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Quando il futuro diventa una minaccia

Siamo a fine d'anno. E' il momento per qualche bilancio. E' il momento di pensare al futuro.

E se il futuro diventa una minaccia?

Nel corteo degli studenti c’era un cartello con una scritta che suona come un monito alle nostre coscienze di italiani e di adulti: ”quando il futuro diventa una minaccia”.

Ed il futuro diventa una minaccia quando:

Si disinveste dalla scuola e dalla ricerca.

Quale capacità competitiva potrà mai avere l’Italia senza operai qualificati e gente che tira fuori nuovi prodotti?

Le Regioni Lombardia, Liguria, Marche, Piemonte, Veneto rifiutano di ricevere l’immondizia di Napoli.

Senza vergogna dimenticano la solidarietà di cui all’art. 2 della Costituzione e il fatto che molti rifiuti, tra i più pericolosi, interrati a Napoli vengono dal nord.

Diventa normale una proposta quale quella di Gasparri, sulla carcerazione preventiva per manifestanti sospettati di essere violenti e la polemica, innescata da buona parte della stampa e dai partiti, diventa un fatto di routine.

E tutto ciò si spiega se si pensa che il governo, sostenuto da Gasparri, ci propina da quindici anni piccole dosi di fascismo. Una parola che si ha paura di pronunciare, l’accusa di fascismo diventa sempre più timida, ma occorre arrendersi ai fatti:

Il disprezzo del Parlamento praticato con parole e fatti. Vi ricordate quella frase famosa del premier "bastano trenta parlamentari per far funzionare il parlamento", le sue continue assenze, i decreti legge a iosa pur con una maggioranza schiacciante

Le offese continue alla magistratura, l’interferenza come pratica abituale, con l’utilizzo di ispettore per ogni sentenza che non aggrada al governo e da ultimo contro i giudici che hanno scarcerato gli studenti.

E la repressione di Genova? Non è fascismo quella violenza scatenata a Bolzaneto su giovani inermi?

La disinfestazione ad opera di Borghezio di taluni immigrati, la proposta di abolire i premi di alcune manifestazioni podistiche perché vinte dai neri, il tentativo di negare il diritto alla scuola e all’assistenza sanitaria agli gli immigrati clandestini, il reato di immigrazione clandestina, come qualifichiamo queste iniziative politiche, fasciste o peggio ancora razziste?

E la manganellatura mediatica dell’avversario del capo?

E la richiesta del Presidente del Consiglio di bloccare una trasmissione che non gli aggrada, o l’invito agli industriali a non fare pubblicità sui giornali contrari al governo, la riduzione dei finanziamenti pubblici ai giornali?

Ma buona parte delle forze politiche compresa la sinistra, si rifiuta di parlare di fascismo, di regime e parla di autoritarismo.

L’autoritarismo non è mai globale, investe taluni aspetti della vita politica e per di più in forma episodica.

Quando :

Rosi Mauro in modo arrogante bistratta il Parlamento,

Verdini afferma senza pudore che “se ne frega delle indicazioni del Presidente della Repubblica”,

Il Presidente del, Consiglio interviene in una trasmissione per dire la sua, ma rifiuta il contraddittorio,

un ministro caccia fuori da una conferenza stampa un giornalista prendendolo per il bavero o chiama vigliacco uno studente in tv che diceva idee contrarie alle sue, è autoritarismo.

Ma quando l’autoritarismo investe le fondamenta della democrazia, ed i singoli episodi fanno parte di un disegno complessivo di personificazione e mercificazione della politica, fatto di asservimento dei parlamentari alla volontà del capo, di attività parlamentare circoscritta agli atti legislativi di interesse privato del capo, di consenso elettorale manipolato, di voto parlamentare comprato, di iniziative politiche gestite come spot, di libertà di stampa ostacolata, di autonomia della magistratura vilipesa allora è fascismo.

E sempre i benpensanti sostengono che oggi non si può ancora parlare di fascismo, perché la maggior parte delle persone non è vissuta in quel periodo.

Bisogna capire che un’iniziativa politica, un atteggiamento, una cultura, può essere fascista anche se non è sta realizzata nel ventennio, e che può essere fascista anche se non è identica a quelle che si facevano in quel periodo.

Il fascismo è ideologia e come tale cammina con il tempo, non è qualcosa di statico che si esaurisce con la fine di un certo periodo storico. Era fascista la manganellatura fisica delle camice nere, è fascista la manganellatura mediatica, era fascista l’acquisto del voto dei parlamentari con la forza ,è fascista l’acquisto del voto con la corruzione, era fascista l'estorsione del consenso popolare con la minaccia, è fascista l’acquisto del consenso popolare con le manipolazioni mediatiche, era fascista la distruzione delle sedi dei giornali, è fascista l’annientamento finanziario dei giornali con la sottrazione della pubblicità e la riduzione dei finanziamenti pubblici, era fascista l’elogio di Franco il caudillo spagnolo, è fascista l’elogio di Lukashenko, l’atteggiamento remissivo verso Putin e Gheddafi.

 

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