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Quanto è ancora rilevante un passaggio TV? Purtroppo, molto…

Un piccolo e brevissimo episodio, per riflettere ancora una volta sul potere del passaggio TV nonostante l’era di internet, dei social e dello smartphone.

La sera dell’8 Agosto la puntata di Techetechetè, il programma di Rai Uno che propone contenuti provenienti dalle Teche Rai, è stata dedicata integralmente a Claudio Villa.
Leggendo i dati Auditel, con il 18,35% di share, è stato il programma più seguito della giornata. Questo a conferma di quanto siano apprezzati i contenuti del passato (parlando del programma stesso) e di quanto il cantante romano, nonostante tutto, sia ancora apprezzato e ricordato con simpatia da molte persone.

Il “nonostante tutto” è un frase che purtroppo dobbiamo utilizzare, se citiamo Claudio Villa e la TV. Se calcoliamo l’importanza all’interno della storia della musica italiana, la rilevanza internazionale, il volume del successo riscosso al suo apice; il cantante trasteverino è praticamente ignorato dalle programmazioni (riferendoci, naturalmente, a quelle che sono strettamente correlate alla tematica, non in senso generale). Anche in situazioni in cui il doveroso ricordo sembrava scontato, è venuto a mancare; un esempio, il Festival di Sanremo 2017, a 30 anni dalla sua morte (ne abbiamo parlato qui).

Ma evitando le motivazioni di tale elusione riservata al reuccio (servirebbe un articolo a parte), anche perché stiamo commentando una puntata, in fin dei conti, a lui dedicata e ottimamente realizzata; c’è un piccolo aneddoto legato al sito qui presente, che ci rimanda alla riflessione in apertura.

Durante l’ora di trasmissione dell’omaggio a Villa, le notifiche relative ad un articolo scritto due anni fa, che tratta il rapporto tra il cantante e Pier Paolo Pasolini, erano vertiginosamente aumentate (Questo l’articolo, per i curiosi). In un’ora, registrava 1000 visualizzazioni; per chi non conosce i volumi, sono numeri molto alti per un singolo articolo vecchio di due anni in un blog.

Nonostante questo sia un piccolissimo sito nell’oceano di internet, per nulla indicizzato all’interno dei motori di ricerca e quindi molto difficile da raggiungere, mille persone in un’ora hanno visitato questo sito solo per quell’articolo. Vuol dire che, genericamente, la parola “Claudio Villa” è stata, durante quel programma, inserita centinaia di migliaia di volte (come minimo) all’interno dei motori di ricerca.

Se questo è sicuramente un bene per l’artista (e speriamo che venga coinvolto in altri progetti della RAI), lo è molto meno in senso generale.

Purtroppo, questo piccolo quanto banale esperimento sul nostro sito, ci dimostra come il nostro paese, sull’informazione, sia ancora strettamente e fortemente ancorato al medium televisivo, nonostante l’era di internet.
Ha rilevanza e attenzione solo quello che è televisivamente programmato.

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Scena dal film “Essi vivono” di John Carpenter.

Ci viene in aiuto una teoria che prendiamo in prestito dalle Scienze della Comunicazione, denominata Agenda Setting (per chi vuole approfondire il tema, può farlo qui), citando un nostro precedente articolo:
“Grazie all’azione dei giornali, della Tv e di altri mezzi d’informazione, le persone focalizzeranno la loro attenzione su determinate problematiche e ne eluderanno altre: includeranno o escluderanno dalle proprie conoscenze ciò che è incluso o escluso nel contenuto dei media.“

La teoria è stata elaborata (correttamente) per i media in generale, ma se applicata al nostro paese, dobbiamo considerare una variante, quella del “tipo” di medium. Se per gli altri paesi la TV ha “avuto” un ruolo dominante per un lungo periodo, attualmente la sua importanza è parzialmente ridimensionata, grazie a nuovi strumenti (come il web) o al mantenimento di quelli tradizionali (come la carta stampata). Non che questo sia automaticamente positivo, quel che è primario è il saper fruire l’informazione, ma più mezzi differenti con un accesso differente, aiutano anche minimamente ad allargare la pluralità.

Da noi, qualcosa, è andato diversamente…

Il 92% della popolazione italiana guarda assiduamente la TV, l‘86,7% tutti i giorni.
E ancora, 1 persona su 2, ha la televisione come sola e unica fonte d’informazione (dati AGCOM e ISTAT).

Su questo, paghiamo senza dubbio un’arretratezza tecnologica, sia materiale che di formazione. Ma principalmente, lo strapotere della TV come fonte d’intrattenimento e informazione, coincide con il passaggio dalla TV di divulgazione pubblica alla TV commerciale degli anni ’80, per evolversi in quella trash dei ’90, che ha fortemente, se non unicamente, contribuito all’involuzione culturale del paese.

Come?

La TV commerciale aumentò sensibilmente il tempo di utilizzo del mezzo, che allo stesso tempo, aveva ridotto repentinamente e in maniera drastica lo spazio che prima era per l’informazione e la divulgazione, a favore dell’intrattenimento e dell’ameno in funzione, per l’appunto, commerciale.


Al potere del singolo medium va aggiunto che all’interno dello stesso (sempre dalla TV commerciale in poi) pluralità non è mai esistita, anche se con l’aumento della scelta di canali, ci avevano fatto credere l’esatto contrario. Come ben sappiamo, senza la necessità di citazioni, la TV commerciale è appannaggio da 40 anni di un’unica azienda, a capo di un solo uomo (oggi famiglia) e quindi di una sola corrente politica, che per decenni ha avuto potere decisionale anche su quel che rimane della TV pubblica.

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Drive In di Canale 5.

Tornando a noi, il conoscere o non conoscere determinate notizie, nozioni o concetti è fortemente influenzato dagli ingredienti che sono stati attentamente scelti, o non scelti, per comporre quel “minestrone” che chiamiamo palinsesto TV.
Ma ancor di più, come il caso citato, veicolo per i nostri interessi.
Questo non si riduce ad una singola circostanza, come l’interesse per un cantante, ma a caduta sulle persone, sui valori, sulla società, sull’economia, sulla politica
Molto… molto più di quel che pensiate.
E se valutiamo che nel passaggio dalla TV pubblica a quella commerciale lo spazio per cultura, divulgazione scientifica, politica e informazione (gli argomenti che coprivano la maggior parte dell’offerta) sia stato drammaticamente ridotto in funzione di intrattenimento ameno fine a se stesso e pubblicità, con uno svuotamento dell’importanza riservata a qualità e morale (non moralismo, ma morale…), aprendo la strada al peggior trash; la formazione della società contemporanea si è basata e si basa su quei modelli.

Guardando agli ultimi trent’anni di politica, riusciamo a comprendere meglio cos’è accaduto?

Marcello Colasanti

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“I consumi culturali si trasformano in strategie personalizzate per la costruzione dell’identità, modificano i modelli di vita e ne stabiliscono di nuovi, determinano nuove gerarchie nelle pratiche di fruizione”.

Prof. Giovanni Ciofalo
in Tv e industria culturale in Italia. Elementi di storia: gli anni ’80″.
 

 

Fonti e letture consigliate:

L’ipotesi dell’Agenda Setting e i “problemi” mediatizzati.

Claudio Villa e Pier Paolo Pasolini. Stima e citazioni di due personaggi all’apparenza distanti.

Techetechetè – Puntata dell’8 Agosto su Claudio Villa

Dopo l’omaggio di Sanremo per Tenco, quello mancato a Claudio Villa. Conti: “Dovuto allo stretto legame”. Ma forse ignora che…

Nove italiani su 10 guardano la tv e 1 su 2 ascolta la radio. I dati dell’Annuario Istat

RAPPORTO SUL CONSUMO DI INFORMAZIONE – AGCOM

Questo articolo è stato pubblicato qui

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