• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Quando un uomo con un euro incontra un uomo con un’agenzia di (...)

Quando un uomo con un euro incontra un uomo con un’agenzia di rating…

I giudizi delle agenzie di rating sono di nuovo sulle prime pagine dei giornali, con le più o meno buffe reazioni che anche questa volta ne sono seguite. L’Italia, come altri Paesi dell’area euro, ha subito un nuovo taglio del rating, e adesso è BBB+ secondo S&P.

Vi rammento per l’ennesima volta che il rating esprime una probabilità di default: il rating BBB+ non fa dei BTP dei junk bond, perché è ancora un rating che determina strumenti di investimento, tuttavia secondo Standard&Poors il default dell’Italia è meno improbabile.

Le motivazioni di questa riduzione del rating sono interessanti perché c’è stato un interessante salto di livello: l’eventuale insolvenza dell’Italia potrebbe arrivare non più per ragioni di mala gestione interna, ma per un contesto generale di scollamento tra Paesi periferici e Paesi core all’interno dell’eurozona che accelererebbe un avvitamento finanziario.

Le conseguenze immediate di questo taglio di rating saranno: alcune vendite automatiche su BTP, specie i più lunghi, evidentemente scatteranno. A breve giro di posta arriveranno i tagli di rating delle banche di quei Paesi colpiti dal downrating. Con il solito effetto a palla di neve che si è già visto molte volte in passato e che ogni volta sembra nuovo.

Il prof. Romano Prodi chiede che si apra il mercato delle agenzie: “Gli Usa ne hanno tre, la Cina una e l’UE nessuna (finora)” Ma come? Fitch non era francese? Ah, no, è durata un paio di giorni questa dopo che Fitch non ha ridotto la AAA di Parigi.

Il potere di attribuire i rating in condizioni come quelle odierne pesa più di un tempo: le difficoltà di finanziamento di molti Paesi sono oggi elevate ed evidenti, un abbassamento di rating comporta un aumento dei costi di finanziamento.


La spirale difficoltà economiche - taglio del rating - affanno finanziario è quasi una conseguenza inevitabile. Il potere di attribuire i rating sembra così grande che in effetti viene da pensare, citando un celebre e bellissimo film, che “quando un uomo con un euro incontra un uomo con un’agenzia di rating, l’uomo con l’euro è morto.

Le sentenze da “resa dei conti”, quelle che delineano scenari “definitivi” come se non ci fosse poi un domani mi fanno sempre tornare alla mente una parabola di Gesù (Matteo 25,31-46) quella sul giudizio universale:

31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. 32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; 33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; 36 fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”. 37 Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” 40 E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. 41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! 42 Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; 43 fui straniero e non m’accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste”. 44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: “Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?” 45 Allora risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto non l’avete fatto a uno di questi minimi, non l’avete fatto neppure a me”.46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna.

Gli esiti da Paradiso e Inferno li lascerei al regno dei cieli, per chi ci crede, e si tratta dei fedeli di diverse confessioni.

Il colpo al rating di nove Paesi europei, tutti con outlook negativo (dunque passibili di prossime ulteriori revisioni a ribasso), con il riferimento alla mancata coesione dell’area euro potrebbe avere particolare influenza dove direttamente non è arrivato: in Germania.

La Germania infatti, palesemente, è persuasa di avere tempo, di poter rimandare ancora l’integrazione fiscale, politica, economica e non solo monetaria con gli altri Paesi, perseguendo l’idea di “germanizzarli” il più possibile con comportamenti più rigorosi per evitare di blindarsi in un patto con soggetti eccessivamente “allegri”.

Questa percezione ce l’abbiamo chiaramente se ripensiamo al commento di Herman Van Rompuy sul 2011: “Annus horribilis? Tutt’altro: il 2011 verrà ricordato nei libri di storia come annus mirabilis, perché è l’anno in cui si è avviato il processo politico necessario al’integrazione”

Nelle élites politico-burocratiche europee dunque la percezione è che le scaramucce di mercato siano un vento passeggero, mentre il cammino verso l’integrazione è segnato e procede, passando anche dai calvari dei singoli Paesi che compongono l’area euro, anzi il processo di si alimenta proprio di quei calvari che rendono possibili quelle riforme che consentiranno l’integrazione europea.

Il contesto finanziario però non è quello di scaramucce di mercato, ma di economie che, a differenza della Germania, sono convinte sempre meno di avere tempo perché i costi di finanziamento per il Paese, le sue banche e le sue imprese se permanesse su questi livelli significherebbe la fine. Altre pagine di storia stanno per essere scritte, la cosa di cui non dobbiamo dimenticarci è che altre pagine seguiranno.

Per chi non avesse colto la citazione cinematografica allego un piccolo omaggio, chissà che non ci sia una allusione…

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares