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Protezione civile: uno Stato assoluto

L’immenso potere della Protezione civile e del suo capo.

700 funzionari, 300.000 volontari, 142 milioni di budget per il 2009. Questi i numeri a disposizione di Guido Bertolaso, Capo della Protezione Civile, uno degli uomini più potenti d’Italia, uno dei dirigenti pubblici più indipendenti dal controllo burocratico/amministrativo dell’apparato statale, a cominciare dalla Corte dei Conti.

A dispetto del costo modesto della sua struttura –se paragonato ai compiti d’ufficio– la Protezione Civile amministra in realtà enormi risorse finanziarie, che le vengono messe a disposizione in occasione delle emergenze che è chiamata a fronteggiare. Ma andiamo con ordine.

Le leggi che regolano gli interventi emergenziali in occasioni di calamità naturali hanno una storia antica addirittura pre-unitaria. Ancora oggi il potere di ordinanza di Prefetti e Sindaci fa riferimento alla legge 2359 del 1865. Nel 1908, dopo il terremoto di Messina, nacque la classificazione sismica del territorio ma solo nel 1925 vide la luce la prima normativa organica che, ritoccata più volte fino al 1970, prevedeva, in sostanza, la competenza del Ministro dei LL.PP. coadiuvato dal Genio civile e dalle autorità sanitarie.

Ma proprio nel 1970 venne introdotto il termine "Protezione Civile" dalla legge 996 stabilendo che, in tempo di normalità, vengono predisposti i piani di soccorso e di assistenza che in caso di calamità vedono l’azione coordinata di Stato, Regioni ed enti territoriali.

I terremoti del Friuli 1976 ed Irpinia 1980 dimostrarono la necessità di un decentramento delle attività ma soprattutto una predisposizione dei piani che "immaginassero" le situazioni calamitose ed i conseguenti piani di soccorso, ma anche e soprattutto di prevenzione del rischio.

Così nel 1992 con la legge 225 nacque il "Servizio Nazionale della Protezione Civile" il cui compito venne definito in: "tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi".

La legge è complessa ma stabilì alcuni punti davvero innovativi: la partecipazione dei volontari, della comunità scientifica, degli ordini professionali all’opera dello Stato, Regioni, Comuni ed altri Enti locali. La filosofia d’intervento è: previsione, prevenzione, soccorso, superamento dell’emergenza.

Con il DL 112 del 1998 (Bassanini), art.li dal 107 al 111, vennero ridisegnate le competenze fra Stato ed Enti locali nel quadro più generale della modifica del titolo V della Costituzione (federalismo). La responsabilità della materia venne affidata dalla legge al Presidente del Consiglio che si avvale, operativamente, del Dipartimento della Protezione Civile.

L’articolo 5 bis della legge 225 conferì al Dipartimento il potere di ordinanza anche al di fuori della dichiarazione dello Stato di emergenza da parte del Governo, in occasione di "grandi eventi". Questa norma è stata applicata ad esempio in occasione del Giubileo del 2000.

Questo il quadro normativo che nel corso degli anni ha subito modificazioni "in corpore vivo" trasformando una struttura destinata alla prevenzione, al soccorso e al coordinamento logistico in caso di "stato di emergenza" in un organo plenipotenziario con poteri straordinari su questioni che, fuori dall’emergenza stretta o in totale mancanza di essa, protraggono gli interventi per anni. Facciamo qualche esempio.

Negli ultimi 10 anni la Protezione civile ha gestito 592 dichiarazioni di stato d’emergenza. Di tutto, dalle siccità estive, agli incendi, dal Giubileo al clamoroso stato d’emergenza dichiarato dal Governo Berlusconi in occasione dell’invasione dell’Iraq (2003), che affidava a Bertolaso la "tutela della pubblica incolumità", decreto talmente pasticciato nella forma e nella sostanza da non avere una data di scadenza, tanto da poterlo considerare tuttora in vigore.

Del resto la legge 225 ha dilatato a dismisura i poteri del Dipartimento, in condizione di coordinare Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco, Guardia di Finanza. Il budget del Dipartimento non deve tranquillizzare perché ogni stato d’emergenza comporta uno stanziamento consistente di denari che possono essere gestiti con grande libertà negli appalti d’emergenza, quasi sempre senza una diretta partecipazione degli enti locali.


Questa indipendenza totale, anche dalla magistratura amministrativa, può generare "relazioni pericolose", come accertato dai PM di Bari nell’inchiesta per sfruttamento della prostituzione che ha sfiorato il Presidente Berlusconi il quale, nell’intreccio dei rapporti personali con l’imprenditore pugliese Tarantini, aveva favorito l’incontro di questo con Bertolaso, munifico gestore degli appalti milionari della ricostruzione abruzzese.

Proprio in Abruzzo, da qualcuno ribattezzato ironicamente il "Principato delle Macerie", viviamo l’ultima espressione del potere assoluto del dipartimento e del suo Capo Bertolaso.

L’essenza del suo intervento è riassunta dall’acronimo dell’ufficio operativo presso la Caserma della Guardia di Finanza di Coppito: DI.COMA.C. (Direzione di Comando e Controllo) una sigla dal tono militaresco che ben riassume il criterio di gestione dell’emergenza voluta dal Governo.

Nel suo delirio falsamente efficientista, Berlusconi ritiene che, per ottenere una ricostruzione rapida, gli enti locali –con le loro giuste preoccupazioni sui modi, sulla filosofia e sulla salvaguardia delle prerogative dei cittadini abruzzesi e dei loro eletti– siano un ostacolo del quale fare a meno, perciò lo schema d’intervento è: "io disegno la strategia e Bertolaso la attua senza burocratiche concertazioni".

Alle proteste che chiedono maggiore potere decisionale per le istituzioni locali, Bertolaso risponde parlando di una coabitazione che durerà anni. Ma come? La Protezione civile non deve intervenire nella fase d’emergenza? Certo il problema è definire quanto dura l’emergenza. Così basta avvicinare la realtà del terremoto per rendersi conto che tutto è emergenza, modificare gli spazi in tendopoli, verificare una casa danneggiata, allacciare il gas, sono attività che devono essere autorizzate dal DI.COMA.C.

E’ un potere assoluto su 650 Km/q , 49 Comuni, 110.000 abitanti e 160 tendopoli, con la caserma di Coppito che sembra una fortezza dove si entra con un badge, dove limitazioni di ogni tipo rendono impossibile la vita dei cittadini abruzzesi alle prese con un mostro che gestisce militarmente ogni attimo della loro giornata.

Ovviamente un tale regime di vita richiede un controllo esasperante del territorio e delle sue attività. Le tendopoli sono il regno del vietato. Chi vive in un campo non può mangiare in un altro, per entrare bisogna lasciare un documento e dichiarare il nome e il numero di tenda della persona da visitare, non sono consentite visite dopo le ore 20.00. Nei campi sono vietati caffè, cioccolata ed alcolici. E’ vietato prendere acqua dalle fontanelle per lavare le tende o la biancheria.

Tutti questi divieti e identificazioni sono gestiti da funzionari della Protezione civile, non si sa con quali poteri di pubblico ufficiale. Naturalmente è vietata qualsiasi assemblea, volantinaggio o attività politica all’interno delle tendopoli. Le associazioni che intendono tutelare i diritti dei cittadini sono viste con sospetto e spesso nel corso delle rare iniziative pubbliche ne vengono identificati e sorvegliati i componenti. Una sorta di legislazione d’emergenza che riguarda anche l’ordine pubblico.

L’ultima "crisi" di cui si è occupato Bertolaso è stata l’organizzazione del G8 a L’Aquila, dove è stata spostata l’assise internazionale, così il Capo della Protezione Civile non ha dovuto fare la spola tra il capoluogo abruzzese e La Maddalena.

A dicembre il Governo aveva annunciato una spesa di 400 milioni di euro per l’evento, tre volte di più di quello tragico del 2001 a Genova. Si motivò il trasferimento in Abruzzo anche per risparmiare circa 200 milioni da destinare alla ricostruzione. A fine Giugno Bertolaso ed il sito del G8 hanno confermato che i milioni già spesi sono complessivamente 400. Quindi nessun risparmio e per quanto attiene ai milioni "sprecati" in Sardegna, essi sono stati prelevati dai fondi FAS per il Mezzogiorno già destinati in precedenza ad opere pubbliche per lo sviluppo del Sud.

Sempre che non si consideri il G8 un evento calamitoso. Resta un mistero spiegare perché la Protezione Civile lo organizzi, come se altre amministrazioni dello Stato non avessero le competenze per occuparsene. Ciò che è più grave è che i soldi già spesi non è chiaro di quale bilancio facciano parte, se di quello della Protezione Civile o di una contabilità separata, e con quali procedure d’appalto siano stati assegnati i lavori.

Ma tant’è, e Bertolaso negli anni ha goduto di un ticket bipartisan. Nominato da Prodi nel 1996 a capo del Dipartimento, ha gestito come Commissario straordinario il Giubileo del 2000 (Sindaco Rutelli) per tornare con il Governo Amato a Capo della Protezione Civile nel 2001, dove è rimasto con il Berlusconi 2 e Prodi 2.

Con l’attuale governo il Cavaliere lo ha promosso Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l’emergenza rifiuti in Campania. Ora, con poteri e finanziamenti pressoché illimitati e fuori dalle consuete procedure d’appalto, governa l’Abruzzo terremotato dove Sindaci, Presidenti di Provincia, Presidente della Regione e Prefetti fanno anticamera in attesa di chiedere cosa devono riferire ai cittadini sulle decisioni del Vicerè Guido Bertolaso.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.43) 22 luglio 2009 12:38

    Per questo stile di governo l’importante è lo spettacolo. Quale strumento migliore della Protezione Civile? Alluvioni, terremoti, disastri e appuntamenti internazionali sono il top per fare il "tutto esaurito". Disporre "pronto cassa" di milioni di euro con la massima libertà di azione. Cosa si può desiderare di più? Ecco come utilizzare un’idea buona ed utile in uno strumento per fare consenso. Nel suo piccolo ci prova anche la Brambilla con la lettera aperta ai turisti nipponici oppure Fazio con le sue "ansie" sull’influenza suina. Quando si è Travolti dalle Informazioni e non si ascoltano le Voci dentro l’eclissi allora ... => http://forum.wineuropa.it 

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.88) 22 luglio 2009 14:12

    Se e quando verrà detronizzato, riceverà di sicuro una megapensione,un vitalizio: giustamente è presente fin dai "tempi dei garibaldini", dal 1996, e ricordiamoci quando,mi pare a fine 2007 o 2008, ha puntato i piedi per una diminuzione dei fondi da amministrare,minacciando le dimissioni che,ovviamente, sono subito rientrate. La sua protezione civile è come quella americana che lì con la scusa del terrorismo quì con i disastri idrogeologici e qualche calamità naturale, permettono a costui di avere superpoteri. Non è che qualcuno trova qualche cavillo per far rientrare nei ranghi quest’uomo?So che morto un papa se ne fa un altro, e il Pdl al pari del Pd, troverebbe il modo di correre subito ai ripari con un decreto legge o qualcosa che non faccia perdere al governo la possibilità di interferire nella gestione del territorio che è competenza di comuni e regioni e non del governo centrale. In più ricordiamoci dei termovalorizzatori,inceneritori e situazioni come tav , laddove con i poteri speciali viene di fatto vietata ogni forma di protesta, di richiesta di chiarimenti: sembra di vedere un film già visto allorchè le misurazioni di inquinamento vengono fatte a macchine spente o l’acqua analizzata non è quella dovuta.

  • Di asteriz (---.---.---.103) 22 luglio 2009 23:41

    Praticamente una gestapo mascherata da "solidarietà civile". Pensate al controllo territoriale che ha la protezione civile con tutto ciò che ne comporta.... controllo diretto della popolazione, infiltrazioni politiche, controllo politico ecc...

    Tra l’altro è un assassino, complice in strage e dovrebbe essere accusato di depistaggio di indagini...

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