«Protesta anche per me»
Gioie e dolori del dissenso politico.
E’ vero che spesso delle cose pubbliche spesso non ce ne importa un fico secco. Se uno lascia le cartacce per terra o gli escrementi del cane sul marciapiede, mica andiamo a dirgli niente. Ma qui si parla di tutta un’altra cosa. Stanno facendo qualcosa che ci danneggia direttamente ogni giorno. E lo vediamo anche: ci sono i supermercati vuoti, i negozianti nervosi. Ci stanno rubando i nostri soldi e noi glie lo stiamo permettendo. In questa situazione non protestare è come sorridere a qualcuno che ti sta insultando.
Devo però dire qualcosa a discolpa di chi ti risponde “protesta anche per me”. Alcune proteste sono troppo festose. Una via di mezzo tra una festa tra amici ed una protesta. Così non va bene. Ti hanno fatto un torto. Devi essere serio. Puoi festeggiare in un altro momento: adesso hai qualcosa di più importante da fare. È vero che se fai una protesta seria verranno meno persone, ma è vero anche che se non fai una protesta seria, nessuno ti ascolterà. Tanto valeva organizzare una serata in pizzeria.
Le proteste con poche persone non solo sono dannose, ma danneggiano anche le proteste che verranno dopo. Se gridi “al lupo” troppe volte, non ti ascolterà più nessuno. Se hai poche persone, le mandi a convincere i passanti che bisogna protestare.
Se non ci prendiamo, e non ci prendono, sul serio nemmeno quando protestiamo, andiamo a finire male.
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