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Quel fottuto antiberlusconiano che è in me

Quel fottuto antiberlusconiano che è in me


Riprendendo il discorso dell’ altro giorno, io credo che uno dei tanti problemi dell’Italia di oggi sia la continua frammentazione dell’antiberlusconismo, a dispetto del berlusconismo unico ed omogeneo da quasi vent’anni.

Ancora oggi non sapete quanto mi sia difficile trovare antiberlusconiani come me, sarà che ho una visione tutta mia e quindi riesco ad andare d’accordo con pochi. E’ un pò complesso il discorso ma proverò ad esporlo tramite dei punti e degli assiomi fondamentali.

1): Il berlusconismo è un uomo, un fenomeno ed una moda.

Berlusconi è il Berlusconismo, è un uomo ma anche un fenomeno, una moda, un valore. Così come l’antiberlusconismo deve o dovrebbe essere un valore, un fenomeno, una moda, ma anche un uomo o una donna, un qualcuno nel quali personificarsi.

Provate a pensare per esempio alla camorra, alla mafia e alla ’ndrangheta.

In secoli di arresti e di maxiblitz, sembra che i clan non solo non siano stati mai decapitati, ma al Sud c’è la percezione che i boss siano eterni. E questo perchè? Perchè la criminalità organizzata è un boss, ma anche un valore, un fenomeno ed una moda.

Arrestare boss senza rieducare una società, ad esempio, non serve a niente. Arrestare criminali senza formare le basi di una seria antimafia, a partire dall’asilo a scuola, non serve a niente. Arrestare la mafia, la camorra e la ’ndrangheta, senza arrestare l’ignoranza, ecco non serve a niente.

La magistratura ed i giudici, ma anche l’idea di giustizia di per sè, non sono mai stati non sono e mai saranno un deterrente. La giustizia è come un bisturi, i magistrati sono come dei chirurghi urologi che operano un paziente alla prostata senza sapere che quel paziente ha o potrebbe avere un tumore al cervello.

E lo stesso vale per la polizia, per le forze dell’ordine, che sono i fili di sutura e le forbici.

Ovviamente non a caso ho fatto questo esempio: ora non so quanto ci sia di vero sui rapporti tra Berlusconi e la Mafia, sinceramente non mi interessa parlare di questo oggi perchè vorrei parlare di altro, ma non possiamo negare di quanto i due fenomeni siano paralleli ontologicamente parlando.

Berlusconi in Italia è un boss indiscusso. Non indossa giacche di pelle, ma ha la stessa capacità di un boss di persuadere e di fare leva sul suo quartiere o sulla sua società, sia sulla gente ignorante che sulla gente che conta, e sia sulla gente che conta di trarre benefici da lui.

2): Abolire il termine "ad personam".

Ci sono tanti giornalisti, politici e filosofi vari che si spacciano per antiberlusconiani, credendo di esserlo o di farlo, ma invece offrono continuamente assist a Berlusconi per stravincere. Sono quei giornalisti, politici e filosofi che oramai hanno immerso nell’immaginario collettivo il latinismo "ad personam", per rendere nell’immediato l’idea di come Berlusconi gestisca lo Stato.

Quante volte avete sentito ad esempio "Legge ad personam"? Tantissime.

Ma non siete mai riusciti ad immaginare nello stesso momento che ascoltavate o pronunciavate quella parola, quanti elettori stesse acquistando Silvio Berlusconi.

Berlusconi non ha mai fatto "leggi ad personam", così come non ha mai fatto nulla per sè in prima persona: le sue riforme o le sue manovre erano sempre per lui, i suoi collaboratori ed una manciata indefinibile di delinquenti. Il termine corretto, da riusare nella dialettica comune e da rimmergere subito nel linguaggio verbale popolare, forse non è nemmeno "ad castam" ma è "ad delinquentam" o "ad criminalem": storpieremmo il latino, ma sarebbe molto più facile ed efficace rendere l’idea di cosa stiamo parlando.

Sapete quante persone abbiano tratto dei benefici dal falso in bilancio o dal legittimo sospetto? (Ho citato le prime due cose che mi sono venute in mente...) Sicuramente tante, e non solo Silvio Berlusconi.

Dov’era il "personale" in quelle riforme, se poi hanno favorito tanti delinquenti?

Una "legge ad personam" sarebbe tinture gratis per il trapiantato che presiede il Governo. Scarpe con tacchi e cuscini imbottiti per la poltrona del Presidente del Consiglio.

Definire quelle riforme "ad personam", negli anni l’ha solo avvantaggiato. L’ha reso martire e vittima di un sistema che regola, ma non subisce. Se alla gente arriva il titolo del tg o del giornale "Ad personam", di conseguenza la prima cosa che pensa è "Perseguitato." Tant’è che le indagini e le intercettazioni che dovrebbero inchiodarlo, negli anni nemmeno hanno fatto più scandalo.

3) Il vero Emilio Fede è Antonio Ricci.

Questa è un punto che chi mi conosce sa che espongo da tempo. Non affannatevi troppo a cercare il cavillo, la manipolazione di quel Minzolini o di quell’Emilio Fede. Il vero spot del partito-azienda berlusconiano è Striscia la notizia, il programma televisivo che la realtà berlusconiana non la manipola, ma la omette direttamente.

Ancora non vi rendete conto che sappiamo tutto del processo Wanna Marchi e niente di quello Dell’Utri. Ancora non vi rendete conto che Antonio Ricci ha costruito negli anni un’immagine di Silvio Berlusconi pari a quella di Fabrizio Corona, piuttosto che a quella di Bettino Craxi.

L’Italia ancora non si rende conto che il vero Tg che entra in tutte ma proprio tutte le case della gente, non è il Tg4 o il Tg1, ma è Striscia la Notizia.

4) Per battere Berlusconi non bisogna fare i Berlusconi.

E’ il punto più importante. Il fondamentale. E’ il punto cruciale, quello più difficile da comprendere: è come un vicolo cieco, nel quale ci imbattiamo la maggior parte di noi ogni giorno.

Mi riferisco a te, si proprio a te, che ogni giorno apri il sito di Repubblica.it è la prima cosa che vai a cliccare ed a guardare sono le tettone di quella nella colonnina di destra.

Pensala così: Tu in quel momento sei Berlusconi.

Questo qui, questo magnate del trash marketing, in vent’anni ha spogliato di tutto. Da veline a coscienze. Da escort di classe ad intere culture.

E così, come già ho commentato l’altro giorno, quando lui chiamava i magistrati metastasi, noi lo chiamavamo nano puttaniere. Quando chiamava Obama "Abbronzato" noi lo chiamavamo "Papi". Lui telefonava Minzolini e non ci ascoltavamo la D’Addario.

In quel momento eravamo Berlusconi. Eravamo a sua immagine e somiglianza. Siamo stati il suo Striscia la Notizia, il suo distoglitore di massa preferito. Mentre prometteva un milione di posti di lavoro, nessuno se n’è accorto che oggi abbiamo due milioni di disoccupati. Mentre sputava sul Governo delle Tasse di Prodi, nessuno se n’è accorto che con lui oggi paghiamo più tasse.

Prendiamo come esempio il più grande antiberlusconiano della storia: io credo che attualmente sia Daniele Luttazzi, non a caso è il più censurato della storia. Mi sono a dir poco commosso ad ascoltare l’intervento di Luttazzi a Raiperunanotte, e non a caso il suo monologo è stato definito osceno da quelli de"Il Giornale". Per chi ha avuto la possibilità di ascoltarla, io credo che la metafora sul sesso anale sia stata a dir poco stupenda.

A uno come Silvio gli devi rendere pan per focaccia. Bisogna dire cose che facciano più scandalo delle sue, bisogna fare in modo che se ne parli sempre di più e sempre comunque. Ciò che dici non deve essere né futile né inutile: deve essere la Storia, con la S maiuscola. Berlusconi non è solo un uomo come ho detto prima, è anche un fenomeno ed una moda. Bisogna instaurare un fenomeno ed una moda che sia superiore alla sua, in quantità ed in qualità.

E questo è il punto da comprendere più difficile, ci sarò cascato io in prima persona 10’000 volte. Tante volte quanto i post demenziali che ho scritto su di lui. Tante volte quanto le imbecilli chiacchiere da bar, nelle quali mi sono imbattuto con amici e parenti. Ti lasciano molto sfogare, ma poco capire come essere e come fare: un pò di pazienza, anch’io come tutti noi sono e resto un pò Berlusconi.

Ma io ciononostante ho sempre saputo, capito ed immaginato che è semplicissimo sconfiggere Berlusconi ed il Berlusconismo in Italia. Ma se appunto sappiamo come fare.

Proviamo a partire da qui?
BASTA POCO.
 

 

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