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Prodi a tutto tondo nel suo discorso a Forlì


La città capitale della Romagna, sta attraversando un periodo buio per la crisi generale in atto. Interi comparti della piccola industria metalmeccanica in piena crisi per mancanza di commesse, hanno chiuso i battenti. Tanti i lavoratori cassaintegrati. Con queste premesse la Romagna si trova "impaurita". Tanti sono gli extra-cee disoccupati, quanto resisteranno? Questi ed altri interrogativi preoccupano una città sempre "colorata" da giunte rosse, come quella attuale retta da Nadia Masini.

In questo contesto Forlì aspetta il test elettorale del 6 e 7 giugno prossimi..un test amministrativo, ma che potrebbe avere i suoi effetti e perchè no, qualche sorpresa...
 

Forlì - Prodi,accompagnato come sempre dalla moglie Flavia Franzoni,ha fatto una vera panoramica sugli avvenimenti dell’anno appena concluso, di fronte alle oltre 500 persone che gremivano la Sala Zambelli presso la Camera di Commercio della cittadina romagnola. Ad attenderlo un vero pienone per gli organizzatori della Fondazione Roberto Ruffilli. Tra il pubblico qualcuno chiede che Prodi alzi un tantino la voce. Pronta la sua risposta: "eh no, così state più attenti".

Il Professore col suo aspetto sempre bonario, ma un po’ dimagrito (forse per il maggior tempo da dedicare alla bici sui colli bolognesi), analizza con lucidità tutte le principali crisi internazionali degli ultimi anni e ricorda esperienze personali che lo hanno visto protagonista quale presidente, prima della Commissione Europea e poi da presidente del Consiglio. Un preciso ed attento riferimento lo fa dell’incontro con Bush "ad un vertice a San Pietroburgo dove, assieme parlammo della decisione di ritirare le truppe dall’Iraq. Lui mi disse: mi sarei sorpreso se non l’avessi fatto".


Una boccata d’ossigeno: l’arrivo di Romano Prodi a Forlì, dove la crisi economica si fa sentire molto, riporta al centro del dibattito politico cittadino la riflessione su temi lontani dalle beghe di bottega. Sull’Europa, sulla politica internazionale, sui rapporti tra le grandi potenze mondiali. Temi forse non in cima alla lista delle priorità del sentire comune; ma da cui passa il futuro del Pianeta. "Il 2008 sarà ricordato come l’anno della svolta: per le Olimpiadi di Pechino e per l’allargamento del G8 a G20". Presenti le numerose autorità locali, Prodi evita appositamente di affrontare i temi di casa nostra. "Da tempo ho deciso di non intervenire sulle questioni nazionali". Nessun accenno alla morte di Eluana Englaro e alla polemica politica, scaduta in una rissa dalla quale il bolognese si guarda bene dall’intervenire. Inevitabile, però, il riferimento alla crisi economica, "che è il prodotto di una globalizzazione finanziaria regolata da norme nazionali". 

Sulla quale se non si interviene con misure comuni "tra quindici anni ci troveremo con una nuova crisi". L’ex presidente del Consiglio si è soffermato sull’Euro, quella moneta unica europea di cui Romano Prodi può essere considerato il "padre". Un’impresa che viene utilizzata dal Professore come modello di dialogo: "Non avete idea dell’attenzione con la quale ci hanno osservato - ha ricordato l’ex premier - e di quanti leader ci abbiano chiesto come siamo riusciti a mettere assieme Francia e Germania, ad allargare l’Europa a 27 paesi".

A conclusione di questo "attentissimo" incontro, Prodi prende spunto da una domanda sull’inchiesta de "L’Espresso" in merito all’assenteismo dei parlamentari europei, Prodi afferma con chiarezza: "Quando la metà degli eurodeputati eletti viene sostituito in corsa, significa che non c’è interesse per l’Europa".

Questa considerazione è degna della massima attenzione.


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