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Quello che le cronache non dicono, ovvero San Frisullo

Quello che le cronache non dicono, ovvero San Frisullo

Lunedì 18 gennaio, ho voluto presenziare alla manifestazione indetta dal Partito Democratico salentino - in vista delle primarie del 24 - per presentare il proprio candidato, onorevole Francesco Boccia, alla carica di Presidente della Regione Puglia.
 
Per l’occasione, l’immensa sala conferenze del Grand Hotel Tiziano di Lecce è apparsa gremita e la folta platea, sotto le stimolanti note de “La canzone popolare” di Fossati, ha riservato un’accoglienza più che degna ai big provinciali e, in modo particolare, al leader maximo D’Alema e allo stesso Boccia.
 
E però, anche se ciò potrà sembrare strano, il ruolo di vero eroe della serata è stato rivestito, almeno ai miei occhi, da un altro personaggio, per la verità da un po’ di tempo in disparte e completamente defilato, non so se di sua spontanea volontà o meno.
 
Intendo riferirmi a Sandro Frisullo, già vice Governatore della Regione e potente Assessore alle Attività Produttive, il quale, come tutti ricorderanno, nel luglio 2009 è rimasto coinvolto in uno scandalo, spieghiamo così, a luci rosse, nell’ambito del terremoto giudiziario che ha scosso il sistema della sanità pubblica pugliese, per via delle solite commistioni fra affari e politica. Relativamente a Frisullo, all’epoca vennero fuori storie d’incontri sessuali con prostitute d’alto bordo procacciate dall’imprenditore Giampi Tarantini, grosso fornitore di apparecchiature sanitarie alle strutture ospedaliere della regione.
 
Invero, avventure di letto mai smentite dal protagonista e finanche perdonate dalla di lui moglie. Faccende non rare, è da sempre risaputo che la carne è debole e che “tira più un pelo di f… che un carro di buoi”. Ad ogni modo, per rispetto al ruolo istituzionale ricoperto, il Frisullo rinunciò immediatamente all’incarico.
 
Il 18 sera, dunque, un attimo prima dell’arrivo di D’Alema, il nostro si è materializzato nell’auditorium del “Tiziano”, al che è successo un finimondo, è esplosa un’atmosfera festosa mai vista, abbracci e baci, strette di mano, pacche sulle spalle da tutte le file, di giovani, anziani, maschi e femmine, una sorta di unanime risarcimento morale per l’ex grande Frisullo.
 
Difficile a dirsi e soprattutto a credersi, ma si vede che, adesso, le vicende di questo mondo vanno proprio così. Sennonché, Frisullo santo o Frisullo diavolo alla luce delle calde avventure emerse in estate, a distanza di appena due giorni dal descritto spontaneo processo di beatificazione popolare, ecco venir fuori, estrapolata sempre dagli interrogatori del Tarantini, la rivelazione che, in aggiunta ai piaceri sotto forma di escort, il personaggio avrebbe goduto anche di piaceri sotto forma di “tangenti o mazzette, consegnategli in buste gialle, in ascensore, al fine di far accelerare certi pagamenti”.
 
Secondo quanto riportato dai giornali, il legale del Frisullo ha seccamente smentito il fatto, pur tuttavia, sino a questo momento, non risulta presentata alcuna denuncia per calunnia contro il Tarantini. Per quanto ovvio, gli inquirenti seguitino ad andare avanti, sino alla verità vera. E’ naturale che, laddove fosse accertata inequivocabilmente quest’ultima accusa, non si potrebbe fare a meno di rovesciarne il peso addosso al reo, altro che accoglienze tripudianti e beatificazione all’Hotel Tiziano.
 
Insomma, caro Frisullo, passi per i trastulli con Venere, ma per eventuali mazzette proprio no.
 

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