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Quando il gip fa il copia e incolla e il Tribunale revoca gli arresti al fratello di Riina. Una storia tutta italiana

Se non si stesse parlando dell’Italia ci si potrebbe stupire di quello che è successo al Tribunale del riesame di Napoli. 

 
Il protagonista di questa storia in realtà non è Gaetano Riina, fratello del capo dei capi e considerato dagli inquirenti il nuovo capo mandamento di Corleone (per questo ancora in galera). 
 
Il protagonista è il gip, che nell’impianto accusatorio nei confronti dell’imputato si è limitato a riassumere le tesi o copiarle da quelle presentate dalla Procura di Napoli. Il documento, era talmente duplicato che nella sua ordinanza il gip non aveva cambiato le parole “ questo pm” con “questo gip”. 
 
Risultato: annullato l’arresto del 14 novembre per concorso esterno in associazione camorristica con i Casalesi, in quanto la Procura ha forti sospetti che il fratello di Totò avesse stretto un patto con i casertani per la gestione del trasporto di frutta e verdura nei mercati siciliani, campani e laziali. 
 
Si può capire tutto, dalla quantità di casi che deve essere tratta dai gip, dai pm e dai giudici alla pigrizia mentale. Ma il fratello di Riina non è certamente l’ultimo dei delinquenti, non è certo un piccolo spacciatore, un truffatore o uno scippatore. 
 
Dovrebbe essere la ragione a consigliare un trattamento di riguardo in certi casi. Queste non sono partite da perdere a tavolino ancora prima di giocarle, la giustizia ha credibilità quando è giusta e per quanto possibile perfetta.
 
di Alessandro Ambrosini
Questo articolo è stato pubblicato qui

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