratti come D’Alema alla Comit e per quanto la libertà sembrava totale, apparve un Grande Fratello surgelato. Il contratto fu di 3 anni e diede modo di scriverne, tutto e di più, giudizi e pregiudizi e anche Fatti, come Pierluigi Diaco su Libero si divertì a riassumere. E per Berlusconi di proclamare, non smentito, che nelle sue Tv si faceva Informazione Libera.

Ero ancora alla Rai di via Teulada quando nel 2001 mi presi dei giorni di Ferie per andare a Genova con mia figlia. Stetti in piazza, con minorenni e maggiorenni per tre giorni: “Genova, luglio 2001: io non dimentico”.

E anche lì trovai la Rai, con le sue troupe e i servizi di Giovanna Botteri che avrei risentito telefonicamente di lì a poco, in Afghanistan, dopo l’11 settembre. E Mediaset.

Tornai a Roma: ascoltavo in Rai, sull’autobus, i racconti e le risate, le botte ragazzi… c’era stato pure un morto. Ma che ce so’ andati a fa? Io zitta, non mi avrebbe creduta nessuno.

Trovai chi mi avrebbe fatto parlare, Rifondazione: consultai l’elenco del telefono e chiesi dove era un circolo, per iscrivermi. E trovai Harald, l’organizzatore, ad aspettarmi a fine luglio, con la tessera, a via Caracciolo.

Ci saremmo rivisti alla fine dell’estate. E la vendemmia era già compiuta, a fine settembre. La guerra infinita appena iniziata.

Nel 2003 me ne andai con l’esodo volontario, fuori da Roma, vicino a Viterbo e continuai la spola tra il Movimento e Rifondazione. Nel 2006 presi molte decisioni, ineludibili, come quella di uscire per sempre da qualunque partito, l’esperienza mi era stata sufficente. La risposta a sinistra, non si fece aspettare. Ho ritrovato stamattina su Indymedia che all’epoca era: “Don’t hate the media, be the media!” (Non odiate i media, siatelo!), quanto scrissi ai primi di agosto e venne censurato: Noi-voi*tu-io. Qualcuno che non ho mai conosciuto, Camillo Coppola, ha avuto la bontà di lasciare questa paginetta a memoria, un bella ciao, che non scordo e a cui invito a riflettere, nuove e vecchie generazioni. L’anno del “Calendesercito 2006″: “12 volti noti di giornalisti professionisti, corrispondenti delle reti televisive nazionali, una o uno per ogni mese dell’anno” Franco Di Mare, Toni Capuozzo, Letizia Leviti, Gabriella Simoni, Fabio Chiucconi, Francesco Cito, Ennio Remondino, Anna Migotto, Luca del Re, Carmen Lasorella, Mauro Maurizi e Giovanna Botteri. Completano l’opera, altrettante immagini di donne ed uomini in servizio nell’Esercito”.

Ho seguito le vicende finanziarie ed economiche in Italia, dal 1973 al 2003, della Borsa, degli Affari: quella che comunemente è definita politica. Nella borsetta, del borsino, ho molti ricordi, diffusi negli strati più diversi della società italiana. Dai clienti particolari e ricchi dei primi anni ‘70, si è passati alle masse, travolte dalle vicende bancarie: forse non è chiaro questo passaggio. Dentro al Sistema Creditizio ci stanno tutti, poveri e ricchi, strozzini e strozzati, usurai e usurati e l’Informazione.

Sono rimasta sempre dall’altra parte,dalla parte del torto. Per 31 anni come già detto, lavorando e poi ora in pensione. Che posso dire e aggiungere, rifarmi alle parole divine dette a Giona, così sono contenti anche i Din Don Dan che fanno rivoluzione alla Rai? «Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita; ed io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?»

Rai, Mediaset, Informazione, Compagni-a bella in Aree Difficili…

I giornali di marzo, quante cose raccontano.Ascoltate ascoltate Popolo del Pianeta Il Banditore.

In culo alla balena!

“Tutto quello che hai visto ricordalo, perchè tutto quello che dimentichi ritorna a volare nel vento” Claudio Lolli

 

 

local/cache-vignettes/L339xH500/1f87d21407e4823c-bfbd3.jpg

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares