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Pubblicità ingannevole

La pubblicità in Italia ha assunto livelli paradossali. Nell’intenzione di chi fa ricorso ad essa non c’è l’intento di ottenere da parte del pubblico la preferenza verso il prodotto che vende, quanto il tentativo di far credere lucciole per lanterne, approfittando della credulità popolare. 

E’ facile abboccare all’amo, un po’ perché il veicolo che trasmette i messaggi pubblicitari è rappresentato da giornali e Tv. verso i quali, nell’opinione pubblica, ancora permane una certa fiducia e l’autorevolezza di chi propone il messaggio, considerato in certi casi al di sopra di ogni sospetto. Questa mescolanza di fattori consente a molti “allocchi” di abboccare al marchingegno pubblicitario rimanendone irretiti.

Gli esempi non mancano: la vendita di auto nuove a prezzi stracciati, per le quali ti viene da chiedere se per caso il motore sia compreso nell’offerta, e comunque scopri, alla prova dei fatti, che mancano parti essenziali che, aggiunte, fanno raddoppiare il prezzo; acquisti rateali che finisci di pagare, se hai la fortuna di vivere quanto Noè; vendite di poltrone pluridirezionali, automatiche per persone anziane residenti presumibilmente negli Emirati Arabi (considerato il costo), che, se si guastano (cosa assai probabile) resta anche il problema di come e dove disfarsene; rotoloni che non finiscono mai: medicine che ti alleviano il mal di testa, anche quando hai ancora la pillola in mano; prestiti fiduciari a persone anche con qualche “piccolo problema”, purché t’impegni a pagare (questo sì che è un problema) interessi usurari; ori e gioielli in cui quello che luccica sono solo gli occhi di chi vende.

Queste pubblicità sono come i “bugiardini” ossia quei foglietti informativi che accompagnano i farmaci che sorvolando su difetti ed effetti del farmaco, ne esaltano pregi ed efficacia. Ma almeno nelle confezioni mediche i farmaci sono presenti, in questo tipo di pubblicità l’unica realtà presente è la”bugia”.

 

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