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Progetti etici da sostenere

AGIRE Etica Sgr Impatto+ – Sono 15, sui 200 presentati, i progetti selezionati per Impatto+, il bando promosso da Etica Sgr, la società del Gruppo Banca Etica che gestisce i fondi comuni di investimento socialmente responsabili, per promuovere nuove forme di cittadinanza attiva e sostenibilità sociale e ambientale

Ai vincitori è concessa l’opportunità di partecipare allaraccolta fondi sulla piattaforma Produzioni da Basso e, se raggiunto il 75% dell’obiettivo di raccolta, di ricevere il restante 25% da Etica Sgr grazie al Fondo per la microfinanza e il crowdfunding. I progetti scelti sono tutti meritevoli di sostegno (in fondo trovate l’elenco e i link per approfondire), con alcuni che mi piacciamo in modo particolare, come il Sandalia Sustainability Film Festival, rassegna sarda di pellicole sulla sostenibilità ambientale e sociale, o La tana del pulcino, la creazione di un libro per bimbi intento a sensibilizzare i piccoli sui temi ambientali e promuovere una sana alimentazione, in particolare sulla filiera del pane biologico creato con pasta madre e grani antichi. Ci sono, però, tre proposte realizzate daorganizzazione che seguo e apprezzo da tempo e per il quale dedico un approfondimento. Per tutti i progetti il termine ultimo della raccolta fondi è l’8 agosto.

Le storie resilienti dei Cittadini reattivi

Due documentari, un e-book, un festival, due presentazioni pubbliche e una mappa interattiva.Sono i progetti destinatari dei 15.000 euro chiesti nella raccolta fondi di Produzioni da Basso e rappresentano l’atto finale di un’attività lunga quattro anni, da quando Rosy Battaglia ha creato il progettoindipendente di giornalismo civico Cittadini Reattivi per indagare sui siti inquinati in Italia e mappare le buone pratiche dei cittadini. Un impegno portato avanti con cuore e passione e ricompensato con numerosi premi e, soprattutto, con risultati lusinghieri, come l’inaugurazione del parco EterNOT a Casale Monferrato, la “città dell’amianto”, e la bonifica dai veleni della scuola Grazia Deledda a Brescia, la Terra dei Fuochi del Nord. E sono proprio le testimonianze delle comunità di Casale Monferrato e Brescia riprese durante i quattro anni di attivismo le protagoniste dei due documentari, dell’e-book e delle altre iniziative previste dal crowdfunding. Storie che meritano di essere raccontante e sostenute per diffondere informazioni di rilievo per la salute di tutti che rischiano di non trovare spazio sulle prime pagine dei giornali. E per consentire ai Cittadini Reattivi, che oggi sono un nutrito gruppo, dicontinuare a indagare sui siti inquinati della Penisola e a dare voce alle popolazioni del territorio. Per informazioni e donazioni cliccate qui

La “Febbre” itinerante di Source International

E’ di 4.000 euro la richiesta di Source International per il progetto Esposizione Multimediale Itinerante (EMI) per portare la mostra fotografica “Febbre dell’oro e Diritti Negati” in corso a Genova anche a MilanoPisa eRoma. All’esposizione delle immagini saranno affiancate diverse iniziative per sensibilizzare le persone sulle conseguenze provocate dall’industria mineraria alle popolazioni e all’ambiente locali. Durante le tre settimane di apertura della mostra sono previsti incontri, dibattiti e workshop su ambiente e diritti umani, proiezioni di documentari, l’esposizione di plastici di miniere, laboratori con gli studenti e giochi per coinvolgere i bimbi sull’importanza dell’uguaglianza tra le persone, sulla sovranità alimentare e sul consumo etico. Durante la rassegna saranno proposte anche soluzioni per difendere le comunità locali e per adottare comportamenti per ridurre l’impatto sanitario ed ecologico delle nostre scelte sulle persone e sul Pianeta. Il sostegno al progetto è doveroso per incrementare la consapevolezza su temi pochi noti e per supportare l’attività di Source International, da anni impegnata nella difesa dei diritti delle popolazioni indigene che vivono nei pressi dei siti estrattivi. Per informazioni e donazioni cliccate qui.

La conta delle spese militari di Rete Disarmo

Le guerre sono un vero business. Le sole spese militari vantano un giro d’affari di 1.686 miliardi di dollari al quale si aggiungono gli introiti derivati dall’eventuale ricostruzione e dall’appropriazione a basso costo delle risorse. Perché i conflitti si fanno per controllare pozzi petroliferiminiere di minerali preziosi e altre materie prime di rilievo per l’industria. A partecipare al banchetto dell’economia della morte è pure il Bel Paese malgrado la articolo 11 della Costituzione: “l‘Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, ma evidentemente non come fonte di business. Lo sanno bene gli attivisti di Rete Disarmo che da anni monitorano l’industria bellica e le spese militari nazionali, oggi pari a 23 miliardi di euro all’anno o, sepreferite, a 64 milioni al giorno. Risorse in continua crescita che potrebbero essere destinate ad altri settori, come sanità, istruzione e ambiente, e a costruire un mondo di Pace. E il presupposto per sconfiggere l’economia delle armi è conoscerla, come si propone di fare la Rete Disarmo con i 16.000 euro della raccolta fondi destinata a promuovere una campagna informativa sul tema, un incontro pubblico con diretta streaming e a rafforzare l’Osservatorio Mil€x con infografiche, video e altri strumenti professionali. Per informazioni e donazioni vedete qui.

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