Progressione e rivisitazione del Potere

"Il potere. Una prospettiva riformista", è un saggio che affronta in modo approfondito un tema molto spesso molto trascurato (Alessandro Roncaglia, Laterza, 2023, 270 pagine effettive, euro 24).
A differenza del sesso, di cui le persone parlano molto, "il potere è un argomento di cui si parla relativamente poco, mentre in tanti dedicano una quantità enorme di tempo a perseguirlo" (p. 3). Si potrebbe definire il potere "un concetto arcobaleno: non si riesce mai a capire dove inizia e dove finisce, e ha tanti aspetti diversi che si intersecano, con confini che sfumano gradualmente nel passaggio dall'uno all'altro". Il potere è l'essenza della società umana, soprattutto di oggi.
Inoltre, "L'economia come scienza separata è irrealistica e fuorviante se presa come guida per la pratica. E' solo un elemento - un elemento molto importante, è vero - di uno studio più ampio, la scienza del potere" (Bertrand Russell, p. 4). L'economia è legata al potere, perché nel 99 per cento dei casi, chi ha veramente potere, ha i beni immobili e il denaro in grande quantità, in modo da poter direzionare moltissime scelte politiche.
Il filosofo Russell aveva sottolineato "la natura multidimensionale del concetto di potere": "il potere, come l'energia, passa continuamente da una delle forme all'altra [...]. Il tentativo di isolare una specifica forma di potere, in particolare, oggi, la forma economica, è stato ed è fonte di errori di grande importanza pratica" (p. 13). E gli attuali organi di stampa e i loro vari titolari societari, ci giocano molto con questa situazione.
Infatti "Le reti di incroci azionari non sono che un tipo di una specie più generale, le reti come struttura di generazione e accrescimento del potere, attive nei più diversi campi della vita sociale" (p. 7). Esistono tre tipi principali di reti: bianche, pienamente legali (famiglie e partiti); reti "grigie, non illegali ma con dubbie fondamenta morali, basate sullo scambio di favori" (dal familismo amorale alla massoneria); reti "nere, illegali, come le associazioni di tipo mafioso". Tutto è in rete con tutto. Soprattutto oggi.
Per fare una sintesi molto pratica conviene concentrarsi su tre tipi di potere: "il potere come differenza di potenziale, il potere come barriera all'entrata, il potere come peso" (da p. 15). Il primo caso considera il potere come relazione e non come qualità della singola persona; esiste "una differenza di potenziale nell'agire sociale". Il secondo caso riguarda le barriere di ingresso, a garanzia dei più potenti, nel settore economico, politico e culturale. L'ultima definizione identifica "il potere come peso (o importanza) in rapporto al campo specifico di volta in volta considerato" come avviene per i voti ricevuti da un partito.
Il grande economista Keynes indicava che "conviene raccogliere informazioni e ragionare su di esse", con "la fiducia nella ragione" e "nelle possibilità di progresso delle società umane. La ricerca ha di regola una motivazione normativa: conoscere, al meglio delle nostre capacità, per potere agire in modo utile", oppure in modi meno svantaggiosi.
Naturalmente l'ipotesi di mercati quasi totalmente "concorrenziali è del tutto irrealistica. Continuare a sostenerla costituisce una potente distorsione ideologica di senso conservatore, in quanto tende a presentare il mercato come un terreno neutrale rispetto alla distribuzione del potere" (p. 80). E il realismo è tutto in economia.
Comunque tra le varie strategie di miglioramento si possono indicare queste: le riforme di struttura, saper affrontare i pericoli di arretramento, saper affrontare le carenze del dibattito neoliberista relative all'economia, le conseguenze della crisi del neoliberismo, il sistema delle relazioni internazionali e la sua regolamentazione, le riforme strutturali in Italia (da p. 242).
Alessandro Roncaglia è professore emerito di Economia politica all'Università Sapienza di Roma e membro del Consiglio di presidenza dell'Accademia dei Lincei. Tra i suoi numerosi saggi segnalo questo: Economisti che sbagliano. Le radici culturali della crisi (2010). Da sottolineare che il professore ha ricevuto l'International Guggenheim Prize in the History of Economy (nel 2019).
Nota monetaria - Ricordo il crollo, nell'agosto del 1971, del sistema monetario internazionale di Bretton Woods" (avviato nel 1944), è stato "seguito dalla crisi petrolifera del 1973-1974, con i suoi pesanti effetti di aumento simultaneo dell'inflazione e della disoccupazione" (p. 249).
Nota economica - Cito il libro di un economista che ha avuto il coraggio di criticare a fondo le multinazionali: www.agoravox.it/Galbraith-e-..., e anche quello di suo figlio James Galbraith: The predator state (descrive il sistema di lobbies farmaceutiche, petrolifere, finanziarie, militari; p. 83, saggio del 2008). E segnalo la teoria della "terza via" di Giddens (1998), una via intermedia "tra economia pianificata ed economia di mercato", una tesi "concepita nel contesto di una economia manageriale; le sue fondamenta si indeboliscono con il passaggio a una economia dei gestori finanziari" (nota a p. 59).
Nota particolare - Il grande "mito della mano invisibile del mercato (erroneamente attribuito ad Adam Smith: un errore da matita blu per gli storici del pensiero economico) si è rivelato fallimentare sul piano teorico come su quello pratico" (p. 31).
Nota riassuntiva - La libertà e l'ordine sono essenziali per tutti i cittadini (Piero Sraffa, morto nel 1983). Sicuramente "la conseguenza più grave dell'erosione del governo della legge è il diffondersi del senso di insicurezza" (Norberto Bobbio, morto nel 2004; nota a p. 267).
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