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Quali riforme per la Pubblica Amministrazione?

La settimana scorsa si è nuovamente parlato di licenziamenti nel settore pubblico e di applicare anche alla PA la riforma del lavoro che abolisce l'articolo 18 per il resto dei lavoratori.

Onestamente, non si capisce perchè non dovrebbe essere così. Partendo dalla considerazione, più volte ripetuta su questo blog, che la riforma del mercato del lavoro non è solo inutile ma addirittura perniciosa, sarebbe comunque ridicolo che una sostanziale fetta di lavoratori godesse di un trattamento diverso rispetto agli altri.

Ma estendere la nuova regolamentazione al settore pubblico non può bastare, e sarebbe, come al solito, una finta riforma fatta in realtà con intenti punitivi. Il settore pubblico italiano, da almeno 30 anni a questa parte, è stato governato da un patto semi-criminale firmato da politica e sindacati. Un patto, per così dire, di stampo sovietico, "noi non vi paghiamo, voi non lavorate".

Ovviamente si tratta di una generalizzazione, ma illustra molto bene la situazione. Gli impiegati pubblici italiani sono tra i meno pagati d'Europa, con scatti di stipendio ancora legati all'anzianità ed un sistema di incentivi ridicolo. Gli stipendi bassissimi sono compensati dalla sicurezza del posto di lavoro, sicurezza a prescindere.

E così ci troviamo in una situazione caratterizzata da assunzioni politiche più che economiche - basti pensare allo scandalo dei forestali calabresi - e produttività bassissima. Ed una organizzazione del lavoro a dir poco assurda. Pensiamo solo alle ore di attesa, cui gli utenti sono costretti, per essere serviti alla Motorizzazione mentre le Scuole Guida, che fanno quello per lavoro, hanno un accesso privilegiato. O al fatto che, per ottenere 2 timbri da 2 diversi uffici del Tribunale, l'utente deve portare personalmente il documento ad entrambi, visto che gli uffici tra loro non comunicano.

Follia. Tutto questo ha un costo enorme per l'economia, se solo pensiamo alle ore di lavoro gettate via in code, attese, etc etc. La PA deve entrare in una ottica diversa, quella del servizio al cliente, fornire incentivi ai propri lavoratori e soprattutto pagarli decentemente. Ma i dipendenti fannulloni e assenteisti, che sappiamo benissimo esistono, vanno puniti. Va protetto il lavoro ed il diritto al lavoro, non chi finge di lavorare.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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